Astinenza Rivotril

Salve, durante l'ultimo ricovero (a marzo) in psichiatria mi hanno somministrato tantissimi ansiolitici e, negli ultimi sei giorni, 120 gocce di Rivotril al giorno. Con lo psichiatra che mi segue ho deciso di scalare fino a toglierli del tutto, perché anche lui ritiene che nel mio caso non sono utili ma fanno solo danni; seguendo le sue istruzioni, ho impiegato più di un mese a ridurre il dosaggio fino a non prenderne più. Ovviamente sono in crisi di astinenza con ansia forte e continua ma ho cercato e cerco di resistere perché non voglio più prendere ansiolitici (sono troppo spaventata dagli effetti di dipendenza che danno)... vorrei sapere quanto durerà questo effetto di rimbalzo e se posso superarlo del tutto o potrebbero rimanere alcuni sintomi per sempre... e in particolare vorrei chiedervi se l'effetto di perdere la sensibilità per tutto il corpo può c'entrare con l'astinenza... negli ultimi giorni tutti i sensi sono ovattati, non sento quasi i gusti, gli odori, e anche la percezione del tatto si è ridotta tantissimo... ho un appuntamento con lo psichiatra solo fra un mese, secondo voi dovevo scalare ancora più lentamente?
grazie in anticipo se vorrete e potrete rispondermi
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
certo che lo scalare è stato troppo veloce. Sono passati non appena due mesi, e, per scalare una tale quantità di Rivotril (molto alta), ci vuole un periodo di tempo parecchio più lungo. Ma soprattutto, lo scalare non solo va fatto con un programma dello scalare graduale concordato nei dettagli con il medico, ma, nel mentre si scala, va anche monitorato dal medico, per vedere se per l'organismo della persona quel ritmo dello scalare, per il quale è stato deciso, è effettivamente ottimale, o va corretto (rallentato o accelerato). Dunque, per me è strano che Lei è rimasta completamente senza il farmaco (e, prevedibilmente, sperimenta l'astinenza) nel periodo nel quale la prossima visita è lontana.

Sicuramente, via internet, non si può dare indicazioni su come gestire l'astinenza; ma bisognerebbe contattare il Suo specialista. Non posso dirLe quanto tempo durerà esattamente, ma, secondo me, è più importante quali conseguenze può comportare per il Suo quadro clinico nel frattempo. Pensare che ci riesce a farcela e a sopportarla da sola è un buon proposito, ma soprattutto per le cose che riguardano le altre vicende nella vita, non i farmaci. In questo periodo servono le visite più frequenti. Se Lei è seguita al Centro di Salute Mentale, e se non è possibile anticipare l'appuntamento con il Suo specialista, allora devono avere i medici psichiatri che sono "di turno", per le urgenze. Non è una "urgenza", ma è meglio sempre prevenire che fare direttamente dei ricoveri nuovi. Il contatto con un loro medico, che Le spiegherà il perché di certi sintomi, che valuterà le Sue condizioni, e la Sua capacità (in questo periodo) di sopportare l'astinenza, che controllerà se il resto della terapia è ottimale: secondo me, è quello che serve ora.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
La ringrazio per la risposta...ha perfettamente ragione. Purtroppo il mio medico è molto occupato, ma comunque si è dato disponibile nel caso di emergenze. Sono già andata altre volte fuori dall'orario di appuntamento e ha potuto ricevermi, tuttavia mi ha semplicemente detto che questo è un effetto di rimbalzo e l'alternativa a sopportare era prendere ancora un po' di ansiolitici...cosa che escludo, l'ansiolitico mi fa così paura che prenderlo, adesso, mi fa più ansia che non prenderlo...oltre al fatto che ultimamente mi dà ansia prendere qualsiasi farmaco, considerato che nonostante anni e anni delle più svariate terapie (e anche avendo cambiato tre o quattro psichiatri) i farmaci non mi hanno mai realmente aiutato... Ho un quadro clinico complesso (disturbo personalità borderline, disturbo ossessivo compulsivo), in reparto mi hanno "sedata" semplicemente per gestire le mie crisi di disperazione o perché creavo problemi, ma anche con tutto quel rivotril la disperazione non passava, e ora mi ritrovo con più ansia di quando sono entrata...Al momento prendo il tegretol (600 mg) ma non noto nessun effetto.
La ringrazio comunque per l'ascolto e i consigli, parlerò ancora col mio psichiatra
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Con queste diagnosi (sia borderline, che DOC), avrei considerato alcuni farmaci antidepressivi. Succede che nei casi simili alcuni antidepressivi agitano piuttosto di calmare (purtroppo non è solo una idea diffusa e una attribuzione di rischio eccessivo agli antidepressivi, ma capita effettivamente così in alcuni casi), ma ad oggi esistono vari tipi di antidepressivi, e si può cercare e scegliere. Ovviamente, nel disturbo borderline non è sufficiente la terapia farmacologica, ma, se viene usata, se ci sono stati dei motivi per usarla, allora vale la pena cercare un farmaco che sia d'aiuto. Ho visto, in uno dei Suoi consulti precedenti su questo sito, che in passato Lei assumeva Fevarin, con qualche beneficio.

E' solo un'osservazione, che magari può essere utile per voi (Lei con il Suo specialista).

un saluto
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Lo so, ma dopo tutti questi anni di farmaci ho perso la fiducia e mi oppongo alle proposte del mio psichiatra (anche lui aggiungerebbe altri farmaci oltre al Tegretol); nel mio caso la componente psicologica ha una sua importanza, e assumere farmaci con paura, ansia e sfiducia, mi fa solo stare peggio.
Il Fevarin era servito solo in parte, perché mi intontiva pesantemente (faceva effetto sulle ossessioni solo una dose elevata) e come ora non potrei prenderlo perché comprometterebbe quelle poche attività che riesco ancora a fare. La ringrazio comunque del consiglio, cordiali saluti
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