Terapia Alcolismo

Gentili Dottori,
vorrei un vostro parere riguardo la terapia che sto seguendo per combattere la mia compulsione all'assunzione di bevande alcoliche.

Sono ormai quasi 10 anni che abuso di alcol a fasi alterne della mia vita in maniera più o meno pesante. Finalmente decisomi a prendere provvedimenti dopo tante terapie andate male, sono stato in un centro psichiatrico di riabilitazione/disassuefazione per 30 giorni.

Ovviamente ne sono uscito rinato.

La diagnosi dell'equipe medica è stata quella di un abuso di alcol associato a Depressione e GAD, in effetti l'ansia (anche portata dall'assunzione di alcol stesso) condiziona spesso la mia vita da molto tempo, da qua l'uso del bere come auto-medicazione.

Ora sono in cura con la seguente terapia:

  • Paroxetina 20mg la mattina, nel caso innalzabile a 40mg tra qualche mese (negli anni ho provato quasi tutti gli SSRIs, questo è l'unico con cui trovo un effetto sedante e non attivante);
  • Rivotril 2mg, 1mg mattina 1mg sera (ho provato anche Lyrica, ma l'effetto svanisce veramente presto e io sento il bisogno di non provare ansie, pressioni che mi portano a comportamenti compulsivi)

Potreste darmi il vostro parere su questa terapia a lungo termine? So che le benzo non sono proprio il massimo e c'è rischio di dipendenza, voi che ne pensate?

Io sinceramente non vedo altra scelta nel senso che così l'ansia non mi sale e il craving è diminuito molto.

Si sottintende che ho provato tutte le altre cure per alcol come Disulfiram, Acamprosato, Nalmefene, tutte o inefficaci o con effetti collaterali insopportabili come forti vertigini, sudorazione, nausea da non riuscire a svolgere nessuna attività quotidiana/lavorativa

Grazie molte per il vostro parere e buona Pasqua

ps. aspetto in particolare l'opinione del Dott.Pacini, che so essere un esperto in questo tipo di tematiche

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

L'abuso e la dipendenza sono due condizioni diverse. Questa terapia contiene lyrica e rivotril che possono essere utili nel trattamento del disturbo da uso di alcol, ma se sta procedendo con una serie di disintossicazioni significa che il decorso è ancora quello cronico-recidivante, e non è stato modificato.

Tra le cure elencate non figurano il naltrexone, il ghb. Il disulfiram se lo ha provato assumendolo in autonomia non è praticamente da considerare come provato.
Per l'abuso associato a disturbi dell'umore si usano alcuni farmaci noti anche come stabilizzanti (uno è il lyrica).

L'uso degli antidepressivi è invece discutibile, sicuramente non incide sul decorso del bere patologico.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile Dott. Pacini,

Grazie per la risposta. Si allora Le faccio alcune precisazioni.
In effetti possiamo parlare di dipendenza vera e propria, sono andato incontro a svariati episodi di "alcohol withdrawal syndrome" in tutti questi anni, con sintomi che lei può immaginare...di peggio anche un episodio di pancreatite acuta fortunatamente diagnosticato in tempo al pronto soccorso. La dipendenza quando non è stata fisica comunque permaneva psicologica.
Ora grazie alla disintossicazione completa in clinica e i farmaci sono sobrio e devo dire felice da quasi due mesi, però certo la mente spesso ci ricasca al pensiero...
Vorrei solo assestare una terapia a lungo termine che mi permetta di evitare il più possibile ricadute, che finora non ci sono state. Secondo lei la terapia (nel senso l'uso di questi farmaci come paroxetina, rivotril, lyrica) può andare o potrei consigliare qualcosa al mio psichiatra da aggiustare/aggiungere? Le benzodiazepine mi stanno aiutando molto ma può rimanere una cosa a lungo termine? Ogni suo suggerimento è benvenuto.

