La causa dell'ansia

Buonasera dottori,vorrei chiedere un consulto su un problema d'ansia che fatica ad andare via. Sostanzialmente fin da quando ero adolescente (ora ho 27anni) ho avuto ansia nei rapporti sociali che includessero più di due persone,quindi uscivo con un solo amico per volta cercando di isolare le amicizie,credo per timore (ingiustificato) che si parlasse della mia difficoltà con i rapporti con le ragazze,per timidezza, anche quelli iniziati circa quando avevo quindici sedici anni.Avevo ansia ad andare a scuola e dunque l'ho lasciata,la cosa mi poneva ancor più in uno stato di svantaggio rispetto agli altri e poi lentamente ho lasciato anche lo sport che facevo. Ero finito per uscire solo con due amici, uno per volta,quando loro non avevano altro da fare. Circa tre anni fa ho iniziato ad avere degli attacchi d'ansia che mi hanno spinto ad andare in pronto soccorso proprio per paura di questi stati d'ansia e ho cominciato a temere di avere gravi problemi mentali e la cosa mi spaventava enormemente, e a sua volta lo spavento mi spingeva a pensarci continuamente, una sorta di spirale. Ho iniziato una terapia con una psicologa che mi ha fatto praticamente superare l'ansia sociale,ho preso il diploma e mi sono iscritto all'università dove ho incontrato persone e fatto amicizie molto serenamente. Era rimasto un problema però con le ragazze con cui non riuscivo ad andare oltre l'amicizia ed allora mi sono rivolto ad un'altra psicologa e nel contempo lo psichiatra mi ha consigliato di prendere 10 gocce di brintellix, e in un mese sono riuscito ad avere rapporti con una ragazza e a chiedere di uscire a diverse altre. Per riuscire a fare questo però sono stato,a detta dello psichiatra, un pò compulsivo ed infatti poi ho cominciato a chiedermi se fosse stato il modo giusto di approcciare con queste ragazze ed il problema è diventato centrale e ci ho rimuginato molto.
Il problema di fondo è che nell'affrontare l'ansia sociale e poi questa difficoltà specifica con le ragazze sono stato estremamente rigido con me stesso, ho cominciato ad andare in palestra ed è diventata una regola fissa a cui mi da molto fastidio sottrarmi, stessa cosa con il cibo, ci sono cibi che evito assolutamente ed altri obblighi autoimposti, del genere, che faccio fatica a smettere di seguire. Per questi tre anni li ho un pò sottovalutati sperando che quando sarei stato felice e contento se ne sarebbero andati da soli. Ora io continuo ad avere molta ansia mi manca a volte il respiro, su problemi che ritengo centrali, come quello di trovare una ragazza, rimugino moltissimo e la cosa mi provoca ansia insopportabile, Non riesco a capire se siano questi obblighi autoimposti che mi creano ansia o se sia un' ansia di fondo (a cui sperò di riuscire a trovare una causa ed agire di conseguenza) a farmi mettere in atto questo comportamento. Non so appunto se affrontare l'ansia sopprimendola con farmaci o se cercare la causa dell'ansia e lavorarci sopra, spero possiate darmi qualche consiglio, grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Non so appunto se affrontare l'ansia sopprimendola con farmaci o se cercare la causa dell'ansia e lavorarci sopra"

Quindi con i farmaci non ci lavora sopra ? Mi faccia capire questa contrapposizione di ipotesi. Lavorare sull'ansia non può voler dire mandarla via ?
E chi ha stabilito che si debbano trovare delle cause, chi ha stabilito che la spiegazione sia in termini di cause (da trovare dove ?). Questo tipo di lavoro mi sembra lo stia già facendo, ma è il lavoro dell'ansia, non di una via d'uscita.

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta dottore, da quello che so dell'ansia e da quanto mi ha detto lo psichiatra, l'ansia è un campanello d'allarme di qualche altra problematica. Credo che se si presenti senza alcuna causa sottostante, questo campanello di allarme sia completamente sballato, oppure le cause che lo scatenino siano inventate ( e non voglio crederlo) o ancora sia completamente un problema biologico. Sono aperto a qualsiasi punto di vista anche se tendo a volerci trovare una causa. Mi rendo conto di affrontare diversi problemi, che ritengo rilevanti, come se da questi dipendesse la mia vita e ovviamente in uno stato del genere non provare ansia sarebbe difficile.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Appare evidente che a parte qualche lieve miglioramento il suo atteggiamento ansioso non sia ridotto per nulla, oltretutto le viene insinuato il dubbio sull'uso dei farmaci che, per quanto le sia stato detto il contrario, sono curativi.

Il paradosso ulteriore è che tra tanti farmaci per l'ansia e la fobia sociale le viene prescritto quello che non ha indicazione.

Un trattamento è efficace se i sintomi si riducono e lei può condurre una vita serena, invece pare che i suoi sintomi siano solo cambiati.

Dr. F. S. Ruggiero

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"l'ansia è un campanello d'allarme di qualche altra problematica"

Non è assolutamente detto. Sicuramente l'ansia mette in allarme le problematiche esistenti.
I disturbi d'ansia non si diagnosticano partendo da ipotesi sulle cause, ma dal quadro clinico, ogni interpretazione, oltre a essere rimandata a dopo, spesso rimane un'interpretazione e nient'altro.
Che sia una questione biologica, questo lo è sempre e comunque, anche ci fosse una causa chiara nell'ambiente, stiamo sempre parlando di biologia.
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dopo
Utente
Utente
Grazie dottori, per quanto riguarda il ruolo dei farmaci è stata una mia supposizione, quindi probabilmente sbagliata, quella secondo cui sopprimano solo i sintomi, perché ritengo l'ansia un segnale sano di un qualche altro problema. Se dovesse invece essere l'ansia stessa, e solo quella, il problema prendere farmaci mi pare più sensato. Il brintellix mi è stato dato per avere un po' più di coraggio coraggio con le ragazze e in ogni caso credo che l'ansia sociale sia sparita non ho praticamente più difficoltà nelle interazioni. Rimane però l'atteggiamento ansioso nei confronti dei problemi, e il relativo rimuginio, che credo entrambi legati ad un' infelicità di fondo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Una volta completato il periodo in cui il farmaco produce i suoi effetti, non tutti evidenti da subito, anche perché non tutte le parti del cervello cambiano il loro funzionamento con le stesse tempistiche, il medico valuterà se confermare quello o cambiarlo con un altro che "prenda" anche i sintomi non risolti.
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