Disagio sociale, incapacità di amare, il mio male di vivere

Salve, son qui per parlare di me e della mia storia, di una situazione che si protrae praticamente da sempre: la mia incapacità di lasciarmi andare in amore. Sono abbastanza grande ormai, eppure ho la stessa maturità sentimentale e sessuale di una bambina. Tutto questo perché non riesco a viverla bene, come si dovrebbe. Ogni volta che sono con un ragazzo mi assale un'ansia profonda e paralizzante, un'inquietudine anormale, che mi fa stare davvero tanto male al punto tale da sottrarmi e negarmi all'altra persona, e in generale, negarmi qualsiasi gioia e felicità.
Il mio disagio riguarda sia la sfera fisica (non riesco ad avere nessun contatto, nemmeno a dare un bacio) che quella emotiva (sono continuamente assalita da pensieri negativi tipo: non sono alla sua altezza, non lo sarò mai; non sono capace di avere una relazione, non fa per me; non andrò mai bene per lui, non potrò mai dargli nulla, e così via).
Mi rendo conto che il mio problema sono proprio io, e la mia mente, che produce pensieri malati. Quando sono da sola e ho modo di riflettere, mi rendo conto che non c'è nulla da temere a stare con un ragazzo, e che è la cosa più naturale di questo mondo. Ma quando sono fuori casa, in compagnia di qualcuno, è tutta un'altra storia. Non riesco a controllare in alcun modo questi pensieri, quindi finisco ancora una volta per scappare via, come un circolo vizioso.
Questa mia condizione, che peggiora e si radicalizza con il passare degli anni, mi sta portando fuori di testa. Se prima stavo male solo fuori casa (cosa che mi porta a fare continuamente confronti con gli altri, quando vedo coppie per strada o sento svariate storie), adesso non me la cavo bene nemmeno quando sono tra le mura calde e sicure della mia stanza: non faccio che pensare a questa cosa, è il primo pensiero quando mi sveglio, che mi accompagna per tutto il giorno nelle cose che faccio, fino alla sera quando vado a dormire.
Non riesco a fare nient'altro. Sono improduttiva, non riesco più a studiare, non trovo la voglia di fare niente. Ormai non traggo nemmeno più piacere dal cibo. E' come se non mi importasse più di nulla, né di me stessa, né dei miei cari, né della mia vita.
Questa mia inquietudine, che non mi abbandona mai, nemmeno per un istante, si sta manifestando in alcuni modi: impulso irrefrenabile di strapparmi i capelli e forte ansia nella deglutizione, tanto da essere costretta a calcolare i tempi quando ingoio.
Mi sento abbandonata a me stessa, senza più speranze, perché per anni ho sperato che questa mia paura dei ragazzi (e dell'amore, non so neanche come definirla) fosse solo un timore adolescenziale e che sarebbe passato da sè, ma invano.
Non mi sento una persona normale, anzi ne sono ormai convinta. Non so se si tratta di forte timidezza, bassissima autostima, ansia sociale, o magari tutte queste cose assieme. So solo che sto male e non so a chi rivolgermi, e cosa provare a fare per uscirne (se mai esiste un modo).
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
Il primo passo, ossia comprendere di avere un disagio, è compiuto. Adesso resta da fare il secondo, cioè parlarne con uno specialista in psichiatria. In questo modo, dopo la valutazione, potrà essere indirizzata verso il migliore tipo di trattamento, farmacologico, psicologico o integrato. Non aspetto ancora e consulti uno specialista.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
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