Per quanto riguarda i farmaci Le spiego: l'antabuse l'ho assunto sotto supervisione familiare per 20 giorni ma gli effetti collaterali sono stati intollerabili; il naltrexone non l'ho provato perché da quanto mi era stato detto il nalmefene sarebbe la sua evoluzione, il fatto è che mi dava forti vertigini preso prima della bevuta che alla fine nemmeno riuscivo a uscire di casa; l'alcover mi fu dato in un sert ma siccome a loro dire il trattamento potevo farlo soltanto da loro perché non è acquistabile in farmacia ho rinunciato.

Grazie ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"Ora grazie alla disintossicazione completa in clinica e i farmaci sono sobrio e devo dire felice da quasi due mesi, però certo la mente spesso ci ricasca al pensiero..."

Questo è il decorso dell'alcolismo, non è una terapia. Il criterio "ripetute disintossicazioni con ricaduta" indica l'alcolismo, quindi non è che l'ennesimo ciclo di questo tipo abbia a che vedere con una qualche soluzione che si prospetta.
Anche perché certamente disintossicando si sta meglio, ma questo che c'entra con la terapia della dipendenza ?

L'alcover mi risulta sia disponibile in farmacia, probabilmente a carico del paziente.
Il rivotril è una benzodiazepina particolare, che si presta ad un uso prolungato per alcune sue caratteristiche.
Altri medicinali diciamo lyrica-simili sono ipotizzabili (valproato, topiramato).


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Utente
Utente
La ringrazio per i consigli e complimenti per gli articoli molto esaustivi del suo sito, sono un prezioso aiuto.

Buona Pasqua
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Utente
Utente
Gentile Dott. Pacini,

La aggiorno sulla situazione di questi mesi e spero in un suo consiglio:
Ho avuto una breve ricaduta (3 giorni) che mi ha portato ad assumere oltre alla terapia sovramenzionata anche disulfiram 200mg somministrato ogni mattina da un membro della famiglia. Per ora procedo bene rispetto al primo tentativo quando avevo iniziato con 800mg/400mg, dose che mi faceva stare parecchio male. Ho anche tentato di bere mezza birra e la reazione è stata piuttosto violenta, percui direi che la dose la posso mantenere magari, come mi è stato consigliato, con dei controlli periodici dei valori epatici (per ora sono nella norma).
L'umore ora è quello classico degli antidepressivi: piatto...così come i disturbi sessuali che sono notevoli, ma quello che mi crea problemi sopratutto è l'insonnia: nonostante il clonazepam che risulta perfetto per l'ansia il giorno poi alla sera non riesco a prendere sonno nonostante giornate piene e dormo max 3 ore per notte.
Il medico mi sta facendo provare stilnox in questi giorni come tentativo da prendere prima di coricarmi 1 compressa, ma non trovo alcun beneficio, anzi forse con la speranza dell'effetto finisce che prendo sonno ancora più tardi. Stavo pensando di suggerire al mio medico trittico che molto tempo fa prendevo a basse dosi e sembrava funzionare ma non so se con la terapia del momento potrebbe avere degli effetti avversi, o magari aumentare clonazepam a 3 somm/die. Cosa mi consiglia per ridurre questo problema?
Le ricordo la terapia:
Eutimil 20mg la mattina
Rivotril 2mg diviso in 1 mattina uno sera
Etiltox 200mg la mattina

