Ansia incontrollata

Carissimi Dottori,

vi scrivo per avere un aiuto riguardo il mio stato di salute compromesso da quasi 6 anni. Ho 24 anni e da 5 anni sono in cura psichiatrica in seguito a una depressione diagnosticata all'eta' di 19 anni. Prendo l' Efexor 150 tutte le mattine, all'inizio insieme ad altri farmaci come il Trittico 60mg e alcuni anti psicotici che ho interrotto pochi mesi dopo la cura. Dall'eta' di 12 soffro di crisi d'ansia incontrollate, che appaiono nei momenti in cui, nelle mie piene facolta' mentali, non riesco a trovare la soluzione al mio problema. Allora sovviene la crisi: piango, urlo, mi strappo i capelli e divento potenzialmente pericolosa per me stessa. Pochi istanti dopo la crisi, da sola o con l'aiuto dello Xanax mi addormento e poche ore piu' tardi dimentico totalmente cosa sia successo. Da anni ormai ho notato notevoli perdite di memoria, fatti accaduti nella mia vita che non ricordo se non a piccoli tratti insieme a perdita dei capelli o ciocche bianche e isolamento dalla societa'. Non so dire se sia a causa delle medicine, o se, psicologicamente parlando, sia un tentativo del mio cervello per mantenermi sana di mente. Davvero non lo so.

L'unica cosa che so e' che queste crisi mi stanno rovinando la vita, le mie relazioni con la famiglia, gli amici e il mio compagno, che vedo stremato ogni giorno di piu' dalla mia condizione psichiatrica. I miei genitori non mi sono d'aiuto, anzi, l'opposto. Non mi sostengono, anzi, spesso noto tentativi da parte di entrambi di abbattermi, di non guardare troppo oltre, in quanto, secondo loro, dotata di capacita' limitate. Da 1 anno e mezzo vivo all'estero per studio col mio compagno che mi aiuta in tutto, anche economicamente, ma tutto questo gli provoca frustrazione, in quanto i miei genitori cercano, con ogni scusa di sottrarsi all'onere economico che gli spetta.

Io ho bisogno d'aiuto davvero di aiuto: da tempo ormai stavo pensando di richiedere l'ospitalizzazione per qualche mese per farmi aiutare, ma non so a chi rivolgermi, e come fare o se sia davvero necessario. Oppure un mese di vacanza lontano da tutti puo' essermi anche piu' utile. Insomma mi affido all'opinione di voi esperti per aiutarmi ad uscire da una condizione psico-fisica tale a causa della quale la mia vita sta andando allo sfascio, alla giovane eta' di 24 anni. Ho tanti sogni da realizzare, sono quasi laureata, ho studiato e lavorato nonostante il mio problema, e proprio ora non voglio lasciarmi andare.

Chiedo gentilmente di non rifiutare la mia richiesta d'aiuto.
Grazie a tutti

Distinti Saluti
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"e alcuni anti psicotici che ho interrotto pochi mesi dopo la cura."

E perché ?

Ovvio che se ha bisogno urgente di intervento si deve rivolgere all'ospedale o alle guardie mediche o a servizi d'emergenza.
Al di là di questo però, non le è possibile contattare lo psichiatra che la seguiva ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Pacini,
ho interrotto gli anti-psicotici (praticamente 3 settimane dopo l'inizio della terapia) in seguito a degli effetti collaterali degli stessi. Mi provocavano crampi, dolori terribili alle articolazioni, mal di stomaco e vomito. Parlandone con la psichiatra ho ricevuto il consenso per l'interruzione, e ne ho beneficiato perche' non ho piu' avuto dolori.

