Riuscire a vivere con antidepressivi e psicoterapia

Gentili dottori,
cerco di non dilungarmi troppo e di esporre a grandi linee i miei problemi. Sono rimasto orfano in tenera età, da ragazzino ho subìto un abuso sessuale e le volte in cui ho sorriso sono state veramente poche. A pensarci bene credo sia un miracolo che io abbia iniziato ad assumere psicofarmaci solo all'età di 36 anni. Ora ne ho 42. Dopo intollerabili attacchi di panico, 6 anni fa, mi fu prescritta con urgenza paroxetina a 20 mg. Tre settimane dopo l'inizio della terapia mi sembrò per la prima volta di non essere più vittima di quella morsa in cui sono stato tutta la vita. Ho sempre fatto psicoterapia con discreto successo pur avendo sempre avuto un atteggiamento di difesa e di protezione che non mi ha mai permesso di aprirmi come avrei dovuto. A causa dei lutti e dolori nella mia tenera età ho sempre cercato nelle relazioni sentimentali l'ancora di salvezza, la pace e la protezione mai ricevute. Ovviamente tutte le mie esperienze sono fallite lasciandomi dentro un profondo senso di solitudine. Mi sono innamorato solo due volte in vita, una nel periodo sotto paroxetina e, nonostante con questa medicina sentissi un drastico calo del desiderio, riuscii in qualche modo a tamponarlo proprio perché innamorato profondamente. Nell'ultimo anno ho invece avuto un crollo. Ho conosciuto una ragazza che mi colpì molto e su cui feci affidamento. Nel primo mese le cose sembravano andare ma poi la libido spenta mi fece andare in tilt. Andai da andrologi (2) che mi fecero tutti gli esami del caso ed esclusero problemi organici imputando alla paroxetina il mio desiderio nullo. Consultai due psichiatri che mi proposero di sostituire la molecola prima con brintellix e poi con wellbutrin ma la transizione fu tremenda, fatta in modo troppo veloce con ritorni depressivi, sintomi da sospensione e panico vero. Nel frattempo mi deprimevo, cercavo di risolvere il tutto, mi sentivo perso e la mia vita crollava. La mia ragazza mi tradì e mi lasciò. Mi sentii morire. Ora ho trovato un altro psichiatra che mi ha proposto un passaggio graduale da paroxetina a zoloft con aggiunta di trittico che a suo parere tamponerebbe l'assenza di desiderio. So bene che il desiderio in un paziente depresso e ansioso è comunque compromesso. Dopo aver letto le vostre linee guida del sito e sapendo che non posso chiedere indicazioni di terapie vi chiedo:
1- concordate con la terapia proposta?
2- in caso negativo potete suggerirmi cosa chiedere al mio psichiatra per risolvere questo problema?
3- esiste una soluzione a questo problema? So che devo curarmi ma vorrei farlo con serenità e non vedere la mia vita sentimentale definitivamente distrutta.
4- esistono molecole che possano ripristinare il desiderio e "annullare " l'inibizione da tali dagli ssri? (non chiedo il nome delle molecole. Mi basta sapere se esistono
5- la domanda più dura per me... devo rassegnarmi? Sacrificare sull'altare di un benessere generale ogni possibile vita sentimentale?
Vi ringrazio per l'attenzione
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Nel sostituire una cura, bisogna tenere presente la diagnosi, altrimenti non ha senso pensare alla differenza di effetti collaterali se poi il farmaco nuovo non copre la stessa diagnosi.
La proposta del medico è una di quelle sensate. Il fatto che il desiderio sia basso in presenza di ssri non significa niente a proposito del fatto che sia normale in assenza, o con altra molecola. Questa, la sertralina, è della stessa classe, ne esistono anche di classi diverse comunque indicate nel panico.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Gentile dottor Pacini, la ringrazio per la veloce risposta. La diagnosi fu DAP. Tutti gli psichiatri che vidi (3 in tutto) concordarono che la depressione era una conseguenza del panico. In questo anno non ci ho capito più nulla perché abbassando la paroxetina e tentando l'inserimento fallimentare di altre molecole sono comunque entrato in un gorgo da cui è difficile uscire. Ma mi rincuora pensare che secondo lei l'ultima proposta di trattamento che mi è stata prospettata sia sensata.