Grazie ancora Dott Pacini o chiunque voglia aggiungere consigli al consulto

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Ora c'è una terapia per l'alcolismo, e c'è stato un effetto da intossicazione bevendo la birra. Cioè così come deve essere perché la cura funzioni. Ma è poco, quindi da ora in poi è probabile che abbia ancora episodi, e che questi episodi consistano (ancor prima che bere sul disulfiram) nel tentare di non prendere il disulfiram. Alcuni cercano di convincere il familiare, in altri casi i familiari si vogliono convincere che non serve, in altri ancora i familiari non possono materialmente darlo ogni giorno per mesi e mesi etc, in altri addirittura scoppiano liti e volano mani e piedi, e quindi la terapia non prosegue se alla fine il disulfiram, per un motivo o per l'altro, fosse anche per caso, è interrotto.
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Utente
Utente
La ringrazio Dottore, spero di riuscire a seguire la terapia al meglio in questi mesi anche se come da Lei appena descritto il baratro è sempre a un passo.
Per quanto riguarda il secondo problema cosa potrebbe consigliarmi?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Niente perché non si danno indicazioni sulle cure da assumere.
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Utente
Utente
Gentile Dott.Pacini,

Le rinnovo la stima che ho per lei e la seguo sempre nei suoi consulti e articoli.
Vorrei aggiornarla sulla mia situazione attuale così da poter avere qualche consiglio visto che pur essendo seguito da un psichiatra/psicoterapeuta settimanalmente non trovo tutte le risposte che cerco, soprattutto riguardo alla terapia.
Come lei stesso ha scritto tempo fa la tendenza cronico-recidivante del problema è rimasta, anche se bevo molto meno rispetto anche solo a un anno fa; la combinazione farmaci-psicoterapia mi sta aiutando.
Sono passato dalla paroxetina al depakin per circa 3 mesi, senza alcun tipo di spiegazione da parte del mio psichiatra, poi vista la tendenza ad ingrassare in maniera impressionante ho chiesto di sospenderlo, anche perché non notavo nessun miglioramento o effetto benefico.
Come farmaco anti-alcol su consiglio dello stesso sono passato ormai da qualche mese dal disulfiram al Selincro 1cps 1 ora prima prima del consumo, che funziona piuttosto bene se non fosse per dei forti effetti collaterali (vertigini, nausea, cefalea) che spesso mi portano anche ad evitare totalmente la bevuta dopo averlo assunto tanto il fastidio, crede sia normale provare questi effetti?
Avendo tolto il depakin e paroxetina quindi ora sono in terapia solo con clonazepam, che prendo alla dose di 2mg x 2 (mattina e sera). Il mio medico vorrebbe togliermelo, è ostinato, non è d'accordo col prendere una bdz per cosi lungo periodo, tra un po' mi negherà anche la ricetta immagino...io però continuo a dirgli di trovarmi benissimo con questa molecola, non ho mai più avuto attacchi d' ansia da quando lo prendo, non ho effetti collaterali ma anzi sembra aiutarmi a ridurre il craving per l'alcol. Vorrei chiederLe Cos ha di particolare che la contraddistingue da altre bdz? Magari potrebbe spiegarmi come sia possibile che senta un benvenuto effetto "stabilizzante dell'umore"? Dal mio psichiatra purtroppo non ho trovato risposte a queste mie domande se non che sia la peggiore tra tutte le bdz come dipendenza e la devo smettere prima possibile.
Tutto ciò mi pone un dubbio visto che non ho le competenze per giudicare...Secondo lei continuare il rivotril alla dose prescritta visto che così "sto bene" (e credo che questo sia l'obbiettivo) senza preoccuparmi di dipendenza da esso sia corretto o può portarmi alla lunga dei problemi?

