Nausea da ansia?

Buongiorno e grazie per l'attenzione.

Da qualche mese, ormai, sono preda di disturbi crescenti. Tuttavia non riesco ad identificare con esattezza il problema nonostante sia attualmente seguito da psichiatra, gastroenterologo, neurologo e medico di base.
Premesso che da sempre sono un pizzico ipocondriaco e (parecchio) emetofobico, negli ultimi due anni ho avuto (all'apparenza) grossissimi disturbi di stomaco, che si sarebbero concretizzati per lungo tempo in gastrite, acidità, nausea, reflusso gastrico.
Sto usando il condizionale perchè il tutto è stato curato per mesi con numerosi farmaci (gaviscon, malox e molti altri) senza sortire alcun effetto. A gennaio 2017 mi sono arreso a fare una gastroscopia con biopsia, che ha dato esiti totalmente negativi.
Mi è sorto il dubbio pertanto di essere preda di qualche genere di "allucinazione" o di "auto-convincimento".
Più passano le settimane e più mi sto convincendo di soffrire di qualche genere di ansia, tant'è che comincio ad aver paura degli appuntamenti in pubblico (mi dico sempre: "cavolo, domani starò male sicuramente" e nel pensarlo, poi sto male veramente: nausea, panico ecc). In sostanza, sto male perchè mi convinco di stare male. E non sono più così sicuro di aver effettivamente avuto i problemi di gastrite e reflusso che mi hanno afflitto per mesi.
Suona perverso, ma per me è veramente drammatico e mi sta condizionando la vita. Sono da poco in cura dalla psichiatra, abbiamo cominciato da poco e sta cercando pure lei di capirci qualcosa. Il mio obiettivo sarebbe quello di capire QUANDO sto effettivamente male e QUANTO sto male.
Quando sono preda di questi autoconvincimenti mi prenderei volentieri a schiaffi, so infatti che è la mente che accentua, ma non riesco a controllarla e soffro veramente tanto. Ho nausee terrificanti quasi tutti i giorni, accompagnate da panico e paura.

Vorrei aggiungere una nota abbastanza importante: dal 1997 al 2016 sono stato cronicamente in cura, per degli episodi epilettici avuti in gioventù, con depakin 500 e frisium 1 volta al giorno. Ho interrotto la cura dopo 19 anni ben seguito dal neurologo che ha proposto una dismissione estremamente cauta. Non vorrei che si possa trattare di una sorta di "astinenza".

Ieri, dopo l'ennesima visita specialistica, mi è stato consigliato il lexil 3 volte algiorno, che mi è stato spiegato essere un farmaco per i disturbi con somatizzazione allo stomaco.
Da un lato sarei enormemente contento perchè mi pare proprio faccia al caso mio, dall'altro vorrebbe dire tornare alle benzodiazepine dopo aver smesso
con fatica.
E' un farmaco corretto? Mi conviene "arrendermi" e rassegnarmi a tornare a quei farmaci? O tento qualcos'altro?
Proseguo con la psicoterapia? Come posso curare questi (frequentissimi) attacchi , vista questa anamnesi?
Grazie per l'attenzione e grazie a chi mi risponderà.
Un caro saluto.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Ma se è seguito da uno psichiatra perché non è stat prescritta una terapia appropriata per i suoi disturbi?

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Utente
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Perché ho cominciato da poco , presumibilmente : ho fatto per il momento solo un paio di sedute . Mi sono infatti "arreso" da poco alla possibilità che potesse servire un supporto di questo tipo .
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