Depressione accettazione

Gentili dottori,

per 10 anni sono stata in cura per ansia con assunzione di 10-15 gocce di Xanax prima di andare a dormire. Il disturbo è stato rilevato a seguito di due attacchi di panico con ricovero al PS e conseguente sommistrazione di Seropram per 6 mesi.
All'inizio di quest'anno ho avuto un altro attacco a seguito del quale mi è stata prescritta una visita psichiatrica.

Scrivo perché in realtà mi trovo a vivere in una situazione molto strana. Dopo questo lungo decennio mi sento per la prima volta tranquilla.
Negli ultimi anni ho lottato per correggere quello che mi faceva soffire e ottenere quanto desideravo; oggi mi sono serenamente arresa e per la prima volta dopo tanto tempo mi sento "leggera", libera, sollevata.
Certo, la mia vita non è migliorata né ha spiragli di progresso ma per una volta tanto non me ne curo e non mi creo preoccupazioni.
Certo, continuo ad assumere xanax in serata ma mi chiedo se non sia questo - di fatto - il mio nuovo equilibrio.

Arrivo al punto... mi domando se andare da uno psichiatra non possa essere controproducente dal momento che mi costringerebbe a riaprire questione che mi sento ormai di aver superato. Non rimosso, superato. é una sensazione diversa: non ignoro i problemi, semplicemente hanno perso il significato e l'importanza di un tempo.
In secondo luogo so che non sarei sincera in un colloquio e che non riuscirei a parlare della mia storia. Sono stati anni dolorosi e non voglio più riviverli, nemmeno per raccontarli a qualcuno.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Dal medico ci si va per curarsi innanzitutto. In questo caso dalla sua storia si ricava l'anomalia di un ansiolitico usato, inutilmente, per anni, mentre un farmaco di fondo per la depressione usato per soli 6 mesi.
Nessuno in questi anni le ha fatto presente che poteva curarsi in bel altro modo ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
La prima psichiatra che mi ha prescritto l'antidepressivo mi ha ricevuto in seconda visita solo su mia insistenza e, in qeull'occasione mi ha congedato dicendomi che o io stessa mi sforzavo di modificare il mio modo di inquadrare la situazione (effettivamente caratterizzata da un assenza di problemi "concreti") o non c'erano aiuti/soluzioni per me.

Lasciando da parte lo storico... Leggendo la sua risposta desumo che dovrei lavorare sulla progressiva sospensione dell'ansiolitico.
Mi domando se, però, ci sono persone che proseguono per tutta la vita con farmaci per contenere l'ansia (magari differenti dallo Xanax).

Grazie per il consulto. Cordiali saluti
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"o io stessa mi sforzavo di modificare il mio modo di inquadrare la situazione (effettivamente caratterizzata da un assenza di problemi "concreti") o non c'erano aiuti/soluzioni per me."

Oh, mio Dio...

E quindi la terapia data prima a che doveva servire, se le cose stavano così ?
No, non dovrebbe concentrarsi sullo scalaggio dell'ansiolitico, ma nel chiedere ad un medico una terapia per la sua diagnosi (che non è chiaro quale sia, però: se è, mettiamo, di depressione, il discorso di cui sopra non ha senso, e di terapie ne esistono numerose).