Psicoanalisi

Salve gentili specialisti vi espongo i miei problemi: sto facendo da due anni un percorso di psicoterapia e psicoanalisi per problemi di ansia, depressione fobia sociale... Sono in terapia con olanzapina... In questi due hanni ho raggiunto diversi obbiettivi come perseguire i miei hobby e aumentare la mia cerchia sociale. Ho però sempre la tendenza a chiudermi in me stessa e a vivere passivamente. Un obiettivo che mi ero prefissata era quello di trovare un fidanzato ma nonostante abbia conosciuto diversi ragazzi non riesco a sbloccarmi e ho difficolta a parlare dei miei sentimenti con la mia psicoterapeuta. Sono stata molto influenzata nella mia crescita da un educazione cattolica molto rigida riguardo alla sessualità che mi ha portato ad attacchi di ansia fino a svenire durante le lezioni di educazione sessuale a scuola. La mia psicoterapeuta ha più volte messo in discussione le mie idee sulla sessualità, che a suo parere mi sono state inculcate, mandandomi in stato confusionale con perdita dei freni inibitori, deliri, ribellione verso i miei genitori e catechisti , per cui ho dovuto per tre volte aumemtare la dose di olanzapina (che dopo un certo periodo abbiamo ridotto a 2,5. Mi chiedo se è normale che abbia l'impressione che la mia psicoterapeuta non rispetti le mie idee riguardo alla religione e alla sessualità e che più volte in seguito alle sedute abbia delle ricadute dei sintomi psichici o se fa parte di un normale percorso psicoterapico e psicoanalitico.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Questa situazione inerente la relazione con la terapeuta va discussa nel corso delle sedute.

Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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La ringrazio per la risposta.
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