Antidepressivi e ansia, un circolo vizioso

Buongiorno,

vi scrivo per condividere alcune brevi riflessioni relative alla mia esperienza con ansia e psicofarmaci.
Da diversi mesi ormai soffro di quello che è stato definito "disturbo d'ansia somatoforme" che mi ha anche portato, tra altre cose, a soffrire d'insonnia.

Mi sono stati prescritti diversi farmaci: all'inizio alprazolam, mirtazapina, cipralex e poi neurontin, dogmatil e trittico.
Trovandomi alla mia prima esperienza con questo tipo di problema ho accettato questi farmaci credendo di trovare un valido sostegno. Purtroppo mi sono presto accorto che questi farmaci sono una vera e propria arma a doppio taglio.

Dopo un iniziale e breve sollievo, ho subito avvertito gli effetti collaterali di questi farmaci e la lettura dei foglietti illustrativi mi ha causato profonda angoscia. In sostanza l'assumere questi farmaci ha alimentato la mia ansia e ha creato in me una notevole confusione: non so più distinguere i sintomi causati dall'ansia dagli effetti collaterali dei farmaci. Tutto questo provoca in me ulteriore apprensione che mi ha portato ad effettuare numerose visite specialistiche.

Pensandoci un po', e mettendo sulla bilancia i pro e i contro, sono fortemente tentato di "ripulire" il mio organismo da questi farmaci. Tentazione che, da quanto leggo in rete, è venuta a molti.
A questo pensiero però seguono immediatamente altre preoccupazioni: l'abbandono dei farmaci deve avvenire in modo graduale e (da quanto ho letto) durante la "discesa" agli effetti collaterali si sommeranno altri sintomi legati alla crisi di astinenza.
Discuterei la modalità di abbandono con un medico ma, considerato quanto detto, temo che il periodo di transizione possa essere per me molto difficile. Mi sento quasi costretto a prendere certi farmaci anche se il mio buon senso mi dice che dovrei smetterli.

Mi chiedo spesso come uscire da questa - per me - intricata situazione.
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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17 20
Molto divertente come questione.
Lei chiede ad un medico online, che forse è meno medico di quello dal vivo, di autorizzarla a sospendere i farmaci.
D'altra parte lei non sta bene con quei farmaci.
Forse deve cambiarli, ma sempre secondo il parere del suo medico, quello dal vivo.

Dr. Manlio Converti

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buon giorno dottore,

forse mi sono espresso male, ma non intendevo chiedere l'autorizzazione a sospendere farmaci ma volevo condividere quelli che credo siano i leciti dubbi di una persona molto preoccupata per la propria salute e che fino a pochi mesi fa non prendeva farmaci di alcuni tipo.

Lo so che i commenti lasciati in rete a volte non fanno testo, ma quelli che ho letto sono di altre persone alle prese con farmaci ed effetti collaterali riscontrando spesso un tema comune: "meglio non averli presi".

Tolto di dubbio che sia opportuno rivolgersi ad un medico prima di interrompere o ridurre le dosi di un farmaco, mi interessava sostanzialmente il commento di un esperto sul circolo vizioso in cui molte persone si vengono a trovare.
[#3]
Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17 20
I farmaci non sono sempre efficaci, ci sono gli effetti collaterali, la somma di questi due, da una parte, ed il disastro che ci sarebbe a non prenderli non sono facilmente paragonabili.
D'altra parte chi sta male in modo più o meno grave dal punto di vista psichiatrico non sempre può restare senza fare nulla e senza farmaci senza conseguenze disastrose.
Qui in rete ovviamente finiscono le lamentele di chi ha dovuto scegliere tra due mali quello minore e spera sempre di poter stare del tutto bene.
Questo però non è sempre possibile e la risposta migliore è quasi sempre quella trovata dal medico dal vivo, con la psicoterapia ed il cambiamento di stile di vita, quando è considerato utile.
Migliore però non significa perfetta o del tutto gradita... significa solo migliore del disastro che ci sarebbe senza...
[#4]
dopo
Utente
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Grazie dottore per l'intervento e la sua opinione.
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