Come intervenire su un genitore con problemi?

Gentili medici,
vi scrivo un'accorato appello confidando in un vostro consiglio. E' una situazione delicata, e bisogna agire al più presto. Riguarda mio padre, che fa la guardia giurata.
E' un uomo di 55 anni con seri problemi, e si può dire che attraverso i suoi ripetuti comportamenti, ha rovinato un'intera famiglia. Io ho 22 anni e vivo con lui e mia madre. Mia sorella si è sposata 3 anni fa ed è andata a vivere in un'altra città; mio fratello da 6 mesi convive....
Mio padre è sempre stato una persona con disagi mentali di lieve entità, fino ad un certo punto sopportabili, ma dopo una crisi depressiva avuta anni fa ha cominciato ad assumere psicofarmaci come Xanax e Lantanon, che assume tuttora.
Ha reciso la sua vita sociale, e tutto il negativo che c'è in lui lo scarica sulla famiglia ed in particolare su mia madre, alla quale ormai sono rimasto soltanto io. Non vi è modo di parlarci, torna alle 16,30 da lavoro e da quel momento è tutto un'inferno. Mia madre è invecchiata nel giro di 5 anni in un modo spaventoso. Dopo l'ennesima lite ieri, ho deciso che bisogna fare qualcosa, per mia madre e per noi figli. Beve sul lavoro, beve a casa, assume psicofarmaci e soprattutto ha una pistola di ordinanza. Non farebbe male ad una mosca, su mia madre non ha mai alzato le mani, ma ho paura che per porre fine a questo regime che sta rovinando più persone, si debba contattare i datori di lavoro.
Io ho paura della sua reazione, ho paura per mamma, e vorrei tanto andar via da casa. Come cercare di risolvere questa cosa? Non c'è dialogo, ma solo liti continue e una vita che mia madre non si è mai vissuta. Scusate la lunghezza del mio messaggio, ma volevo descrivervi bene la situazione. tutto ciò deve finire, ma non so a chi rivolgermi e come innescare un cambiamento radicale in una persona malata mentalmente in maniera cronica.
Grazie...
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Dr. Andrea Mazzeo Psichiatra 6 1
Data la drammaticità della situazione che lei descrive, credo sia opportno contattare il Centro di Salute Mentale più vicino ed esporre il caso agli operatori del CSM. A volte un buon approccio psichiatrico può consentire di avviare un rapporto terapeutico. Potrebbe anche provarci il vostro medico curante, dicendogli che per potergli continuare a prescrivere gli psicofarmaci ha bisogno di consultare uno specialista, e quindi inviarlo al CSM.
Altra possibilità sarebbe quella di far intervenire la forze pubblica e il 118 durante una delle sue crisi e procedere ad un ricovero con TSO; ma questa seconda possibilità è più traumatizzante.
Molto delicata è la questione dell'arma in suo possesso; ci sarebbe da parlare con qualche collega di fiducia di suo padre e vedere se lo consiglia a farsi curare e soprattutto smettere di bere. Sarebbe anche il caso di parlarne con qualcuno (questura, carabinieri) per vedere il da farsi.
Capisco che ogni proposta ha i suoi punti negativi, ma purtroppo in queste situazioni è quasi impossibile adottare soluzioni indolori.
Provi comunque a parlarne al CSM.
Andrea Mazzeo

Dr Andrea Mazzeo
Specialista in Psichiatria
Lecce - Roma

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Dr. Gaspare Palmieri Psichiatra, Psicoterapeuta 40
La situazione sembra molto difficile. Come prima cosa parlerei con il medico di famiglia, sottolineando la drammaticità della situazione. Il medico di famiglia può parlare con la persona e tentare di convincerlo a curarsi. Egli può anche contattare anche il Centro di salute mentale che può fare anche un accertamento sanitario obbligatorio per valutare la salute psichica del papà.
dr palmieri

Gaspare Palmieri

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Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 249 4
Gentile Signora,
il quadro descritto da lei su suo padre è piuttosto complesso: da una parte vi è sicuramente un comportaento alterato suscettibile di possibili peggioramenti, dall'altro è presente un abuso di alcool associato ad una terapia psichiatrica in parte assunta in modo non corretto. Non è possibile pensare di assumere un farmaco come il Lantanon nello stesso modo di un farmaco come lo Xanax: quest'ultimo è infatti un prodotto che a differenza del primo deve essere assunto per periodi molto brevi di tempo altrimenti dà una pesante dipendenza fisica e assuefazione (necessità nel tempo di aumentare la dose per mantenere il medesimo effetto ansiolitico). Questa situazione va esposta al medico curante soprattutto se è stato lui a prescrivere il trattamento per poter eseguire una corretta disassuefazione. Lo stesso medico curante andrebbe interpellato affinchè lo stesso si adoperi per convincere il paziente a rivolgersi al più vicino Cetro di Salute Mentale, dove, sicuramente, suo padre potrà ricevere un trattamento adeguato. Qualora suo padre si rifiutasse lo stesso medico curante può obbligare il paziente a sottoporsi ad una visita psichiatrica (Accertamento Sanitario Obbligatorio - ASO), situazione meno traumatica di un Trattamento Sanitario Obligatorio (TSO)con il 118. Sulle modalità dell'ASO e la sua normativa spieghi al suo medico curante che io stesso sono a disposizione a dare delle spiegazioni ai numeri di telefono visualizzabili cliccando sul mio nome qui a fianco.
Cordiali saluti.

Claudio Lorenzetti

Dr. Claudio Lorenzetti

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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 463
Gentile utente,
credo che la strada proposta dall'amico Claudio Lorenzetti sia quella giusta nonché l'unica attualmente percorribile. Per quanto sia difficile accettare certe soluzioni, cerchi di non perdersi d'animo, affrontare la situazione in modo clinicamente e scientificamente rigoroso, e mantenere la speranza.
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta