Attacco isterico

Gentili dottori salve,
Vorrei capire cosa è successo a mia madre questa sera. Durante un litigio con me ha avuto quello che si potrebbe definire un attacco di panico poichè inizialmemte ha iperventilato per poi portarsi le mani al collo come ad indicare mancanza di aria, ma successivamente mi ha fissato con sguardo terrorizzato farfugliando il nome dei miei fratelli con frasi sconnesse in cui invocava la morte. Per finire ha gradualmente perso il tono muscolare sicché l' ho sorretta per poi accompagnarla sul divano facendola camminare lentamente. Aveva un' aria disperata e non sapevo cosa fare perciò dopo essere riuscito a parlarci per tranquillizarla le ho dato 15 gocce di alprazolam per farla riposare (sono io a tenere le bdz in casa perchè soffro di ansia e depressione ma sono in terapia, lei non le prende praticamente mai). È chiaro che i toni e il contenuto della discussione le hanno fatto salire un senso di disperazione che ha portato a tutto questo, ma ciò che più mi preoccupa è la parziale rimozione dell' accaduto da parte sua poichè non ricorda parte dell' episodio. In particolare non ricorda di essere uscita di casa e di aver tremato e simulato un attacco di cuore sul pianerottolo. Vorrei sapere se questo è normale, se è probabile che finga di non ricordarsi, o se devo preoccuparmi di un'eventuale crisi epilettica con assenza il che mi farebbe sospettare il peggio visto che non è affetta da epilessia. Credete che sia il caso di sottoporla ad esami diagnostici? Credete che sia il caso di portarla da uno specialista anche se la cosa dovesse rimanere isolata? Ho molta paura, temo che ci sia qualcosa di organico che potrebbe aver generato la crisi epilettica in seguito allo stress emotivo subito. Mia madre ha 60 anni, pluripara, madre di 4 germani e con due aborti subiti (di cui il primo contro la sua volontà, nel senso che dopo di è pentita ma nessuno l' ha costretta). Al momento è in terapia sostituva con pillole estroprogestiniche per la menopausa. No problemi vascolari, normopeso, nessuna malattia pregressa o in atto, non fumatrice, astemia, alvo regolare e ottima salute generale. Cosa posso fare per aiutarla, oltre ad evitare di affrontare certi discorsi si quali pare essere molto sensibile? Grazie e scusate per la lunghezza.
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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17 20
Contro la sua volontà perché dopo si è pentita non ha senso in italiano...Lei ha voluto farlo ed ora davanti alla società misogina si giustifica con il pentimento...che è una parola dal significato religioso o delinquenziale.
Lei non le prende praticamente mai... non ha senso in italiano... visto che gliele da lei stessa...sbagliando.
A volte il miglior sordo è chi non vuol sentire...ci ha pensato?
Siccome è stato un episodio tragico, sulla base di quale criterio lei vuole farglielo ricordare nei dettagli?
Forse sua madre sta glissando per evitare di nuovo la tragedia del confronto.
Siccome sua madre ha sessant'anni un check up è sempre consigliato.

Lei non è un medico e sedare sua madre con le benzodiazepine è stato un errore, che per fortuna non ha prodotto danni evidenti.
Quali erano i discorsi sui quali è molto sensibile?

Preoccuparsi della salute fisica di sua madre ma somministrarle farmaci a casaccio, obbligarla a rimuginare i litigi pregressi, metterla in condizione da doversi disperare in una conversazione, non tenere in alcun conto i pareri di sua madre e i suoi punti di vista, in quale modo fanno di lei una persona che si preoccupa di sua madre?

