Dubbi circa disturbi di ansia ( e annessi )

Salve,
Sono un diciottenne che da qualche anno ( più o meno cinque se non di più ) si è accorto di soffrire di problemi che penso siano, almeno in parte, causati dall'ansia, dallo stress, da traumi e anche dall'adolescenza e simili ( quali, ad esempio, dolori e bruciori gastrointestinali che si acutizzano in presenza di pensieri di tipo ansiogeno, anche se mi capita che mi vengano senza un motivo di cui mi renda conto; sensazioni di nausea, in particolare all'altezza delle ghiandole che si trovano sotto la mandibola; mal di testa e dolori agli occhi occasionali; fiacchezza e stanchezza continue, irritabilità alternata a momenti di eccitazione, ma non sempre; difficoltà a condurre attività giornaliere tipo studiare ecc. ; tristezza e depressione in certi momenti più evidenti e in altri presenti in "sottofondo", ossia non me ne rendo conto perché sono distratto da attività e pensieri che mi eccitano; dolori muscolari, soprattutto alle articolazioni superiori; pensieri negativi, spesso immotivati, rispetto alla mia condizione, alla mia persona in generale, alle relazioni con gli altri, che possono essere sostituiti all'istante da pensieri euforici in vista di sollecitazioni esterne molto piacevoli e desiderate, anche se poi in un modo nell'altro torna il grigiore monotono della mia quotidianità, nonostante ci abbia nel corso del tempo preso mano e imparato convivere. Tuttavia soffro comunque anche se non me ne rendo conto per paura di essere preso per ipocondriaco; pensieri di tipo suicida ( spesso ho immaginato il mio suicidio ); ipersensibilità e insicurezza; sonnulenza e stanchezza anche dopo essermi alzato; altri... ).
Spesso mi capita che mi succeda qualcosa che, anche se non grave, mi scombussola tanto da entrare in uno stato di paranoia, depressione, panico, pianto, in cui mi sento bloccato sia psicologicamente che fisicamente. Anzi, forse la mia mente diventa iperattiva per i pensieri veloci e pesanti e il corpo si blocca ( non del tutto ma non risponde ai miei comandi, come se si opponesse di far qualcosa che gli fa male ). Poi arriva una fase di rilassamento in cui considero la fase di prima pateticamente e infine ritorno alla mia quotidianità, quasi dimenticandomi di ciò che è successo. Spero di non essere stato prolisso, ma mi preme comunicare questi miei comportamenti-stati. Concludo dicendo che mia madre soffre di disturbo bipolare e che, a causa di quest'ultimo, la mia crescita e l'equilibrio familiare ( i miei sono divorziati da quando sono nato ) sono stati sempre disagiati. Quindi la mia domanda è ( nel caso in cui questi "sintomi" non fossero solo problemi di tipo traumatico-psicologico ): è possibile che io soffra ( o potrei futuramente soffrire ) di qualche disturbo clinico ( e/o simili ) in base alle informazioni che vi ho dato e, quindi, che soluzioni potreste consigliarmi ?
Grazie anticipatamente per aver speso il vostro tempo per me.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Le consiglio di non farsi idee di partenza su questi sintomi, ad esempio interpretazioni di presunti meccanismi traumatici.
Parta dalla definizione dei sintomi in termini di diagnosi, e poi le sarà spiegato in cosa consiste l'eventuale disturbo, cosa si prevede che succeda nel tempo, se ci sono interventi da fare etc.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio, tuttavia se definisco in questi termini i sintomi è solo perché dietro vi è un lungo percorso di analisi personale e assistita da psicologi e controlli medici. Comunque il suo consiglio consisterebbe quindi nel riferire i sintomi a uno specialista per dare ad essi un nome attraverso controlli specifici o cosa?
Grazie ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Farsi visitare, i nomi servono per dedurne altre considerazioni, e cioè la prognosi, la struttura che rapporta tra di loro i vari aspetti del problema, e le cure.
L'analisi personale non ha a che vedere con la diagnosi.
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