panico

Scusate sono nuova e mi sono iscritta adesso. Volevo chiedere il vostro parere perchè sto malissimo. Premetto che soffro di attacchi di panico da quando ho 20 anni e li ho curati per circa 7-8 anni con gli psicofarmaci. ogni tanto andavano e venivano ma sempre sotto controllo per via dei farmaci. Poi ho iniziato da tre anni un percorso di analisi lungo e difficoltoso e nel giro di un paio di anni ho smesso i farmaci riuscendo a contenere l'ansia.
Due mesi fa ho dovuto sospendere bruscamente il percorso perchè la mia terapeuta è rimasta incinta e nonostante ci siamo preparate a questa separazione da lì la mia vita è stata spazzata via, attacchi di panico, paura di impazzire, paura che qualcuno mi faccia del male, ho tanta paura di avere le allucinazioni e di stare impazzendo e che non tornerò più alla normalità.
D'istinto ho fatto tre sedute di TCC ma dopo tre anni di analisi mi è sembrata inutile allora sono andata da una psichiatra consigliata dalla mia dottoressa ma non sto risolvendo nulla. Ho tanta paura di diventare pazza e perdere il controllo. Aiuto!!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Gentile utente,

Scusi ma il percorso terapeutico mi pare sia stato un po' disorganizzato.

Innanzitutto che significa "psicofarmaci" ? Avranno un nome, così in generale non si capisce cosa siano.

Poi l'analisi per quale motivo ? E ammesso che avesse su di lei un effetti il rapporto con questo terapeuta, che senso ha che siccome è in gravidanza si interrompa una terapia, anche "preparandosi" ? Se la terapia è utile e doveva continuare, si continua, magari con un altro specialista, altrimenti si interrompe ma perché era comunque finita.

Ha cessato i farmaci in un paio d'anni, ma non era da fare perché se gli attacchi comunque continuavano a venire si doveva cercare magari una cura migliore, altrimenti la ricaduta è praticamente preannunciata.
Ora è stata da uno psichiatra, che mi torna, e che le ha prescritto che cosa ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Salve intanto grazie per avermi risposto, per psicofarmaci intendo che prendevo il cipralex 1 pasticca al giorno.
Ero andata in analisi perchè il mio obiettivo era quello di voler risolvere l'ansia, il panico e smettere le medicine.
Nei tre anni di analisi non ho più avutonemmeno un attacco di panico e stavo arrivando ad uno stato di benessere.
A maggio ho dovuto interrompere l'analisi per la gravidanza della terapeuta (che riprenderà ad ottobre) e da lì si sono scatenate le paure più grandi.
la mia terapeuta in sua assenza mi ha indicato una psichiatra dove poter continuare le sedute fino al suo ritorno.
Io per mia esperienza non sono andata subito da questa psichiatra indicatami dalla mia analista ma ho provato ad iniziare un percorso di TCC perchè volevo capire se c'era un modo di risolvere subito il malessere.
Dopo tre sedute pero'ho visto che l'ansia aumentava e quindi sono andata dalla psichiatra indicatami dalla mia analista e ci sto andando tutt'ora.
Al momento non ha voluto darmi subito farmaci perchè visto che ci ho messo tanto per smettere stiamo provando con la terapia omeopatica e solo al momento del bisogno gocce di Frontal.
Questa terapueta mi ha rassicurato ma io ho tanta paura di diventare una pazza all'improvviso e non capisco come mai nel giro di due mesi si sia scatenato questo inferno.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
"Ero andata in analisi perchè il mio obiettivo era quello di voler risolvere l'ansia, il panico e smettere le medicine."

Smettere le medicine anche se servono per il problema che vuole risolvere ? Il senso quale sarebbe ?

Smettere le medicine non è uno scopo della cura.

La cura non è una cura adeguata. Ma poi di cosa stiamo parlando ? Cura omeopatica

Abbia pazienza, ma aveva un medico che le aveva dato una cura adeguata, anche se probabilmente era da migliorare come dose o come molecola, e invece si ritrova con una ricaduta prevedibile, senza cura, e con l'idea di non prenderla.

Ora che uno psichiatra le abbia dato un ansiolitico al bisogno per una ricaduta di panico, e consigliato una "cura" omeopatica è veramente sbalorditivo.
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dopo
Utente
Utente
Mi scuso ancora ma le premetto che il fatto di dismettere le medicine era un mio obiettivo perchè il mio desiderio era quello di una maternità (che poi non è arrivata). La dismissione delle medicine è arrivata a passaggi graduali e in accordo con il neurologo che mi seguiva non è stata fatta a caso.
Io ho sempre pensato che dagli attacchi di panico si potesse arrivare un giorno a liberarsi senza dover per forza prendere le medicine.
Ma da come mi dice forse la mia convinzione è stata sempre errata.
La psichiatra (dato che io non volevo rinizare a prendere le medicine) mi ha detto di proseguire con la cura omeopatica che mi aveva dato il medico di base.
Il frontal dato che lo prendevo al momento del bisogno (anche quando prendevo il cipralex) glielo ho suggerito io e lei mi ha detto che potevo assumerlo al momento del bisogno.
Quindi secondo lei l'analisi è inutile proseguirla?
e forse mi conviene tornare dal neurologo e riprendere i farmaci?
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Gentile utente,

Anche per la maternità, chi le ha detto che prendere il cipralex non fosse compatibile con la maternità ?

La sospensione è stata fatta non a caso, ma in maniera semplicemente priva di senso. Se i sintomi erano ancora presenti, che senso ha sospendere una cura che quantomeno li migliora ?
La linea è: mettere la cura, far cessare gli attacchi, poi proseguire per un periodo senza fretta di sospendere. Sospendere la cura a attacchi ancora in corso, anche se meno di prima, ha un esito scontato: questo.

Il panico ha delle terapie farmacologiche standard. Io andrei da uno psichiatra, cosa che peraltro ha fatto, ma certamente se gli dice che non vuole prender le medicine, lui cosa deve fare ? Oddio, anche dare come risposta di proseguire la "cura" omeopatica non è che sia il massimo...
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio ancora. Quindi mi consiglia di riprendere la cura farmacologica.
E per l'analisi?
Ha senso riprenderla?
Grazie ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Gentile utente,

Non l'analisi, non si tratta di una terapia biologicamente definita. Le consiglio di riproporre la situazione al medico che la conosce, e di vedere cosa le consiglia di assumere, considerando anche il fatto che con il farmaco alla dose precedente aveva migliorato, ma non risolto.
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