Cosa fare?

Buongiorno, vi scrivo per mio fratello...ha 33 anni.
premetto che è sempre stato una persona chiusa almeno con noi della famiglia, di lui abbiamo sempre saputo poco.
4 anni fa' iniziano i problemi...lamenta che a lavoro parlano male di lui lo accusano di ricevere dei favoritismi, dopo mesi di "sopportazione" (così riferì) decide di licenziarsi, contemporaneamente accusa sia me che mia sorella di fare cose contro di lui, si isola dagli amici di sempre parla solo con i nostri genitori.l'anno scorso si e inscritto all'universita' ha frequentato il primo anno con successo esami a pieni voti ma contemporaneamente s'innamora di una conpagna di studi, lei non contraccambia ma lui non molla finche' viene traferito per il secondo anno in un altra citta' promettendogli di tornare per frequentare il terzo. Va' in crisi, sta' male e questo lo spinge a ricontattarmi e a confidarsi con me di tutto il suo malessere cioe' LEI, ma la cosa che mi preuccupa tanto e' che sono 2 mesi che fa' accuse sui nostri vicini dice che lo controllano e che vogliono creargli delle difficolta' con questa ragazza...(ovviamente non va' dai vicini ad accusargli..lo dice solo a me). ho provato in tutti i modi a convicerlo ad andare da uno psichiatra dicendogli: andiamo insieme, ti accompagno voglio capire anch'io cosa sta' succedendo, accompagnami io ho bisogno di capire cosa non va'...ma nulla, riferisce "che vuole farcela con le sue forze a superare questo periodo di allontanamento da LEI e a cercare di non dar peso alle cose che dicono i vicini".....non so' piu' cosa dire per convincerlo...ho paura anche ad insistere perche' temo che possa richiudersi in se stesso e non confidarsi piu', ho fatto fatica a guadagnare la sua fiducia (a volte è sospettoso anche con me), mi rendo conto però che è necessaria una visita psichiatrica ed eventualmente una terapia...ma esistono le cosiddette "parole magiche" che possano convincerlo? ho devo rifiutarmi di parlare con lui di queste cose in modo da metterlo con "le spalle al muro" e cosi facendo potrebbe venire con me dallo psichiatra? ho rischio di perderlo, considerato che lui "è abituato" a non parlare delle sue cose?...non so proprio che fare!!!..Vi ringrazio anticipatamente per i Vostri consigli
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Provi a dirgli cose generiche del tipo "vorrei vederti sereno", "tu non stai bene" e faccia capire che sarà anche come dice lui colpa di qualcuno, ma questo non cambia il fatto che adesso lui sta male. Sottolinei il fatto che una visita non comporta alunché se non un consiglio su come star meglio, e che non si parlerà della ragazza o non ci si addentrerà per forza su cose di cui lui non vuole parlare, più che altro la visita consisterà nel capire che sintomi ha e che ragionamenti fa sulla sua condizione. Si può far leva su aspetti tipo il dormir male, l'essere dimagrito o "deperito", l'essere sottoposto a stress per cui è meglio evitare un successivo crollo e farsi visitare prima etc.
Se funziona così, bene. Altrimenti secondo me è utile prendere una posizione decisa, farsi carico come familiare della cosa, nel senso di accompagnarlo ed essere autorizzati a riferire anche la propria versione al medico, ma far capire che si assume un atteggiamento deciso per evitare di vedere la persona soffrire, senza criticarlo mai nel merito di quel che pensa o dice.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
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Grazie dottore della risposta ma voglio essere sicura di aver capito bene il senso,dovrei dirgli: andiamo dallo psichiatra perchè sono preuccupata sul tuo stato di salute così se tu me lo permetti, gli spiego anche quello che penso al riguardo con il fine di vederti stare meglio.
Sà dottore in passato lui mi ha detto NO tante volte, questa presa di posizione l'ho provata....la sua risposta(quando stà tranquillo): "no non serve, lui non mi può dare lei, il mio benessere è stare con lei, se non sarà lei vuol dire che resterò per sempre solo" quando invece è agitato la sua risposta:"no non insistere ti ho detto che non serve" a quel punto lò lascio parlare finche' si calma perchè in quei frangenti "sparla di cose che non esistono", passata la "bufera" posso tornare sui discorsi della salute, che vorrei vederlo meglio, di investire le sue energie su progetti per il futuro piuttosto che "stressarsi a dar peso a quelle cose che sente", anche perchè senza salute rischi di non avere nè lei, e nè nient'altro...su questo stò aspettando ancora una sua risposta.Dottore può trattarsi di schizofrenia?...potrà mai guarire se collabora nell'intraprendere una terapia?...grazie
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Utente
Utente
Grazie dottore,proverò....volevo approfittare nel chiederle anche un altra cosa...io stò insistendo molto nel dirgli di andare da un medico per stare meglio al fine di investire le proprie energie su come gestire meglio il futuro invece di perdere tempo a "farsi stressare dalle cose che sente dai vicini", su queste argomentazioni stò aspettando ancora una sua risposta (speriamo mi dica SI, andiamo);
dottore può trattarsi di schizofrenia?...se decidesse di seguire una terapia potrebbe guarire?.. e se non accettasse una terapia come potrebbe evolversi la sua situazione? Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Domande che rimangono tali. La schizofrenia non è l'unica malattia in grado di produrre queste manifestazioni comunque.
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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 327 8
Gentile utente,
La condizione che ci riferisce è uno scoglio arduo, questo però non vuol dire insuperabile. Per affrontarlo occorre una grossa tenacia e costanza. Potrebbe accadere che suo fratello possa avere un ripensamento, un tentennamento o un peggioramento che lo inducano a chiedere aiuto. Pertanto potrebbe essere utile, tenendo a mente ciò, essere pronti ad accogliere le sue richieste, senza logorarsi eccessivamente in infruttuose insistenze continue, ma cogliendo l'attimo goisto per offrirgli l'aiuto di uno specialista. Consiglierei di affiancare all'approccio affettuoso che appare essere in atto, un atteggiamento autorevole, non eccessivamente autoritario ma autorevole, che possa servirgli da sponda nei momenti di maggior crisi. Se si tratti di schizofrenia o meno è difficile da definire, i sintomi sembrerebbro di un delirio paraoideo. Comunque, tenga presewnte che anche casi piuttosto gravi possono tratte apprezzabili giovamenti da terapie ben impostate.
Cordiali Saluti

