Un pensiero o una condizione determinare la depressione, o essa indipendente

Salve, vorrei porvi una domanda molto generale e spero che siate disposti a rispondere per sommi capi.
Non ho capito molto bene cosa sia la depressione, mi sono documentata e ho letto ma non riesco veramente a capire quanto sottile sia la linea che divide il semplice stare molto male per un periodo prolungato di tempo e il vero stato patologico. Dunque: è possibile che, una volta andata via la causa della depressione (una situazione, un pensiero, uno stato di salute), vada via anche la depressione? Oppure essendo uno stato patologico, diventa “indipendente” da ciò che l’ha causata? Intendo, una volta che si ha la patologia c’è qualcosa di ormai “rotto” e quindi bisogna “aggiustarlo” e non si aggiusterà da solo? Ad esempio, se fumo molto e questo mi causa un cancro ai polmoni e smetto di fumare continuerò comunque ad avere il cancro ai polmoni, nonostante la causa non ci sia più. Funziona così anche per la depressione?
Un esempio a caso: una moglie divorzia da suo marito, il divorzio lo butta nello sconforto e cade in depressione. Nel caso in cui la moglie dovesse ritornare da lui o lui dovesse accettare e superare l’evento (quindi la causa non ci sarebbe più), lui guarirebbe automaticamente dalla depressione o continuerebbe a essere depresso? Oppure, nel caso in cui starà bene dopo il superamento del problema, era solo triste e non depresso? In sostanza la domanda è: puo’ un pensiero o una condizione determinare la depressione, o essa è indipendente?
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
In chi soffre di depressione il decorso è spesso ricorrente, solitamente è presente una predisposizione su cui agiscono, specie per i primi episodi, dei fattori scatenanti. Successivamente la depressione spesso diventa meno dipendente da tali fattori (ambientali, fisici, etc) e tende a presentarsi anche senza cause scatenanti apparenti.
La vecchia storia della "madre del soldato" narra di una donna (che aveva già sofferto di depressione in passato) che sviluppa una grave depressione alla notizia che il figlio è disperso e, con tutta probabilità, morto in battaglia. Il figlio invece ritorna a casa ma la donna continua a soffrire di depressione per alcuni mesi.
La depressione non è tristezza, è "tristezza senza speranza". E' una malattia che coinvolge in toto l'organismo e presenta di solito sintomi "fisici" associati all'umore flesso, l'assenza di speranza, l'interpretazione negativa del passato (con sensi di colpa) e l'aspettativa altrettanto negativa per il futuro.
I sintomi sono molteplici ed è opinione piuttosto condivisa che derivino in parte da una predisposizione genetica, spesso ereditaria, e in parte da eventi di vita.

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio, mi scusi non ho capito, dice che il decorso per i primi episodi è ricorrente nel momento in cui le cause scatenanti vengono a mancare?
Un anno fa ho sviluppato una fobia che mi causava ansia e diventò un ossessione. Ci pensavo veramente h24 e stavo malissimo, è durato circa 3 mesi. Ad un certo punto mi sono detta che dovevo smettere di pensarci, così, smettendo di rimuginare si è sistemato l’umore e ogni volta che evitavo il pensiero sentivo una sorta di sollievo. Secondo lei, la mia tristezza che è andata via insieme al pensiero poteva anche essere depressione o il fatto che sia andata via con la causa la rende solo tristezza? Non riesco a capire se il mio umore era giustificato da quella fobia o se quella fobia mi provocò depressione.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Il decorso è spesso ricorrente. Nel tempo le cause scatenanti tendono ad essere meno determinanti.
I disturbi fobici, d'ansia, ossessivi possono determinare una depressione secondaria che scompare una volta controllata l'ansia. In altri casi ansia e disturbo depressivo coesistono e il loro decorso può essere indipendente.
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dopo
Utente
Utente
Questa depressione secondaria è considerabile come depressione a tutti gli effetti, ovvero malattia o è solo uno stato? Non riesco a capire cosa la differenzia da un semplice malessere giustificato da un’ossssione. Poi ricordo che quando riuscivo a distrarmi stavo bene. Inoltre, se mi soffermo a pensare alla mia fobia tutt’ora sto male. Non riesco a capire dove finisce il semplice effetto di un pensiero negativo e dove inizia la patologia. Scusi le troppe domande...