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Di certo "desiderio" in periodo di panico e depressione è normale sia assente. In tutti questi mesi non ho capito neanche più se i miei problemi nascessero dalla malattia di fondo non più coperta dalla paroxetina, se perché ero vittima dei sintomi da sospensione o se per quella sindrome post ssri di cui ho sentito parlare e che preferisco cancellare dalla mia mente
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Gentili dottori, vi aggiorno. Sono al mio settimo giorno di zoloft 50 mg + trittico 50 mg e sto sospendendo paroxetina di una goccia ogni 5 giorni. Ora sono a 7 gocce. Ovviamente è ancora presto per soppesare i benefici del nuovo trattamento. Alcuni amici alle prese come me con antidepressivi mi hanno detto che i loro psichiatri li hanno sottoposti a esami del sangue e dosaggi ormonali ogni 6-12 mesi dicendomi che l'innalzamento della prolattina è un fatto atteso durante l'assunzione di ssri. Mi è salito un po' di sconforto perché nessuno mi ha mai proposto esami di questo tipo. Mi venne data la paroxetina e una pacca sulla spalla. Ora di mia spontanea volontà chiederò al mio medico di base di poter controllare i miei ormoni e, ove necessario, intervenire. Uno di questi miei amici mi ha fatto precipitare nello sconforto dicendo che pur avendo sospeso ssri da 10 mesi ha tuttora problemi sessuali. Dunque io? Io che probabilmente dovrò assumerli per sempre? Non ditemi, vi prego, di soppesare i benefici generali. La mia vita è già stata un inferno... Non voglio assumere medicamenti che mi impediscano di poter vivere una vita sentimentale normale. Esistono antidoti?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
No, l'aumento della prolattina non è un fatto atteso durante ssri. Può accadere.
Che c'entrano gli effetti durante con il resto del discorso sugli effetti dopo la sospensione ?

Al momento semplicemente si sta preoccupando di questioni che rientrano tra gli effetti iniziali noti. Soppesare no, è presto per fare un ragionamento di questo tipo.

Al settimo giorno dovrebbe necessariamente eseguire accertamenti ormonali ? Non è detto che il medico lo ritenga sensato, né che ce ne siano di standard in questo caso da eseguire. Non stiamo dicendo niente di negativo o pessimistico, semplicemente che attualmente c'è un po' di discrepanza tra ciò di cui sta parlando e il contesto (settimo giorno di terapia).
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No, il controllo ormonale lo voglio fare per i 6 anni di paroxetina, non per i 7 giorni di zoloft. Non ho mai fatto questo tipo di controllo, quindi indipendentemente penso possa essere utile. Lo psichiatra da cui sono in cura al momento è d'accordo. Vuole vederci chiaro sotto molti aspetti. Sicuramente sono conscio di avere un blocco psicologico. Conosco bene la mia mente: appena mi imbatto in un problema lo ingigantisco. Quindi una volta sentito un blocco sessuale causato da un medicamento la mia psiche ha incancrenito la cosa. Comunque non mancherò di comunicarvi l'esito degli esami ormonali se sarete così cortesi da prestarmi ancora attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Ma non è che ci sia un esame per controllare un'ipotesi del genere. Ci sono esami ormonali per capire in generale se si individua qualcosa che non va. Non è "tutto". Ci sono disturbi sessuali che non hanno niente di endocrinologico.
