Cocaina nelle urine

Salve Dottori. Quasi un anno fa, per alcuni mesi, ho avuto una dipendenza da cocaina.

Sono stato in terapia con uno psichiatra e, con molta forza di volontà, la farmacoterapia e la psicoterapia, ne sono uscito alla grande. Stupidamente, dopo più di 6 mesi di astinenza assoluta, ho ceduto alla tentazione. Ho assunto circa mezzo grammo martedì e circa mezzo grammo tra venerdì sera e sabato notte, quindi l'ultima dose abbastanza recente. Modalità di assunzione: inalata, fumata in piccola parte.

Andiamo al dunque: mio padre, per un motivo che non sto qui a spiegare, sospetta che io possa averne fatto uso. Ha acquistato un contenitore per le urine e intende sottoporle ad analisi presso un centro, allo scopo di riscontrare eventuali tracce. Leggo su internet che i metaboliti, in caso di assunzione eccezionale, si riscontrano fino a 2-4 giorni.

Se raccogliessi le urine domani, risulterei probabilmente positivo? Sottolineo che la sostanza non era assolutamente pura, come praticamente tutta la schifezza che si trova per strada. Premetto che so benissimo che non dovrò più ricadere nello stupido errore. Ma ho fatto molto per riconquistare la fiducia dei miei e non vorrei perderla per una bravata.

C'è qualcosa che potrebbe aiutarmi ad accelerarne il metabolismo (es. bere molto)? La mia attuale terapia farmacologica potrebbe interferire e rallentare l'eliminazione dei metaboliti?

Assumo Carbolithium (300 mg 2xdie), Sereupin 20 mg.

Mi scuso se mi sono dilungato e spero qualcuno di voi possa delucidarmi al più presto.
Cordiali saluti

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248

Gentile utente,

Lei è fuori strada. Ha una dipendenza da cocaina, se la diagnosi era stata questa è evidentemente ancora attiva.
La visione per cui ne è uscito con "forza di volontà" è fittizia, è un modo di dire (forza di volontà), e non mi sembra ne sia uscito.

Se poi intende che ne faceva uso ma la diagnosi non era di dipendenza, discorso diverso, sarebbe un nuovo episodio di uso. Altrimnti è una ricaduta della dipendenza da cocaina.

Per quale motivo non si dovrebbe sapere che ciò è avvenuto ? Il ragionamento per cui va tenuto nascosto è proprio quello della ricaduta, per non essere controllati. Non è detto che essere controllati serva a qualcosa, tantomeno far finta che non sia successo niente. Un terza soluzione è quella di comunicare l'avvenuto episodio senza dover per forza passare attraverso un esame delle urine.

La cura deve essere adeguata alla ricaduta, quindi il suo psichiatra deve esserne informato.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Lei è fuori strada. Ha una dipendenza da cocaina, se la diagnosi erGentile utente,
a stata questa è evidentemente ancora attiva.
La visione per cui ne è uscito con "forza di volontà" è fittizia, è un modo di dire (forza di volontà), e non mi sembra ne sia uscito.

Se poi intende che ne faceva uso ma la diagnosi non era di dipendenza, discorso diverso, sarebbe un nuovo episodio di uso. Altrimnti è una ricaduta della dipendenza da cocaina.

Per quale motivo non si dovrebbe sapere che ciò è avvenuto ? Il ragionamento per cui va tenuto nascosto è proprio quello della ricaduta, per non essere controllati. Non è detto che essere controllati serva a qualcosa, tantomeno far finta che non sia successo niente. Un terza soluzione è quella di comunicare l'avvenuto episodio senza dover per forza passare attraverso un esame delle urine.

