Cura ansia

Salve dopo due anni di forte ansia ( iniziata dapprima con problemi fisici e poi psicologici) ho fatto prima psicoterapia ( senza successo) e alla fine mi sono rivolta ad uno specialista. Praticamente tutto è iniziato con alcuni sintomi particolari che a livello medico non trovavano nessun fondamento negli esami ed analisi che effettuavo. Poi ho iniziato ad avere delle crisi di ansia in pubblico. Piano piano ho iniziato ad evitare i posti e sono arrivata con l'uscire pochissimo e stare male ogni volta.
La cura consiste in xanax e cipralex ( da iniziare gradualmente). Mi sento in colpa a prendere questi farmaci. Ma allo stesso tempo non sono certa funzioni la sola psicoterapia con me.
Cosa ne pensate?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
"Mi sento in colpa a prendere questi farmaci." Come se l'ansia fosse una specie di vizio, che si cura con la forza di volontà? L'ansia a certi livelli è patologica e rovina la vita come qualunque malattia cronica, come l'ipertensione o il diabete.
Le terapie che assume sono indicate, se può farla sentire meno in colpa le dirò che all'inizio sentirà soprattutto qualche effetto collaterale un po' sgradevole, ma se riesce a superare le prime settimane dopo starà meglio. L'importante è non fare come tanti che appena si sentono meglio lasciano le cure e poi ricadono nella malattia, quindi abbia pazienza e segua le indicazioni del suo psichiatra.
Per quanto riguarda la psicoterapia, non ce n'è una sola, le tecniche e le scuole sono varie e in più bisogna trovarsi bene col terapeuta, perché bisogna lavorare insieme.

Franca Scapellato

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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Avevo già preso il cipralex ma dopo circa una settimana ho smesso per i sensi di colpa. I maggiori sensi di colpa me li fa vedere un mio genitore che non accetta questa situazione ma al contrario dice che la colpa è mia e che sono una debole. Due anni fa ho avuto tantissimi sintomi, tutto è iniziato con problemi visivi e sono stata anche sotto controllo neurologico perché effettivamente avevo una rm dubbia che però è rimasta invariata nel corso del tempo escludendo ogni malattia. Da quell'episodio si è scatenato tutto, ho avuto di TUTTO. Alla fine ora è diventata ansia sociale: ho paura di avere crisi di ansia in pubblico e ho iniziato ad evitare ed evitare. Il mio lavoro non mi permette più di fare una vita in casa e io sto iniziando a deprimermi perché non vivo la vita che vorrei ( a tratti si può dire che vivo). Però ho paura/terrore di ingrassare con questi farmaci e oltretutto ho paura di farmi del male, provocarmi realmente qualche malattia prendendoli.
Lei che ne pensa?
Grazie!! Ho 27 anni.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Può continuare così, dando ragione al suo genitore e alla parte di lei che non accetta di essere malata. Continuerà a stare male e a sentirsi in colpa perchè non ce la fa da sola. Oppure può curarsi. Il cipralex non fa aumentare di peso e non dà dipendenza; se a questo associa (non sostititusce) una psicoterapia di tipo cognitivo è meglio. Una delle nostre atlete più forti e determinate, la Pellegrini, ha sofferto di panico per un po' di tempo, quando era già una campionessa. Non la definirebbe una debole, no?
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Davvero? Se ne esce con i farmaci vero?
Io so di avere un problema altrimenti non sarei andata ( contro la volontà di mia madre) da uno psichiatra.
Ho vissuto cose molto tristi nella mia vita, lutti molto pesanti eppure sono diventata una professionista, una persona importante facendo tanti sacrifici per studiare e per andare avanti nonostante il peso della morte di un familiare. Debole non sono ma il mio genitore continua a dirmelo dalla mattina alla sera e purtroppo a furia di sentirlo mi sento tale e la mia autostima ha fatto una fine: sta veramente sotto i piedi. Credo che l'ansia derivi da tutto ciò. Io non ho panico ma crisi di ansia con somatizzazioni multiple.
Lei pensa che se ne può uscire? Ormai da un anno sto così e va solo peggiorando..
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Certo che con le terapie farmacologiche ne può uscire, però se la situazione è quella che descrive deve anche difendersi dalle continue critiche negative che vengono da sua madre, che le fa un "training" al contrario. Per questo una psicoterapia sarebbe utile, per valutare la situazione e se stessa in modo più obiettivo. Forse sarebbe utile vivere per conto suo, ma non so se le è possibile.
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Ancora non mi è possibile purtroppo, non ho ancora un'autonomia tale per potermene andare.
Sicuramente le critiche negative che io faccio a me stessa sono le sue parole che rimbombano nel mio cervello in modo continuo.
A me dispiace di dover prendere delle medicine ( io) quando i miei problemi derivano da influenze negative esterne. Questo mi fa stare ancora peggio e mi induce ad evitare i farmaci.
Però vorrei capire se una terapia farmacologica ( in casi come il mio) sia indispensabile e risolutiva.
Grazie
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Non importa se la causa è esterna, è lei che ha difficoltà a uscire e ha sintomi di evitamento, è lei purtroppo che soffre e quindi che si deve curare. La cura prescritta è indicata, fa stare meglio, anche se lo xanax va sospeso dopo qualche settimana.
Se poi una persona con la polmonite assume antibiotici per curarsi e sta al freddo forse fatica di più a guarire...
Le consiglierei intanto di notare se la sua mamma ogni tanto le fa anche un complimento, un mezzo apprezzamento, possibile che le dica solo cose negative? Forse le osservazioni positive scivolano via, quelle negative le si piantano in testa e fanno danni. Anche su questo la terapia cognitiva funziona, perché cambia il modo di pensare.
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Il dottore ha detto che vuole continuare anche con lo xanax ( 6 gocce x2 volte), non me lo vuole sospendere nel tempo. La prima volta che iniziai questa cura il neurologo voleva sospendermelo dopo due settimane ( ma non ci arrivai)....
Lei cosa ne pensa?!
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Le mie sono indicazioni di massima che riguardano dosaggi standard, più elevati, comunque è lo specialista che la visita che decide. Poi se comincia il citalopram a basse dosi prima di arrivare al livello terapeutico impiegherà un po', quindi la benzodiazepina ci vuole.
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Mi ha dato metà pasticca di cipralex 10 mg per una settimana più 6x2 volte al giorno di xanax. Dopo una settimana sempre 12 gocce di xanax ma pasticca intera.
Cosa ne pensa?
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottoressa vorrei chiederle se la sete ( molto forte) sia un effetto collaterale del cipralex.
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