Citalopram e disturbi insopportabili

Salve a tutti,
scrivo per chiedere una seconda opinione circa i disturbi causati (sostengo io) dalla mia assunzione di Citalopram (1 pastiglia da 20mg ogni mattina). Sto eseguendo questa terapia da 10 giorni, ma già dalla prima assunzione ho sofferto di un fortissimo mal di testa, aumento della temperatura corporea con sudorazione a tratti, grosse difficoltà a concentrarmi, tremolii, sensazione di un attacco di panico imminente. La cose più strane sono i frequenti sbadigli seguiti da una sensazione di vomito e una strana tensione a livello clitorideo (questi ultimi due sintomi si manifestano SEMPRE e SEMPRE INSIEME nell’ordine in cui li ho citati). Ieri sera non sono riuscita a svolgere le mie attività serali a causa del forte malessere e sono stata costretta ad assumere un antidolorifico per riuscire addormentarmi.
Il mio psichiatra sostiene che siamo dovuti alla reazione del farmaco alla mi dipendenza da alcool, ma nel foglio illustrativo non ho potuto non notare l’esistenza della “sindrome serotoninergica” e la comparsa della maggior parte dei sintomi di essa.
In ogni caso la mi idea e stata da lui sfatata, dicendomi che in ogni caso il mal di testa non può essere dovuto dal farmaco è incoraggiandomi a continuare con la solita terapia. Io oggi non ce l’ho più fatta e ho assunto di mia spontanea volontà metà compressa, ma i sintomi d’ansia si sono accentuati.
Da cosa può essere causato io mia malessere, secondo voi?
chiedo un consulto a voi, perché non sentendomi capita e davvero ascoltata dal mio terapista, non riesco a spiegargli che il mio malessere e davvero forte e mi impedisce io normale svolgimento delle attività quotidiane.
Inoltre, l’assunzione di soli 10mg cosa può comportare?
Grazie in anticipo e mi scuso per la prolissità.
Camilla
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Mancano due informazioni: la sua diagnosi quale è, quella per cui assume il citalopram intendo ?
Parlava di dipendenza da alcol: questo è un problema ulteriore presumo, perché il citalopram non è una cura per l'alcolismo, ma la sua dipendenza da alcol in che fase si trova adesso: ha interotto, sta bevendo, sta assumendo cure anche per questo motivo... ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Giusto, ha ragione, mi scusi.
Dunque, mi sono recata dal mio psichiatra (dal quale andavo quando avevo 16/17 anni in seguito ad un grosso trauma che mi ha portato ad uno stato depressivo. Ai tempi avevo anche smesso di usare i sedativi che mi aveva prescritto un neuro psichiatra perché mi ero spaventata molto degli effetti che mi davano) in quanto negli ultimi mesi ho sviluppato una dipendenza da alcool nei momenti di malessere personale. Ho iniziato con del vino in casa da sola, che bevevo fino a raggiungere il sonno. Successivamente sono passata ai super alcolici. Ho notato poi che il mio malessere era molto più forte quando non avevo la possibilità di bere ed eliminare ogni pensiero dalla testa! A volte interrompevo gli studi in biblioteca per andare a comprare il vino.
Lo psichiatra mi ha prescritto il citolapram, spiegandomi che mi avrebbe aiutata e in ogni caso mi ha incoraggiata a non bere più assolutamente (aperitivi inclusi). Mi pare di aver capito che secondo lui sono nella fase “reattiva” e che stavo passando alla fase “passiva”. Questo è tutto quello che so, mi dispiace non essere più d’aiuto di così.. ma una diagnosi effettiva non mi e stata comunicata!
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dopo
Utente
Utente
Inoltre (mi scusi se aggiungo particolari in più ma cerco di farle avere un quadro più ampio possibile), sono reduce da un periodo giovanile di autolesionismo contornato da pensieri di suicidio. Attualmente sono due anni che pur avendo a volte istinti autolesionistici non mi provoco lesioni. Però i pensieri di suicidio a tratti permangono (anche intensi).. ma su questo credo non si sia affatto soffermato lo psichiatra, perché a fine seduta in cui gliene ho parlato (successiva a quella in cui mi ha prescritto i farmaci) si è raccomandato solo di non bere senza aggiungere nulla in più di rispetto a quel che già sapevo.

A questo punto sono confusa perché in teoria per l’alcool non sto seguendo alcuna cura (anche se devo dire la verità, ho interrotto l’assunzione da quando assumo citolapram. Mi sento del tutto apatica e senza stimoli, quindi ricerco molto meno lalcool) e non so per quale problema starei assumendo il citolapram.

Il medico attuale non mi delucida mai con risposte concrete quando mi espongo, quindi mi sento piuttosto confusa
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Il citalopram è utile nella depressione e in alcuni disturbi d'ansia. Quanto all'abuso alcolico, no, questo avverrebbe se l'uso fosse un uso controllato che fa da "auto-cura", ripeto controllato e motivato e calibrato sull'effetto ansiolitico o euforizzante dell'alcol. Ma non è quasi mai così che funziona.
L'associazione di abuso alcolico, autolesionismo e disturbo dell'umore è in genere indicativo di forme depressive che però si inscrivono in una diagnosi non fondamentalmente depressiva. Ne consegue che la cura non è detto che vada mirata sulla depressione.
Detto ciò, non ho idea di come il collega abbia valutato questi aspetti, mi limito a commentare su questi elementi.
Dire però di "evitare di bere" se uno ha problemi di abuso alcolico è come dire a un depresso di tirarsi su.
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dopo
Utente
Utente
Ieri ho chiamato il medico dicendogli che non riuscivo a stare in piedi per il mal di testa e per i capogiri e non mi ha dato alcuna risposta, ma ha accettato la mia proposta di smettere il citolapram.
Mi sento piuttosto tesa e irritabile ma almeno riesco ad svolgere le mie attività quotidiane!
Mi sento a questo punto di cambiare psichiatra perché i dubbi su di esso mi si sono accentuati!
Grazie mille per la risposta

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