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Gentili dottori (o meglio, gentile Dottor Pacini), vorrei aggiornare la mia situazione: il passaggio da paroxetina a zoloft non è stato affatto indolore, tuttavia ora assumo 50 mg di zoloft (il mio medico vuole io salga a 75mg ma per ora il mio corpo fa molta fatica a tollerare i 75 mg). Vista una fortissima tachicardia lo psichiatra che mi ha in cura ha anticipato la visita di controllo dopo avermi chiesto di effettuare un elettroencefalogramma che a suo parere ha evidenziato una situazione al limite dell'epilessia. Ha aggiunto alla mia cura anche lyrica 25 mg dopo colazione (insieme allo zoloft) e dopo cena . Assumo anche trittico 50mg prima di dormire per invertire gli effetti collaterali sulla sfera sessuale dovuti a ssri che mi fecero desiderare di abbandonare la paroxetina. In questo senso la cura stava funzionando avendomi restituito un po' di desiderio che ahimè è svanito nuovamente da qualche giorno, a due settimane dall'inizio con Lyrica. Lo sconforto è di nuovo molto profondo.
Feci gli esami ormonali come concordato con il mio psichiatra e tutto è nella norma.
Ho molta fiducia in lui, solo che la nuova visita sarà a metà luglio e quindi ho sentito la necessità di sfogarmi qui con lei.
Mi scuso per il disturbo e le porgo i miei più cordiali saluti.
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Utente
Volevo precisare che ho apprezzato molto il mio attuale psichiatra che a differenza di chi lo ha preceduto mi ha voluto spiegare il meccanismo di azione di determinati farmaci e ha voluto tranquillizzarmi. Ha capito e compreso che la sfera sessuale sia ormai diventata una ossessione, a mio avviso tale da pregiudicare qualunque cura. Ho pensieri foschi al riguardo ma cerco di restare positivo. Il dottore ha inoltre aggiunto che valuterà in un futuro se cambiare in toto la cura , in caso reputasse che i miei disturbi di ansia abbiano origine epilettica, cosa da approfondire più avanti con ulteriori esami.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Un EEG che mostra quindi aspetti "possibili" legati all'epilessia, ma con crisi o in assenza di crisi sul piano sintomatico ?
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Utente
Utente
Grazie dottore per la consueta rapida risposta. Sul piano sintomatico le crisi che ho avuto sono sempre state definite di panico. Tuttora le avverto in quanto ahimè la cura che sto facendo o ancora non sta lavorando oppure veramente i sintomi sono legati a una sospetta epilessia. In pratica sì, il cuore va a mille, la respirazione affannosa, pensieri tremendi. E a volte incapacità a muovermi alternata all'impossibilità a tenere ferme le gambe. Ora la cura impostata non blocca il panico (lo chiamo così per comodità) mattutino. Certamente non voglio tornare ad assumere paroxetina per quel fastidiosissimo effetto collaterale. Ricordo, o meglio, mi è stato detto che da bambino fui ricoverato per epilessia e mi fu dato gardenale per un mese. Seguirono altri accertamenti con medici che pensavano soffrissi di epilessia del lobo frontale e altri che sostenevano fosse ansia. Lo psichiatra che mi ha in cura ora (finalmente uno che vuole veramente andare a fondo) ha detto che vuole indagare meglio. Gli ho scritto per comunicargli comunque il mio attuale stato perché purtroppo non sto affatto bene. Attendo una sua risposta e intanto ringrazio lei per l'attenzione.
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In effetti credo le sia più comodo che io le scriva l'esito dell'EEG :
"Attività di fondo di medio-basso voltaggio, a circa 9-10 Hz, irregolare ed instabile, simmetrica, reagente, frammista ad abbondante attività rapida diffusa. Occasionali tratti theta anteriori. Le prove di attivazione non modificano il tracciato"
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Sì, infatti sarebbe il caso di chiarire se abbia mai avuto epilessia oppure no.
In ogni caso, esistono alternative alla paroxetina per la cura del disturbo di panico, che lo psichiatra certamente conosce, vorrà soltanto valutare per scegliere.
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Sì, rileggendo referti del mio ricovero da neonato per un mese si legge "epilessia" . Poi a memoria non ho avuto altre crisi anche se so che esse possono non essere quelle eclatanti a automaticamente si pensa. Da allora mi rimase per tutta la vita una costante agitazione. Il mio psichiatra mi ha riferito che di sicuro l'epilessia neonatale è in qualche modo corresponsabile di ciò. Ha deciso di impostare una nuova cura: via gli antidepressivi e assunzione di lamictal e gabapentin sperando che la cosa stabilizzi un po' il mio umore. E sperando di recuperare almeno in parte la mia sessualità perché non sono pronto ad avere quel tipo di problemi a questa età.
La ringrazio per la risposta e le auguro un buon lavoro
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Questo schema farebbe pensare ad un disturbo bipolare minore, con sintomi ansiosi. Quindi si tratta di una terapia con indicazioni diverse dalla paroxetina
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Utente
Utente
Ma difatti, dottore, io non so più cosa pensare. Ogni specialista che mi ha visitato ha smentito e criticato quello precedente. Per il desiderio di risolvere un problema (quello del desiderio sessuale) sono precipitato in un imbuto.
Non ho mai pianto così tanto. So che non può farmi una diagnosi a distanza ma le mie sensazioni sono disperazione, pianto, angoscia, picchi di agitazione, pensieri autolesionisti, scoramento, voglia di fuggire, tentativi maldestri per sfuggire a impegni che reputo ansiogeni. E paura, paura pervasiva. Di molte cose. Delle donne (ormai non sentendo il desiderio ho il timore di avvicinarle, sicuro di un fallimento). Depressione maggiore? Depressione ansiosa? Disturbo bipolare misto? Ognuno ha la sua opinione. Me ne hanno dette di tutti i colori in questo anno. Ho pensato di cambiare tipo di psicoterapia ma non saprei neppure a chi rivolgermi e quale percorso terapeutico seguire. La terapia breve strategica? La cognitiva comportamentale? Altri tipi? Mi potrebbe indicare una persona, una strada da percorrere?
Ovviamente so che, intrapreso questo percorso con il lamictal non posso interromperlo subito per seguirne un altro, farmacologicamente parlando. Ci vuole tempo per capire se una molecola funziona. Mi è stato cambiato lo zoloft perché mi faceva agitare troppo. Il mio psichiatra ha detto che può far virare verso la maniacalità in un disturbo bipolare. E dunque perché prescrivermelo, in prima battuta? Non fraintenda, il mio non è un tono polemico nei confronti di nessuno. Sono solo molto stanco. Vorrei semplicemente che venisse inquadrato il problema e mi si desse una direzione. L'unico benessere, transitorio, che provo, è quando pratico agopuntura. Non so se sia placebo o meno.
Con tutte le chiacchierate che io e lei stiamo facendo, e di cui la ringrazio, mi verrebbe da chiederle di ricevermi. Magari Lei avrebbe la chiave di lettura giusta per tentare di sciogliere questa matassa. Magari confermerebbe la terapia farmacologica e mi consiglierebbe un bravo psicoterapeuta.
La ringrazio ancora per l'attenzione e mi scuso per il disturbo che le arreco.
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Utente
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Dimenticavo... l'ultima diagnosi è disturbo bipolare misto con forte componente ansiosa. Io per carità sono anche felice di abbandonare ssri e altri farmaci che mi inibiscono per utilizzare molecole che tendenzialmente non abbiamo effetti collaterali di quel tipo . Ma sicuramente h anche bisogno di una psicoterapia per scardinare la mia ossessione e mi faccia vivere più libero.
Purtroppo non so come coinvolgere uno psicologo in questo consulto. Non ho dimestichezza del sito.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
La diagnosi di bipolare torna con la cura ultima, ma la diagnosi di disturbo di panico invece non risulterebbe coperta dalla cura attuale.