La cura deve essere adeguata alla ricaduta, quindi il suo psichiatra deve esserne informato.
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Pacini, grazie per la risposta. Non ho affermato di esserne uscito con la sola forza di volontà, chiunque abbia avuto a che fare con un abuso di sostanze è ben consapevole che da soli è impossibile tenere la cosa sotto controllo, tanto meno uscirne. Motivo per cui io stesso ho chiesto un aiuto medico, e ho sottolineato che la farmacoterapia e la psicoterapia sono state determinanti. Ma sì, mi sento di dire che la forza di volontà è cruciale, è difficile abbandonare una dipendenza così forte, e senza l'impegno costante dell'individuo non ci sono farmaci o psicoterapie che tengano. La diagnosi è mutata, passando sotto l'osservazione di diversi specialisti, da "distimia" a "non hai assolutamente nulla" a "disturbo borderline di personalità" a "disturbo da abuso di sostanze". In particolare l'ultimo psichiatra, che mi segue attualmente, è quello che è passato da "borderline grave" a "disturbo indotto da sostanze", dopo avermi valutato per mesi interi ed aver avuto modo di analizzarmi sotto l'influenza di dosi massicce di cocaina e in completa astinenza da essa: se non faccio uso di droghe non sono assolutamente inquadrabile in un ddp. Sono stato descritto come soggetto con tratti di impulsività e irritabilità, reazioni emotive talvolta sproporzionate (tratti tipicamente border, ma lei sa meglio di me che c'è differenza tra tratti e disturbo; lontano dalle sostanze ho un funzionamento sociale e lavorativo eccellente).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"la forza di volontà è cruciale"

No, semplicemente è un modo di dire. Non corrisponde a niente di definibile.

La volontà è malata nella dipendenza, non esiste la "forza" di una volontà malata. Esiste il fatto che se la malattia migliora, la volontà torna a funzionare (ma non è per questo che si risolve la dipendenza, questo è il risultato, la manifestazione)

Dalla serie di diagnosi sembrerebbe che più che una dipendenza le abbiano diagnosticato un disturbo dell'umore, dalla terapia si direbbe bipolare di tipo II, complicato da una delle manifestazione più frequenti che è l'impelagarsi con l'uso di sostanze..
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore, credo sia d'accordo con me sul fatto che gli psicofarmaci non allontanano da soli una dipendenza da sostanze stupefacenti. Combattere contro il craving intenso, la disforia e la depressione che seguono un abuso sono cose in cui "ho messo del mio", era questo il succo del mio discorso, non me ne voglia. Purtroppo non è che il desiderio di "farsi due piste di coca" venga spento dall'ingestione di una pillola. Per questo parlo di forza di volontà: intendo un lavoro su me stesso, certamente guidato dallo psicoterapeuta, per bloccare i tipici meccanismi che portano al passaggio all'azione, nel mio caso fare uso di droghe. Relativamente alla diagnosi, credo sia stata offuscata agli occhi dei diversi medici dallo stesso uso di sostanze. Presentavo disforia, depressione, sbalzi di umore, rabbia e irritabilità, impulsività, spese sconsiderate in rare occasioni, sessualità fuori controllo. Tutti aspetti che urlavano "borderline". Volendo, alcuni aspetti potrebbero ricondursi come dice lei ad un disturbo dell'umore, ma mai nel corso della mia vita ho attraversato un episodio (ipo)maniacale, se non indotto appunto dalle sostanze. Come Le dicevo, lo psichiatra che mi ha seguito più a lungo ha avuto modo di osservarmi da "disintossicato" ed è giunto alla conclusione che non mi appartiene alcuna diagnosi psichiatrica, se non il disturbo indotto da sostanze, dato che le tipiche manifestazioni erano confinate a quei periodi. Possibilissimo che abbia dei tratti i quali, sollecitati dalle sostanze, sconfinano in un disturbo conclamato. Il medico, tuttavia, non si sbilancia, attualmente, a fare diagnosi alcuna, nemmeno sulla personalità. Lei cosa pensa del quadro? Ho richiesto un altro consulto tempo fa, non so se Le è possibile leggerlo, ma c'è una descrizione abbastanza dettagliata della situazione di allora. Dovrei chiedere un altro parere? La ringrazio del tempo dedicatomi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
" credo sia d'accordo con me sul fatto che gli psicofarmaci non allontanano da soli una dipendenza da sostanze stupefacenti"

No, non sono d'accordo perché non è così che risulta. Se i farmaci funzionano, curano la malattia come in ogni altro caso, anche da soli, altrimenti perché ci sforziamo di metterli a punto ?

Borderline e bipolare sono due diagnosi sovrapponibili, o la prima un sottotipo della seconda. Tanto è vero che le terapia sono alla fine le stesse.

Per quanto riguarda la psicoterapia, è lo stesso discorso. Se funziona, funziona, ma non agisce su alcuna forza di volontà, semplicemente cambia l'equilibrio tra desiderio e comportamento.
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