Violazione dello spazio personale

Salve, scrivo perchè mi trovo ad affrontare una situazione apparentemente banale ( io stessa l'avevo considerata tale), ma che, mi sto rendendo conto, tanto banale non è. Da alcuni mesi, in ufficio, è arrivata una nuova collega di 27 anni. Questa persona, spesso tremante e apparentemente insicura, ma anche, stupidamente testarda, ha " l'abitudine" di porsi ad una distanza davvero ravvicinata ( meno di 10 cm) con le persone con le quali ha a che fare e particolarmente con me.
Mi spiego meglio: lavoriamo in 3 in un ufficio molto grande ( 2 ragazze ed un ragazzo) abbiamo a disposizione tanto spazio, con una lunga scrivania sulla quale ciascuno ha la propria postazione col proprio pc.. me la ritrovo spesso come imbambolata, in piedi alle mie spalle, a meno di 5 cm dal mio capo, per cui anche un mio piccolo movimento fa sì che le urti inavvertitamente contro, se ruoto un po la testa, spesso mi ritrovo quasi a toccare con la guancia la sua pancia! Le chiedo se ha bisogno di qualcosa, ma lei dice "nulla".
Oppure sono seduta accanto ad una collega e discutiamo di un progetto di lavoro che non la coinvolge, e si interpone tra noi stando in piedi ed ostacolando ,di fatto, la conversazione, spesso si piega portando il suo viso all'altezza dei nostri e sempre a pochi cm di distanza, tanto che io e l'altra dobbiamo fare lo slalom con la sua faccia per parlarci. Questo comportamento, insieme ad altri, fa sì che venga etichettata come " infantile", " tenera" "insicura" ,e, devo ammettere, che, inizialmente, anch'io la pensavo così, sebbene la trovassi ,già allora ,un pò irritante, essendo io quella che è sempre a contatto con lei. Adesso, devo dire, che la mia irritazione è cresciuta perchè me la ritrovo CONTINUAMENTE ADDOSSO, non è possibile che un mio piccolo movimento, una piccola rotazione del corpo, anche mentre sono seduta, faccia sì che le sbatta contro! Ad es se vado a parlare con una collega in un'altra stanza di un lavoro che stiamo portando avanti insieme, e che non coinvolge lei, mi segue e si pianta "addosso" sempre con le stesse modalità. Sto cominciando a trovare questo modo di fare parecchio invadente ed inopportuno, probabilmente mostro segnali di insofferenza nei suoi confronti perchè tendo, istintivamente, a mantenerla a distanza: tuttavia ho bisogno di concentrazione e serenità nel mio lavoro. Vorrei sapere come arginare questa situazione, magari anche aiutandola.
Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

E qualcuno le ha fatto presente di "scostarsi", o le ha fatto notare irritato che sta dando fastidio, cosa si avvicina a fare, che non si capisce perché si comporti così ? Qualcuno le ha parlato in questi termini ? Come ha reagito ?

Dr.Matteo Pacini
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[#2]
dopo
Utente
Utente
Diciamo che finora si è stati "tolleranti", nel senso che tutti abbiamo notato questa "stranezza" e non abbiamo detto nulla, sperando che familiarizzando con noi e col nuovo ambiente, la cosa passasse, ma è sempre peggio. Sono ormai sette mesi che fa parte del gruppo. Per gli altri però, questi che le ho raccontato sopra, rappresentano episodi occasionali..per me ,che ci lavoro gomito a gomito, è praticamente la norma, non c'è un giorno in cui più volte non me la ritrovi addosso, addirittura un paio di volte mi stava seguendo in bagno e le ho dovuto dire che andavo in bagno per non farmi seguire! Sto cominciando a dirle stizzita " ti puoi spostare?" e lei MUTA, forse dispiaciuta, si sposta, ma poi lo rifà. Quando viene ripresa per errori sul lavoro, non li ammette, lo fa solo se posta di fronte all'evidenza, dicendo che non sa cosa le succede e PIANGE. Tutti gli altri si fanno una risata, la ritengono strana, e mi dicono di avere pazienza, che è immatura, che non sono tutti " tosti" come me, che è una persona " lenta", che avrà " qualche ritardo emotivo",ma onestamente non credo sia giusto. Non è giusto che io debba lavorare sentendo una persona che incombe sul mio corpo, non è giusto che mi si dica di sopportarlo, o che alle mie rimostranza, passi io per quella intollerante! A 27 anni, in un ambiente di lavoro, non ci si può comportare così! Anche perchè, di fatto, sono io che subisco, non gli altri. Vorrei un consiglio su quali misure adottare per difendermi da questo " vittimismo violento", che mi rende spesso nervosa sul lavoro.

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Da come descrive la cosa non sembra un comportamento "da timido": il timido si tiene in disparte, ha cura di farsi benvolere, non si intromette e si mantiene a distanza, anche se invitato a unirsi spesso. Per cui questo comportamento non somiglia allo stereotipo di un timido-impacciato-imbranato. Tantomeno se cacciato insiste nel cercare un contatto o una vicinanza.
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Utente
Utente
Come posso difendermi?Come devo comportarmi?
Anche perchè quello che mi sconcerta è che gli altri sembrano non voler dare il giusto peso, dicendomi di non essere sempre dura..in realtà credo di essere io quella che sta subendo! Inoltre, secondo il suo parere professionale, ritiene che questa persona sia disturbata? Mi sono chiesta anche questo.

Grazie
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dopo
Utente
Utente
Viene etichettata come "timida" perchè è spesso tremante, nella voce e nelle mani, a volte arrossisce improvvisamente da sola, come se avesse delle vampate improvvise. A ben guardare credo che sia una persona molto ansiosa,non timida..e non mi sembra affatto indifesa
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

La situazione medica (essendo questo sito un sito medico) è assolutamente indefinita, pertanto non si può neanche stabilire quale tipo di situazione sia.

Torno a dire che non penserei al termine timido per una persona che si comporta così. Il timido arrossisce a contatto con gli altri se mai, da solo no.

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Utente
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Capisco. Credo che, così come ho dovuto fare per questioni strettamente lavorative, dovrò metterla di fronte all'evidenza della completa inopportunità ed illogicità di certe sue azioni, sperando che, in tal modo, si renda conto di come si comporta.
Se finora ho cercato di mitigare il mio disappunto, non esiterò a manifestarglielo.

La ringrazio molto per le sue risposte ed il tempo dedicatomi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Non è detto che sia una soluzione, anzi, da come si comporta evidentemente non si rende conto dell'ovvia stramberia di alcuni comportamenti, era solo per dire come poteva aver reagito a critiche esplicite al suo modi di agire.