Cordiali Saluti

dr Giovanni Ronzani

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Utente
Utente
grazie dottori per le risposte, solo che non capisco dove e come esternare la mia autorevolezza, in quali momenti?..può dottere cortesemente farmi un esempio pratico?...volevo anche dirvi che lui tra qualche giorno si trasferisce in un altra citta' per gli studi quindi praticamente non vedendolo non sò piu' come rendermi conto del suo stato d'animo (fino ad adesso era a casa e mia madre mi faceva da ponte).Voi dottori, considerando che ci sentiamo quasi tutti i giorni (è lui il piu' delle volte che chiama)è opportuno anche dopo continuare a sentirci con questi ritmi considerando che ogni qualvolta "devo" condividere i suoi "deliri" o sarebbe meglio offrirgli il meno possibile questo suo canale di sfogo e magari cercare di indurlo a parlare di altro?..Mi dice sempre che devo "sopportarlo" per un anno cioè il tempo che resterà lontano da lei (la ragazza di cui dice di essere innamorato).Scusate per le varie domande, ma per me è tutto così difficile ho paura che non volendo io possa dire o fare qualcosa di inopportuno e rischiare di perdere i contatti con lui ma mi rendo anche conto che sono due mesi che ho questi ritmi ed ho paura di non farcela a convincerlo ad andare da uno specialista e intanto il tempo passa e sono terrorizzata dal fatto che lui torni a rivedere lei e frequentare la sua stessa facolta' senza essere riuscita ad averlo portato da una specialista, ho paura che in quel contesto la cosa possa precipitare e chissà con che conseguenze...Vi ringrazio anticipatamente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,
ma questi non sono esattamente problemi tecnici di tipo medico. Se vuole può ripetere il consulto nella sezione psicologia, forse le diranno qualcosa di più preciso.
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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 327 8
Gentile Utente, in questo contesto, purtroppo mancano le condizioni per poter offrire risposte più dettagliate. Le posso comunque dire che potrebbe essere utile cercare di superare la paura di base che pervade il vostro rapporto. Capisco che è facile a dirsi e ben diverso da realizzarsi. Credo che potrebbe essere opportuno cercare il supporto delle istituzioni locali. Forse potrebbe valere la pena dare un'occhiata al CIM di zona, quasi sempre sono organizzati anche per visite domiciliari.
Cordiali Saluti
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Utente
Utente
Buongiorno dottori torno di nuovi a scrivervi per mio fratello la situazione è rimasta pressochè invariata è tornato in università ma anche lì i problemi lo "seguono" qualsiasi frase sente, anche casuale lui la riconduce e se stesso e gli mette agitazione, ho consultato uno psichiatra il quale mi ha consigliato come ultima posssibilità di convincimento ad una visita psichiatrica, di tagliare i ponti con lui, spiego meglio: non dargli più la possibilità di ascoltarlo quando inizia a parlarmi dei "suoi deliri", dicendogli che questi argomenti mi preoccupano tanto e mi fanno stare veramente male, quindi, "ho viene con me da uno specialista il quale può darmi una mano ad affrontare questi argomenti che mi racconta, oppure non deve più parlarmi di queste cose. Voi cosa ne pensate? e' veramente questa l'unica soluzione che in questi casi potrebbe funzionare? devo veramente "abbandonarlo" e non dargli pu' una "valvola" di sfogo?...grazie per eventuali risposte
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

