Manie e Venlafaxina

Buongiorno,

vi chiedo un parere circa la terapia attualmente seguita da mia madre di 69 anni. Riassumo la storia precedente: malata da decenni di depressione bipolare, con prevalenza di fasi di pesante depressione e ansia e meno frequenti fasi di euforia, anche molto gravi, stati maniacali e alterazione della personalità. A volte è stato necessario il ricovero, da alcuni anni per fortuna queste fasi non si presentano e si alternavano fasi di depressione a fasi di relativo benessere. È stata curata per anni con Litio dopodiché per una probabile intossicazione (aveva preso moltissimo peso, purtroppo non ricordo i dettagli) abbiamo cambiato psichiatra e la cura è passata a Velafaxina + Depakin, con buoni risultati iniziali e successivamente fasi alternate.

Questa estate mia madre ha iniziato a presentare evidenti problemi di tipo cognitivo e motorio al punto che abbiamo temuto si trattasse di una nuova malattia di tipo neurologico e non più psichiatrico. Presentava anche occasionale incontinenza. Ha smesso anche di punto in bianco di fumare, per problemi di catarro, e non ha più ripreso. È stata ricoverata in una clinica neurologica per accertamenti e alle dimissioni il referto non ha evidenziato malattie neurologiche in atto oltre a un lieve deterioramento cognitivo. I disturbi sono stati imputati a una nuova fase della malattia psichiatrica e alla cura in atto è stato aggiunto l'integratore Vivifast, 20 compresse al mese con interruzioni di 10 giorni.

La cura in atto in quel momento prevedeva l'assunzione di 150 mg di Venlafaxina e 500 mg di Depakin. Nel frattempo già prima del ricovero mia madre è entrata in una nuova fase, forse più "comune" al bipolarismo, recuperando un po' di lucidità mentale e di capacità motoria ed entrando in una fase più maniacale (spero i termini siano corretti) di iperattività, logorrea, difficoltà a mantenere il filo di una discussione, tendenza a non rispettare regole familiari e a mentire negando di aver compiuto determinate azioni, confusione e trascuratezza nel compiere azioni anche banali, ossessione e continua richiesta dei farmaci prescritti (che sono sotto chiave). Ha sempre sofferto di insonnia e risvegli notturni con attività svolte durante la notte, anche a causa di un'ora eccessivamente precoce per coricarsi, mentre ora pare seguire dei ritmi giorno-notte più adeguati. Presenta però in maniera frequente problemi di diarrea che prima non aveva, certo non aiutati da una alimentazione piena di merendine. Riferito tutto allo psichiatra, ha proceduto in fasi successive ad aumentare a due dosi giornaliere da 500 il Depakin e a diminuire a 75 la Venlafaxina. Dopo un esame sulla concentrazione nel sangue di acido valproico a 49 ha provveduto ad aumentare il Depakin a 300+300+500 e, sempre in assenza di miglioramenti, a diminuire oggi la Venlafaxina a 37.5.

La psichiatra non si è espresso circa eventuali interazioni fra il Vivifast e i farmaci da lei prescritti.

Vi sarei grati di un vostro parere. Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Le variazioni appaiono corrette se il problema è uno switch maniacale.


Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Utente
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Grazie. Ho scordato di dire che Abilify, che prendeva da tempo, era stato sospeso in estate alla comparsa delle difficoltà cognitive e motorie, prima del ricovero neurologico e dello switch maniacale.
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