Ci sarà però un ragionamento alla base della scelta attuale, o la scelta di non usare antidepressivi su un disturbo bipolare, come strategia generale.
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Utente
Sono nelle mani del mio curante. Le sue scelte di solito sono orientate agli stabilizzatori di umore. Io tuttavia mi sveglio sempre con forte tachicardia e voglia di piangere (ho vissuto in questi giorni un lutto, magari è per questo).
Il 2 luglio ho la visita di controllo con il dottore. Vediamo cosa saprà dirmi
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Utente
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Buongiorno dottor Pacini,
Mi ritrovo a riesumare questo consulto perché anche le ultime cure non hanno portato benefici. Sono state cure modificate anche a ciclo rapido e che ho seguito alla lettera fino a una settimana fa, quando, d'accordo con la mia psicologa che mi segue da 20 anni, mi sono recato da un nuovo specialista, direttore della Asl della mia città, che non ha affatto concordato con la diagnosi ultima, cioè di bipolarità, stupendosi che non sia stata tenuta in considerazione la mia forte componente ansiosa. In effetti ho trascorso una brutta estate, con numerose medicine come detto cambiate in breve tempo (cosa che da profano non mi è sembrata una scelta corretta). Ho assunto lamictal (rash cutaneo), mirapexin (ansia), mutabon mite (ingrassato 5 kg in 2 settimane), depakin chrono(pianti continui) , wellbutrin (panico). Alla fine lo specialista voleva farmi assumere carbolithium ma oramai ero sfiduciato e spaventato. Il direttore della Asl sostiene che tutti questi tentativi abbiano seguito presupposti sbagliati. Ora ho iniziato, su sua indicazione, ad assumere trittico 75mg rp una compressa alla sera. Mi auguro di poter stare meglio perché il panico mi è tornato, soprattutto al risveglio, e con esso l'incapacità ad alzarmi da letto. Per fortuna che lavoro di sera.
La ringrazio ancora per l'attenzione e Le auguro un buon lavoro.
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Utente
Dimenticavo. Non è previsto un aumento del trittico oltre i 75mg in quanto secondo il dottore rischierei una attivazione con conseguente ansia. Certamente l'ansia/panico unite alla poca energia mi fanno poco sperare in una soluzione
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Quale diagnosi è stata fatta quindi ?
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Utente
Utente
Grazie per la consueta e rapida risposta.
La visita è stata molto lunga e approfondita. Il dottore (in realtà i dottori erano due: il direttore Asl e un'altro psichiatra della mia città) ha concluso che io soffra di ansia generalizzata, un'ansia molto forte che sfocia nel panico. Ha notato altre mie sfumature non propriamente patologiche ma più caratteriali di paura dell'abbandono, senso di vuoto e solitudine derivate di sicuro dalle mie esperienze di infanzia e adolescenza con i relativi traumi. Ha notato una tendenza all'anedonia e al pessimismo ma non propriamente depressione. Lati depressivi lì considera derivanti dalla continua ansia. Non ha concordato sul fatto che, quando assunsi zoloft per un mese ed ebbi continua tachicardia e agitazione, fosse un indicatore di bipolarità cone sostenne il precedente psichiatra, ma fosse una attivazione ansiosa. Quindi ha impostato la cura con trittico a 75mg da associare eventualmente a buspirone 10mg galenico 3 volte al giorno. Tra un mese rivalutazione generale. Vuole inizialmente curare l'aspetto più preponderante, cioè quello ansioso/angoscioso e vedere come reagisco al trittico. Sostiene che se si riesce a tenere a bada il panico di cobseguenza avrei più energia e motivazione. Ho espresso la mia riluttanza nei confronti di ssri/snri per le problematiche sessuali e lui mi è sembrato d'accordo a non farmeli più utilizzare. Immagino che non potrò beneficiare della quiete che mi diede la paroxetina ma non voglio più vivere quegli effetti collaterali.