Grazie tante Dr. Pacini per il suo tempo,

Cordiali Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Il clonazepam rispetto alle altre benzodiazepine ha come caratteristica che l'effetto è lento (non è l'unica), allo stesso tempo dà un segnale più potente delle altre, e l'effetto utilizza un profilo di recettori che lo rende meno utile per certi usi ma utile per altri, anche se in Italia è in commercio come antiepilettico.
Le sue proprietà di stabilizzazione dell'umore ad esempio, e le proprietà anti-dipendenza per sostanze che utilizzano i recettori per le bdz, come altre bdz d'abuso o l'alcol.
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Utente
Utente
Finalmente una risposta esauriente, grazie della sua professionalità come sempre Dr. Pacini.
Tutto ciò mi fa sottintendere che preso alle dosi prescritte il clonazepam può essere assunto per lunghi periodi senza alcun rischio se la terapia funziona, come nel mio caso. Eventualmente in futuro una sospensione graduale di 4mg al dì se fatta secondo indicazione medica spero non sia un grosso problema.
Purtroppo colui che mi segue di persona non la pensa così, ma mi rendo anche conto che non è ferrato in terapia delle dipendenze come Lei percui non gliene faccio una colpa, semplicemente continuerò a perseverare nel chiedergli di tenermi il farmaco in terapia.
Le chiedo solo un ultima domanda riguardo al nalmefene (ho letto anche i suoi articoli a riguardo nel sito, ben fatti) visto che come solito non mi è stato spiegato bene il funzionamento: gli effetti collaterali che le ho elencato nel post precedente col tempo scompariranno? Mi corregga se sbaglio ma se ho capito bene per far si che il farmaco agisca e cioè mettere in moto il meccanismo dell' "estinzione", il farmaco va preso esclusivamente se dopo si sa che entrerà alcol nel corpo, anche fosse solo un bicchiere. Ma NON va preso in giornate di totale sobrietà, anzi sarebbe controproducente giusto? Se non dovessero scomparire i fastidiosi effetti che provo varrebbe la pena che proponga al medico di provare naltrexone (quasi equivalente ma con sottili differenze se non sbaglio) oppure conviene rimanere col nalmefene? (che purtroppo ancora non è nemmeno mutuabile).

Grazie mille,

Cordiali Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Il clonazepam, per concludere, qualche effetto cognitivo lo può avere, idem sulla muscolatura. Questo però è un discorso generale sul bilancio benefici-effetti. Il suo uso invece è proponibile in maniera diversa da quello delle altre bdz, ben inteso per via orale.

Per quanto riguarda il nalmefene, esso è una riedizione di un vecchio tipo di farmaco anti-alcolismo, cioè il naltrexone, ancora disponibile.
Il nalmfene è stato introdotto in confezioni utili all'uso in chi ha ricadute infrequenti, nel senso che sono poche compresse.
In realtà l'uso può essere sia costante che solo nei giorni di bevuta, ma questo ultimo uso richiede una istruzione e una guida, perché in genere gli alcolisti non riescono a ragionare così, specie se istruiti prima a cercare di "trattenersi" fin quando possono. Chi ragiona in quest'ultimo modo non riesce a prenderlo correttamente, perché aspetta fino all'ultimo.
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Gentile Dr. Pacini,

Ha proprio ragione, il fatto del "trattenersi" per poi scoppiare in periodi di perdita di controllo negli anni è accaduto di frequente, passando da giorni e giorni di totale sobrietà a giornate fuori dal normale, come se dovessi scaricare una tensione accumulata.
Fortunatamente ad oggi sento che la terapia attuale mi sta aiutando parecchio a contenere l'ansia e il craving, quindi riesco a gestire eventuali giorni di ricaduta in maniera molto più serena, bevendo molto meno rispetto a periodi passati, pur rimanendo sempre in guardia perché ben conosco come tutto si regga su di un filo sottile.

Purtroppo sono distante più di 200km da Pisa, sennò sarei già venuto di persona per una visita, però ho in programma di venire in futuro se secondo il suo parere vale la pena anche solo per una volta per controllare la terapia farmacologica.
Nella mia zona di esperti in questo tipo di problematiche non ce ne sono e gradirei molto una visita di controllo da esperti come Lei.
Per un eventuale appuntamento in futuro potrò contattarla direttamente telefonicamente attraverso i numeri che trovo nel suo sito?

La ringrazio e Le auguro un buon lavoro,

Cordiali Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Il sito mio è http://www.psichiatriaedipendenze.it

Non visito solo a Pisa, comunque credo che cliccando sulla scheda compaiano tutti i recapiti delle varie sedi, tra cui Roma.

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