non credo di possa dire di più anche perché è un caso "fantasma" cioè non conosco la persona, quindi più che un'indicazione generica non posso fornire.
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Utente
Utente
Buonasera torno di nuovo a scrivervi perche' ho avuto un piccolo riscontro con mio fratello. Sono riuscita a convincerlo ad accompagnarmi dallo psichiatra, è venuto a fatica (solo per fare un favore a me) il colloquio è durato un oretta ma il medico è riuscito a fargli dire ben poco, mio fratello non è stato disponibile a parlare con lui se non qualche volta come risposta a qualche piccola provocazione da parte del medico.
il giorno dopo parlando con lo psichiatra sulla malattia di mio fratello mi ha detto che soffre di delirio erotomatico e che è anche ben strutturato ha idee di riferimento per qualsiasi cosa, e se lui continua a rifiutare le cure resta solo da aspettare che faccia qualche gesto serio con il quale poi si sarà costretti ad intervenire.per quanto riguarda la mia posizione mi ha consigliato davanti a lui di tagliare tutti i rapporti con mio fratello (tanto lui mi stà consumando come una candela)..testuali parole del medico!!!!
Lo psichiatra insiste nel dire che solo con il mio allontanamento si può sperare in un'altra possibilita' più concreta che lui possa accettare di farsi curare...
sono sconcertata non sò che fare...chiedo anche un vostro parere da psichiatri...attendo con ansia una risposta...grazie.
PS: mi fà male l'idea di abbandonarlo..non sò proprioi che fare
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

purtroppo non abbiamo una diagnosi: delirio e idee di riferimento sono sintomi comuni a malattie diverse.
Un consiglio in maniera così secca personalmente non sono solito darlo, perché un paziente delirante lasciato a sé stesso certo non migliora o si rende conto di esser malato soltanto per questo, magari può stare peggio, non trovare aiuto in chi prima glielo dava nelle situazioni di emergenza e quindi....e qui c'è il punto interrogativo, perché può scegliere di rivolgersi ad un medico (il che implica che comunque abbia un malessere collaterale di cui perlomeno si rende conto) oppure vada dietro al suo delirio con conseguenze imprevedibili, dipende dal tipo di delirio e dalla gravità della condizione. Ma alla fine di questo colloquio non è stato comunicato al paziente: "lei si dovrebbe curare" o cose simili ?
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Si, il medico gli ha detto che da solo non può farcela, perchè ha messo questa ragazza come unica cosa importante nella sua vita, gli ha detto che è in una situazione grave e che ha bisogno di aiuto...ma lui non ha risposto nulla..anzi lo psichiatra in modo provocatorio gli ha detto che probabilmente non stà così male altrimenti accetterebbe di parlarne...lui gli ha risposto: "non è vero che non stò male ma con tutto il rispetto nella sua professione non intendo parlare delle mie cose personali con lei"..testuali parole di mio fratello.
Dottore Pacini non ho capito bene la sua risposta per quanto ruiguarda la mia posizione, penso che io non volendo sono in una posizione molto delicatae e di responsabilità, se succedesse qualcosa abbandonandolo non me lo perdonerei..che situazione!!!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Non è possibile trovare una soluzione a questo problema parlando con un medico che non conosce il caso. Quindi la pregherei di non insistere su una "soluzione" che non è possibile definire ulteriormente, perché non necessariamente deve esserci "per forza" qualcosa di intelligente da fare in queste situazioni. Più che chiedere consulti medici e accompagnarcelo non vedo cosa potrebbe fare di concreto. Darle consigli ulteriori non avrebbe molto senso perché non conosco il caso. Lo ripeto.
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Utente
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***ATTENZIONE!***
Salve dottori, torno di nuovo ad aver bisogno di voi, non sò se ricordate il caso di cui 2 mesi fà vi ho parlato...praticamente è rimasto tutto invariato, mio fratello coninua con il suo solito pensiero fisso per quella ragazza e di intraprendere un percorso curativo da uno psichiatra non ne ha nessuna intenzione...Mi chiedo: è possibile che parlando sempre con lui per mesi e mesi dicendogli sempre che deve curarsi non è possibile fargli cambiare idea?..difronte a persone che soffrono di questo problema secondo la vostra esperienza in merito, neanche dopo lungo tempo di fermezza da parte mia si può ottenere qualche risultato? questo tipo di malattia non lascia nessuna possibilità di cedimento a voler valutare altre soluzioni al di fuori della loro "realta'"?...grazie in anticipo per un eventuale risposta
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

secondo me dovrebbe riproporre la questione nella sezione psicologia. Perché riguarda la gestione del problema da parte sua. Rispetto all'altra persona, senza diagnosi o altri elementi, non si possono dare ulteriori consigli.