Dr. Manlio Converti

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dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gentile dottor Converti,
la ringrazio per i suoi guidizi morali e le lezioni di lingua italiana. Noto con piacere che ha comunque colto il senso della frase, ovvero che l' episodio in questione contrasterebbe con la sua volontà attuale, cioè si è pentita.
Il fatto di cui discutiamo l' ho citato io solo perchè lei spesso si è confidata con me di questo "errore" ed io l' ho sempre sostenuta sul punto dicendole che non deve sentirsi in colpa poichè in quel momento ha ritenuto giusto farlo e le condizioni in cui viveva erano diverse da quelle attuali. Non ho rinfacciato mai questo episodio a mia madre, non era questo il contenuto della discussione. Si parlava del fatto che devo allontanarmi per motivi di studio e lei non vuole che io la lasci, perciò le ho fatto notare che il suo discorso è egoistico ma ha reagito così. Ho raccontato dell' aborto perchè credo che sia una cicatrice che in lei non si rimargina e la porta a sentirsi in colpa e a perdere il controllo in tutte quelle situazioni in cui si vede criticata nel ruolo di madre. Avrà notato che ho descritto sintomi e probabili cause perchè sono al sesto anno di medicina perciò sapevo esattamente cosa facevo quando le ho dato l' alprazolam. Vorrei un parere da chi ha più eseprienza di me circa la possibilità di consultare un neurologo per un problema organico (temo che abbia avuto una crisi epilettica ma non riesco a capire se finge di non ricordare o se non ricorda davvero). Se Lei ritiene più opportuno che me ne lavi le mani solo perchè ci ho litigato (e non accadeva da anni di avere diacussioni con lei) lasci gentilmente il campo ai suoi colleghi che abbiano intenzione di fornirmi un parere medico.
In particolare vorrei sapere se una tale manifestazione di dolore, seppur drammatica, può considerarsi una crisi isolata o se invece sarebbe il caso di approfondire anche dal punto di vista psichiatrico. Faccio presente che mia madre è molto religiosa e non crede che i medici possano aiutarla ma preferisce affidarsi alla preghiera e agli esorcisti. Anche se sono stato un bimbo cattivo litigando con lei, che ci crediate o no vorrei davvero poter fare qualcosa di concreto per evitare che soffra così quando si discute in maniera più animata del solito. Devo aggiungere che non mi ritengo offeso dalle parole del dott. Converti poichè potendo tornare indietro eviterei di usare frasi pesanti come "non ce la faccio più a vivere quì" o "non mi hai aiutato quando ne avevo bisogno". Mi dispiace molto di averla ferita ma ero arrabbiato e ho sbagliato completamente la scelta delle parole. Non credevo che avrebbe reagito così perchè non lo aveva mai fatto prima (con me,mentre con mio padre capitava spesso fino a qualche anno fa).
Un' ultima cosa dott. Converti: come si permette di dire che io non ascolto i pareri di mia madre e le faccio rimuginare i litigi pregressi? Da cosa ha dedotto queste informazioni? Io le ho fatto male quando le ho detto che non mi ha aiutato quando ne avevo bisogno ma è ovvio che non lo penso realmente, o meglio non gliene facio una colpa poichè non sapeva come aiutarmi. Forse Lei è perfetto ma a me capita di dire cose pesanti quando sono arrabbiato e di solito chi ho di fronte (compresa mia madre fino a ieri) non reagisce così ma mi affronta. Mi pento amaramebte di averla ferita ma in quel momento volevo farle capire che se vuole aiutarmi nella vita deve fidarsi anche delle mie scelte. Sottolineo che ho usato le parole peggiori per esprimere il concetto ma di questo abbiamo già parlato stamattina e mi sono scusato con lei. Ora il mio problema è capire cosa le è successo davvero ieri sera durante quegli interminabili 4-5 minuti di terrore.
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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17 20
Il problema da capire è se la strategia della vostra famiglia che lei ha acquisito con l'apprendimento sarà efficace per bloccarla o meno a casa di sua madre.
Avendo chiarito infatti meglio la questione, è evidente che l'inclinazione ad affrontarsi violentemente le è congeniale ed era atteso il ruolo Edipico suo e la reazione simmetrica a quella con suo padre di sua madre.
Ci sono altre persone in quella casa (padre, fratelli, sorelle?) Sua madre resterebbe sola?

Lo ha scritto lei che ha cercato di farle ricordare l'evento accaduto e che lei non ricordava tutto, questo è rimuginare, da una parte, dall'altra è evitarlo per usare questo come chiave d'accesso ai sensi di colpa ed ottenere di mantenerla legata a sè.

Non mi sembrano tanto orribili le frasi che lei ha descritto e nessuna di queste, nè i precedenti aborti, nè il comportamento eretico di sua madre (o gli esorcisti fanno parte della religione ufficiale? a volte mi confondo).

A volte la religione è un paravento ai propri comportamenti. Un modo per ottenere dagli altri un ruolo sociale, altrimenti assente.

Sua madre ha interessi al di fuori di quelli assegnati ad una madre pia e casalinga?

