Tristezza. medicina.

Buongiorno, ..
Apparirà uno sfogo questo, forse. Uno sfogo.. Non penso di voler smettere di fare psicoterapia perchè penso non sia bravo il terapeuta da cui vado, nè perchè penso che con un altro mi troverei meglio. L'idea di abbandonare la psicoterapia mi fa sempre sprofondare nella tristezza (anche se non è l'unica cosa a rendermi triste..). Abbandonare la terapia, significherebbe abbandonarmi a me stessa e significherebbe fallimento. Ma non ce la faccio più, anche se non ce la facevo più anche prima di iniziare la psicoterapia e, nel paradosso, il "non ce la faccio più" è uguale e cioè "ad essere così". A me vivere non piace e non è mai piaciuto e con queste parole non sto annunciando gesti inconsulti. So che vivere richiede impegno per raggiungere ciò che desideriamo ed io non so se sia questione di mancanza di forza la mia, o cos'altro, ma non ho la gioia di vivere. Vabbè più delle volte sono triste. Sto al quinto anno di psicoterapia ma io dentro mi sento la stessa: sempre triste, insoddisfatta, mi manca sempre qualcosa; non faccio l'elenco, per non tediarmi o piangermi addosso.
Tutto ciò che faccio è una compensazione: il cibo, gli acquisti, il parrucchiere e mai mi rende gioia,anzi subentrano poi sensi di colpa, l'idea di aver sbagliato nella scelta, disprezzo per me stessa.
So che devo passare alla domanda: esistono farmaci che si possono assumere solo quando se ne ha bisogno e non in maniera sistematica? Insomma, scusate la semplificazione, come quando, per esempio, si ha la febbre e si prende qualcosa per farla abbassare. E' chiaro che la mia domanda deriva dal fatto che io non voglio prendere (psico)farmaci (che fanno ingrassare) con modalità quotidiana.
Grazie infinitamente anche per ogni eventuale ed altra considerazione possibile sulla base delle mie parole.
Un cordiale saluto
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Ci sono alcune cose che non mi tornano:

- perché tutti gli psicofarmaci dovrebbero fare ingrassare ? Si riferisce a esperienze sue, e se sì con quali molecole ?
- terapie curative al bisogno no, non sussistono

Da una parte parla di farmaci solo al bisogno, dall'altra da cinque anni sta seguendo una cura, o almeno si presume tale, ma senza risultati parrebbe di capire. Ciò sarebbe bizzarro, perché dopo cinque anni una cura non è strano che ancora prosegua, ma in questo caso dovrebbe farlo perché ci sono stati dei risultati significativi da mantenere.

La sua diagnosi la conosce ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2015
Ex utente
Grazie Dottor Pacini,
ha "ragione" anche nelle domande che mi fa.
Rispondo con ordine:
1) L'aumento di peso collegato all'assunzione di farmaci lo riferivo a quelli che ho preso per un periodo (indicati nel mio profilo). Il discorso farmaci e aumento di peso l'ho affrontato con il mio medico/psicoterapeuta e mi ha spiegato che non tutti i farmaci fanno ingrassare.
2) Grazie per la risposta al mio quesito.

La cura di questi cinque anni è stata più di psicoterapia visto che i farmaci li ho assunti solo per un periodo.
Mi fa una domanda, quella riguardo l'efficacia della terapia, e richiama alla mia considerazione i risultati conseguiti. È quanto fa il mio terapeuta, ad ogni mia crisi, dicendomi che io tendo ad annullarli.

La mia diagnosi? Credo che il mio medico pensi che io possa stare meglio/bene se stessi più su un piano di realtà a me adeguato e se non annullassi aspetti positivi che mi riguardano.
La mia difficoltà però sta che la effettiva mancanza di cose importanti nella mia vita, mi butta nello sconforto. Non ho 20 anni e comincio a pensare che ormai sono strutturata. Mi scusi la lunga risposta.
La ringrazio sinceramente per il Suo intervento.
Un cordiale saluto.
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