Per quanto riguarda l'intervento urgente, non so quanto sia ritenuto urgente dal momento che queste crisi vengono a scatti, senza preavviso. Credo che il servizio d'urgenza possa intervenire se, nel mezzo di una crisi, abbia bisogno delle guardie e/o ricovero, come accaduto 3 anni fa. La mia idea era chiudermi per alcuni mesi fino a guarigione in un istituto. Lo ho proposto alla mia precedente psichiatra, ricevendo un no netto, in quanto, normalmente in piene facolta' mentale, sono una persona lucida e reattiva. Inoltre la dottoressa sosteneva che avrei potuto persino peggiorare in caso in cui fossi stata 'internata'. Purtroppo essendo fuori dall'Italia non sono seguita da un dottore, ma l'ultima volta che cio' e' accaduto, a febbraio, la dottoressa nuova (l'altra si e' trasferita senza avvertire i pazienti, tra cui me) mi ha detto di andare avanti fino a giugno/luglio e poi avrei seguito una terapia per la riduzione/l'interruzione dell' antidepressivo. Il fatto e' che io non mi sento pronta, non voglio rimanere senza medicine, ho paura che possa succedermi qualcosa. Non mi sento guarita. Vado avanti si, ma e' uno strazio la mia vita, mi creda.

Grazie per la risposta
Distinti saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Quindi però non capisco una cosa: le danno degli antipsicotici, poi li sospende per effetti collaterali, ma in sostituzione niente ? Quindi li aveva prescritti ma poi non servivano ?
Che antipsicotici erano, e su che diagnosi ?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Purtroppo ora mi prende impreparata, in quanto non ricordo davvero piu' il nome delle medicine. In sostituzione degli anti psicotici ricevevo ogni giorno (all'inizio) e poi ogni due o piu' giorni per endovena un tipo di calmante e un anti depressivo. Poi notando che stavo meglio (ero in grado di studiare e alimentarmi autonomamente), abbiamo interrotto e continuato con l'efexor e il trittico (soffrivo di insonnia). Da un anno a questa parte ho interrotto il trittico perche' ho notato di essere in grado di dormire autonomamente. L'assunzione dell'éfexor invece e' rimasta inalterata.

Purtroppo io sono la prima a dire di non essere stata seguita correttamente. Siccome la mia dottoressa ha notato che ero in grado di andare a lezione, fare gli esami, mantenere un certo stato di calma e alimentarmi correttamente (ero arrivata a pesare 46 Kg in quanto non mangiavo piu') le visite presso di lei erano diminuite a una volta al mese prima e poi ogni 5/6 mesi.

Insomma, se lei ritiene che debba fare qualcosa urgentemente, mi dica e lo faro'.

Distinti Saluti
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Neanche la diagnosi sa ?

Mi pare semplicemente strano che gli antipsicotici siano sospesi senza essere sostituiti, a meno che non servissero da antipsicotici ma per qualche altra funzione.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Salve.
Mi e' stata diagnosticata una sindrome depressiva e problemi alimentari (anoressia e bulimia nervosa).

All'inizio la situazione era terribilmente peggio rispetto ad ora: i pianti avvenivano piu' spesso, le crisi erano quasi tutti i giorni, la notte non dormivo se non 3 ore scarse e non avevo mai fame. Ovviamente raccontando le mie esperienze, la mia vita alla psichiatra, quest'ultima avra' ritenuto opportuno, dovuto anche a manie persecutorie e disturbi ossessivi di darmi queste medicine. Il fatto e' che, se ricordo bene, erano un esperimento in quel momento: stavamo cercando le medicine adatte sia al problema sia al mio corpo. Infatti ho manifestato subito intolleranza verso quei farmaci lamentando dolori terribili alle articolazioni e mal di testa. Per questo sono stati interrotti. Inoltre sono stata 1 mese a letto, senza telefono o mezzi di comunicazione, per lo piu' riposando e uscendo solo per ricevere per endovena i medicinali e quando sono stata visitata, la dottoressa ha notato un netto miglioramento in seguito all'assunzione del trittico,dell'efexor e delle medicine versate per endovena. Da li la decisione di interromperli. Onestamente, a cosa servono realmente gli altipsicotici? Nel mio caso sono davvero necessari?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
A cosa servono si può solo ipotizzare. In genere nei casi di questo tipo servono per migliorare la consapevolezza di malattia, o placare stati di agitazione, allentare degli atteggiamenti ossessivi soprattutto sul piano comportamentale.
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