Se sua madre ha, come ho già scritto, fatto un check up di recente e non presenta fattori di rischio, non ha senso la sua diagnosi.
D'altra parte, mi scusi, lei ancora non è medico e non ha un'esperienza nel campo. Il suo ruolo di figlio interferisce probabilmente in questo ambito, sovraccaricato di sensi di colpa.

Come ho già scritto, solo l'età suggerisce un check up (a meno che non l'abbia fatto di recente e sia risultato negativo).

Lei stesso nella sua seconda descrizione ribadisce il concetto di comportamento dimostrativo in ambito conflittuale familiare.

[#4]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gentile dottore Lei si sforza di interpretare in maniera psicodinamica il mio ruolo e quello di mia madre ma credo che non sia possibile fornirle tutti i dettagli di cui avrebbe bisogno tramite un consulto on line.
Io non l' ho vostretta a ricordare, anzi cercavo solo di chiederle scusa perchè non mi aspettavo per biente una reazione del genere. Il comportamento di ieri sera di mia madre è stato estremamente differente rispetto al normale poichè con me non aveva mai fatto cose del genere. Comunque c' era anche mio padre e lui le ha chiesto di calmarsi perchè quando è uscita di casa si è spaventato. È stato allora che lei ha negato di aver aperto la porta e di essere uscita e questo mi fa preoccupare. Spero di aver chiarito meglio la cosa adesso. Non c' è bisogno di scomodare Euripde e Freud, non ho nessuna intenzione di mettermi a capo della famiglia e di spodestare mio padre. È semplicemente degenerata una discussione in cui io affermavo di aver bisogno di trasferirmi perchè non sto più bene nel mio paesino di provincia dove mi sento troppo sotto pressione (e su questo aspetto cognitivo sto lavorando con lo psichiatra)ma il problema è che mia madre crede che me ne vada da lei. Io ci sto male perchè vorrei riuscire ad accontentarla ma ultimamente ho avuto troppi pensieri negativi standomene a casa a rimuginare perciò vorrei tornare a vivere in città per riprendere i contatti con i miei colleghi. Siccome sono irascibile credo sia meglio per tutti che me ne stia un po' da parte per pensare alle cose serie della mia vita (quì mi intrappolo spesso in discorsi autolesionisti su cosa farò dopo la laurea, dove andrò, ecc...). Ho già ammesso più volte di essermi espresso in manoera infelice ma la mia personale esperienza in questa famiglia mi insegna che per fortuna dopo un litigio si riesce a personarsi a vicenda e tirare avanti. Quanto alla religione credo che sia una ricchezza per mia madre perchè le riempie la vita. Io a rispetto molto e cerco di riflettere sugli insegnamenti cristiani che mi da pur non essendo un cattolico praticante.
Ad ogni modo La ringrazio di cuore prima di tutto per il tempo che mi sta dedicando, e inoltre vorrei solo chiederLe conferma sul suo giudizio diagnostico: crede che non ricorra in moa madre un motivo di preoccupazione ulteriore circa la presenza di danni cerebrali organci rispetto alla popolazione generale con le stesse caratteristiche?
Inoltre Le chiedo, visto che ormai siamo entrati nel merito della discussione che ho avuto con lei, cosa ne pensa del fatto che io mi senta in dovere di starle vicino pur sapendo che ho bisogno di pensare per un po' di tempo solo ai miei studi. Mi creda, vorrei poter aprire un manuale e leggere cosa fare per non ferire o deludere le persone a cui tengo.
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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17 20
Scegliere significa tagliare...
Tagliare significa separare...
Perdere qualcosa...
Lei non potrà mai mettere d'accordo capre e cavoli.

Prenda una decisione.

Faccia la sua vita o il medico personale di sua madre.

Suo padre e sua madre sono capaci di accudirsi adeguatamente senza di lei, immagino.

Le sue premure eccessive, i suoi sensi di colpa, la sua irascibilità, la sua incapacità a scegliere...

Ha mai pensato di fare una psicoterapia?

[#6]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Sì dottore ci sto lavorando da un paio di mesi con uno psichiatra. Mi premeva ricevere un parere da un esperto sulla crisi simil-epilettica cui ho assistito ieri sera. È stato molto chiaro a riguardo. Grazie ancora per il consulto, l' ho trovato utile e mi ha offerto degli spunti di riflessione. Saluti.
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