Disturbo ossessivo o altro?

Gentili dottori,

fortunatamente non ho alcun disturbo attuale da sottoporre al vostro consulto, ma solo la curiosità di capire meglio ciò che mi è successo in passato.

All'età di circa 16 anni ho vissuto un periodo di circa 6 mesi in uno stato che potrei definire di confusione mentale: in sostanza mi fissavo sui miei stessi pensieri, pensando ossessivamente di non aver afferrato bene determinati concetti; mi sentivo inoltre in uno stato continuo di ansia (come se fosse accaduto qualcosa di particolare e io non riuscissi a realizzare pienamente cosa fosse) e in generale mi sentivo come se avessi la vista offuscata (mi ricordo che avevo spesso il bisogno di sciacquarmi la faccia).

Fortunatamente questa situazione si è risolta spontaneamente: il periodo estivo di pausa scolastica mi permise un maggiore rilassamento (meno pensieri su cui ossessionarmi), e alla ripresa della scuola decisi di affrontare con più tranquillità gli oneri di studio; da lì in poi fu un circolo virtuoso, dato che il progressivo recupero delle mie facoltà ridusse la ricerca ansiosa e ossessiva di conferme sulla mia capacità di ragionare (e il venir meno della paura di essere impazzito mi permetteva di ragionare sempre meglio).

Ovviamente da allora ho cercato di capire le cause e la natura di questo mio disturbo.

In sintesi:

1) nella mia famiglia ci sono casi di nevrosi ossessivo-compulsiva;

2) ho sempre avuto fin da piccolo qualche episodio ossessivo-compulsivo periodico (ossessioni blasfeme e compulsioni di preghiera; ripetizione di gesti per paura che in assenza di questi potesse accadere qualcosa di brutto);

3) 6 mesi prima del disturbo temevo in particolare di poter aver contratto qualche brutta malattia con effetti sul cervello (ma poi questa ossessione mi era passata di mente);

4) nel periodo in cui si è manifestato il disturbo ero sotto stress da molti punti di vista: mi sentivo inadeguato rispetto ai miei coetanei (tra l'altro mi ero innamorato per la prima volta), e temevo di poter perdere l'unico elemento che mi rendeva speciale agli occhi degli altri, ovvero il fatto di essere intelligente; inoltre gli studi diventavano più complessi, e il mio modo di studiare troppo puntiglioso non era più sostenibile;

4a) un mese prima che si verificasse il disturbo ebbi conferma della mia inadeguatezza (al di fuori dell'ambiente scolastico) partecipando per la prima volta ad una festa; tra l'altro dopo la festa mi venne la febbre, probabilmente per lo stress emotivo;

5) poco prima che iniziasse il disturbo mi sentivo stanco e leggermente ansioso (senza un particolare motivo) alla fine di ogni giornata;

6) il fattore "scatenante" del disturbo fu la visione di un film horror, al termine del quale iniziai a sentire il timore che ci fosse "qualcosa di soprannaturale" nella realtà.

Come dicevo prima, sono riuscito ad uscire spontaneamente da questo stato, in particolare cercando di non soffermarmi troppo sui miei pensieri.

Più recentemente ho avuto il timore di poter tornare in quello stato: in particolare ho avuto un episodio ossessivo-compulsivo con timore di contaminazione e lavaggio delle mani; il timore non era tanto quello di prendermi qualche malattia organica che potesse riportarmi in quello stato di confusione mentale, quanto piuttosto la paura che la mia stessa ansia non "sedata" di ammalarmi potesse riportarmi in quello stato psicologico.

Da questo secondo disturbo sono riuscito a venirne fuori con la logica, riflettendo sul fatto che:

1) è raro che mi possa venire una malattia al cervello proprio con quegli stessi sintomi;

2) una malattia organica con effetti sul cervello si distinguerebbe comunque per la presenza di altri sintomi evidenti e identificabili;

3) quando a 16 anni ebbi quel disturbo non conoscevo molte cose, per cui si aggiungeva l'ansia di non sapere cosa mi stesse accadendo.

Scusandomi per il fatto di essermi dilungato (il fatto è che non ne ho mai parlato a nessuno), vorrei domandare questo: si trattava di un disturbo ossessivo-compulsivo, magari misto ad ansia generalizzata? Oppure potevano esserci elementi psicotoci (il fatto di temere che ci fosse quacosa "di strano" che non riuscivo a percepire, oppure il fatto che mi sentivo come un "velo davanti agli occhi")?

Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

la diagnosi resta un atto medico che deve essere effettuato nelle sedi opportune.

Volendo discorrere dei suoi "sintomi" passati comunque si puo' parlare di qualunque diagnosi, in quanto il suo racconto porta poi a concludere per un determinato disturbo in quanto raccoglie elementi di racconto che si focalizzano su un determinato aspetto.

Se i suoi sintomi sono realmente passati, ritengo poco importante sapere cosa le sia successo circa 10 anni fa.
Se invece continua a ripensarci e a fare analisi dettagliate di questo tipo, probabilmente permangono elementi psicopatologici che andrebbero ulteriormente esplorati.

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