Disturbo d'ansia sociale, fobia sociale, Sertralina, Escitalopram

Gentili dottori,

Sono un ragazzo di 38 anni. Da poco mi sono rivolto ad uno psichiatra a causa di ansia sociale che dura ormai da tanto (da sempre?) a cui per molto tempo ho cercato di porre "rimedio" con il classico bicchierino in più (nelle situazioni ove ciò fosse permesso)... riuscendo solo parzialmente a sciogliere le mie barriere.
Nello specifico ho problemi di insicurezza, difficoltà a socializzare con l'altro sesso, ansia nei colloqui di lavoro, mi chiedo sempre cosa pensi la gente di me. Il problema più grande è però quello delle relazioni col sesso femminile. Qualche esperienza l'ho avuta, ma di queste solo una completa, ed alla mia età mi rendo conto che non è normale, oltre ad avvertirne una forte necessità.

Senza entrare troppo nello specifico sono super sicuro che tutti questi problemi sono legati al mio vissuto nell'infanzia, essendo cresciuto in una famiglia piena di tabù, con un padre a volte violento che non era in grado di manifestare fisicamente la sua affettività né con me né con altri membri della famiglia e che io a mia volta vedevo come una persona molto impacciata e insicura soprattutto col sesso femminile e in genere ovunque ci fosse da manifestare emozioni.

So che sicuramente un percorso di terapia psicologica potrebbe fare al caso mio, ma volendo provare ad attenuare subito l'ansia con qualcosa che non fosse l'alcool, ho pensato che avrei potuto rivolgermi ad uno psichiatra e così ho fatto, chiedendogli in sostanza la cosa più vicina ad una "pillola anti-timidezza". Quest'ultimo dopo un bel po' di chiacchiere mi ha consigliato l'assunzione di Sertralina *oppure* di Escitalopram.

Vi spiego il senso di quell' *oppure* : alla fine della nostra conversazione il dottore mi ha schiettamente detto che queste due molecole possono essere ugualmente efficaci per il trattamento dell'ansia sociale, timidezza, insicurezza, e che nel mio caso potrei quindi semplicemente provare una delle due e vedere come va.
So che sembra strano detto così, ma questa specie di "confessione" è arrivata dopo molte domande da parte mia, quindi presumo il medico abbia voluto essere sincero e onesto. Alla fine mi ha chiesto quale dei due nomi mi piacesse di più, io ho detto Sertralina, ci siamo fatti una risata e lui mi ha prescritto quello...!

Tornato a casa però mi è scattata un po' di paura e invece che assumere il farmaco ho iniziato a leggere... E così ho passato vari giorni nell'incertezza, fino a che oggi sono arrivato qui e ho pensato di chiedere a voi un ulteriore parere.
Nonostante lo psichiatra mi abbia ribadito che i due farmaci sono simili anche negli effetti collaterali, faccio ancora fatica a pensare che la scelta debba essere fatta così.. quasi a caso.. (anzi togliamo il "quasi")..

Vi chiedo quindi gentilmente se potete aiutarmi con un vostro parere... anche generico.. o relativo ad esperienze di casi simili trattati con Sertralina o Escitalopram.

Grazie di cuore!
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Sì, sono simili, e non sono gli unici due simili. A quel punto la scelta poteva farla direttamente il medico, ma appunto se li trovava ugualmente proponibili nel suo caso, mi pare non sussista nessun problema.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Gentile Dr. Matteo Pacini,

la ringrazio per la sua risposta.
Che i due farmaci siano simili (e che ce ne siano altri simili tra di loro) mi è ben chiaro, ed è proprio la ragione per cui sono qui a chiedere ulteriori pareri in merito.

Simili non significa uguali, e sono sicuro che se per un medico i due farmaci possono essere interscambiabili (per una data condizione), per un altro potrebbero non esserlo, anche a seconda delle precedenti esperienze del medico per casi dello stesso tipo.

La mia domanda voleva quindi sondare proprio questo territorio.

La ringrazio in anticipo sperando che lei e altri dottori potranno condividere qualche informazione in più, anche parziale, in merito all'uso di questi due farmaci per una condizione come la mia dove uno dei due farmaci potrebbe avrebbe prodotto risultati migliori, ben consapevole del fatto che le informazioni che ho messo a disposizione non sono quelle ottenibili da una vera e propria visita, e del fatto che per questo ogni risposta dovrà essere presa con la dovuta cautela.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Ha capito ma in realtà non ha capito.
Non c'è sempre da sapere di più, temo che si sia arenato in un'inutile ricerca di risposte che non ci sono.
Se tra due cose non risulta che sia meglio una, non esistono ulteriori considerazioni da fare, all'infinito. Ad un certo punto, non essendoci grandi argomenti, le opzioni sono equivalenti. Può andar bene una, può andar bene l'altra.
[#4]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Io posso aver capito il poco che c'è da capire, ma lei, dal canto suo, perché non si espone neanche un po' riguardo allo specifico della mia domanda?
Ho semplicemente chiesto se lei o chi per lei potesse riferire di casistiche in cui - in casi simili al mio - ci siano stati evidenti vantaggi sull'uso dell'uno o dell'altro farmaco.

Non credo di essere l'unico in Italia ad avere evidenziato una tale problematica, e ad aver cercato un confronto un di idee/pareri/opinioni sulla specifica casistica trattata.

Quindi, a questo punto vado sul diretto, nei casi da lei trattati per un caso che si presenta come il mio, (ed ipoteticamente escludendo altre variabili aleatorie del singolo soggetto), ha riscosso migliori risultati col primo o col secondo farmaco?

Di nuovo, grazie di cuore, sperando questa volta in un po' più di empatia, che ribadisco, sarà comunque interpretata con le dovute pinze. :)
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Vedo che insiste a testa bassa su una domanda senza senso. Anzi, torniamo indietro. Adesso "ci sono stati casi", cioè dal dato scientifico torniamo agli aneddoti raccolti qua e là, già riassunti dal dato scientifico.
Se io chiedo è meglio A o B, e non risulta statisticamente una differenza, allora io voglio sapere se ci sono stati casi in cui era meglio A o meglio B....

Accusare gli altri di scarsa empatia è la solita offesa maleducata. Cerchi di sforzarsi un po' per capire che è proprio con empatia che le si risponde, che significa comprendere il nodo in cui si è infilato, non darle la rispostina che pretende e non esiste.
Altrimenti, se preferisce essere preso in giro e avere una risposta a domande sintomatiche di una ossessione, non sono la persona adatta.
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