18 anni, depressione, attaccamento, suicidio

2017 anoressia e depressione. L'anoressia è passata anche se resta l'eccessiva preoccupazione per il mio aspetto fisico, la depressione invece sembra peggiorare sempre di più. Mi curo con fluoxetina e trittico dall'estate scorsa, ho iniziato a giugno un percorso psicoterapeutico interrotto poi a novembre perché facevo fatica a comunicare con la dottoressa. Ora mi segue mensilmente solo uno psichiatra, appunto, per la terapia. Da un anno vivo su un'altalena tra periodi buoni e periodi terrificanti. Ho collezionato una quantità impressionante di assenze a scuola e mi sono allontanata parecchio dai miei compagni, che adoro. Idem al di fuori della scuola, tendo ad isolarmi in generale e di conseguenza rovinare inevitabilmente i rapporti con tutti. Però negli ultimi mesi ho avuto l'impegno della scuola guida che mi ha fatto sentire viva, ho fatto un sacco di amicizie in quell'ambiente e mi sono invaghita e aggrappata al mio istruttore, un uomo di 57 anni. Penso a lui di continuo, sento di amarlo ma non si tratta di quel tipo d'amore. Credo che la potenza di questo legame nasca dal fatto che nei giorni più difficili solo lui riusciva a tirarmi un po' su. Ho un bel rapporto anche con il resto della sua famiglia. Due settimane fa ho preso la patente ma continuo a frequentare ogni giorno, per stare con i miei amici ma soprattutto con lui. Ho potuto notare dei miglioramenti ma sto ricominciando di nuovo a vedere tutto nero. A casa è un continuo litigare con i miei, io poi ho costantemente fame e mi sto letteralmente buttando sul cibo. Fisicamente mi sento a pezzi, odio dormire e buttare le giornate a letto ma è l'unica cosa che sento di voler fare. Mi sento in uno stato di auto-abbandono, provo un terribile senso di sopraffazione. Mi detesto, odio il mio aspetto, il mio carattere, la mia sensibilità, il fatto di essermi affezionata così tanto ad un semplice istruttore di guida, la facilità con cui mi attacco alle persone e alle cose. Sono diventate troppe le volte in cui sento di voler morire e basta. Se le cose sembrano andare meglio, questione di poco tempo e crolla di nuovo tutto. Quando mi sento bene non riesco mai a goderne, sento come se non lo meritassi, come se sentirmi bene fosse sbagliato. Ogni cosa riesce a mettermi in ginocchio e il gesto più piccolo per me diventa un'impresa. Ho crisi di pianto e dei violenti scatti d'ira, arrivando anche a rompere delle cose in casa, a lanciarle verso i miei genitori. Mangio di continuo e questo mi preoccupa. Nell'ultimo mese ho tentato il suicidio due volte. Vorrei ricoverarmi, stare lontana da tutti per un po' di tempo. Sento di essere diventata un pericolo per me e per gli altri, di poter fare qualcosa di pericoloso da un momento all'altro. La testa mi fa male ininterrottamente, ho un costante dolore fisico e mentale, mi sento esausta. Non so a chi chiedere aiuto, arrivata a questo punto mi vergogno della mia condizione. Mi sento in colpa. Vorrei solo smettere di esistere.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
È opportuno che spieghi al suo psichiatra queste sensazioni in modo che potrà indirizzarla al meglio.


Dr. F. S. Ruggiero

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