Spero tanto sia la volta buona.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Ho capito, non resta che da verificare se tollera questo tipo di farmaco, in effetti un tipo diverso dagli ssri, utile in alcune situazioni similari.
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Utente
Utente
Teoricamente per un effetto terapeutico che possa permettere una valutazione serena devo attendere un mese? Devo cominciare a 25mg la sera prima di dormire per poi passare dopo 5 giorni a 50mg e dopo altri 3 a 75mg. Esiste il rischio di una eventuale attivazione iniziale a ogni cambio di dosaggio? Mi sono scordato di chiederlo al dottore ma deduco sia possibile, avendomi lui detto che non vorrebbe salire a 100mg o più.
Quanto al buspirone che mi è stato proposto lei concorda sulla sua utilità nei disturbi d'ansia?
Grazie ancora per il riscontro
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Valgono le stesse regole degli altri antidepressivi. Il Buspirone fu effettivamente introdotto come farmaco per determinati disturbi d'ansia.
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Utente
Utente
La ringrazio ancora.
Incrocio dunque le dita e le auguro un buon lavoro
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore, la disturbo solo per dirle che ahimè non ci siamo. Ho provato cone detto il trittico. Il dottore mi ha fatto salire a 150mg. La sintomatologia ansioso-depressiva non è migliorata. Allora è stata aggiunta fluvoxamina 50mg che assumo da due mesi pieni ma tuttora nessun beneficio.
Non so più cosa fare e probabilmente nemmeno il mio curante. Aveva accennato alla mirtazapina poi scartata per il possi bile aumento di peso che già ebbi con paroxetina. Aveva ventilato l'idea di aggiungere aripiprazolo. Io intanto proseguo la psicoterapia. Credo che oramai dentro di me ci sia un neanche troppo inconscio rifiuto delle medicine per tutti i disturbi sessuali che ho avuto e che salvo brevi momenti di remissione grazie (credo) al trittico sono rimasti ben presenti con anorgasmia, disfunzione erettile, calo desiderio .
Rifletto un po' amaramente e tristemente su questi farmaci che servono per migliorare l'umore dei pazienti e in molti casi sono dei salvavita, ma in casi sfortunati come il mio finiscono per peggiorare il quadro depressivo per la collateralità sessuale e la conseguente difficoltà a imbastire una vita sentimentale. La mia non è una polemica, è solo una triste riflessione. In questi lunghissimi mesi le ho provate tutte e ho esaurito le energie. Se poi aggiungiamo la lettura in giugno della comunicazione dell'agenzia europea del farmaco sulla possibile persistenza di disfunzioni allora il quadro è completo.
Non credo di avere molte possibilità di cura e relativo benessere. Credo di essermi arreso.
Le ho scritto solo per ringraziarla per la pazienza dimostrata e per l'ascolto che mi ha dato. L'ho ritenuto prezioso.
Grazie e buon lavoro
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Non saprei se possiamo parlare di un caso che non risponde, non ho presente ora l'elenco completo degli antidepressivi provati, ma credo stiamo parlando comunque di una classe di sicuro (ssri) e di altri (trittico), tolti i quali esistono altre opzioni.
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dopo
Utente
Utente
Il primo fu paroxetina (funzionava perfettamente sulla mia sintomatologia ma mi azzerò dal punto di vista sessuale e dunque volli cambiare per ovviare a quel disturbo. Così si passò nell'ordine a brintellix, zoloft, lamictal, laroxyl, e ora fluvoxamina e trittico.
Ora mi è stata proposta la mirtazapina ma non so se me la sento di cominciare per l'ennesima volta un percorso che comunque è doloroso. La sessualità ahimè non è più tornata se non a sprazzi casuali. E su questo non so quale rimedio ci sia.
La ringrazio per la consueta rapida replica.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Lamictal in quanto la diagnosi era cambiata ? Disturbo bipolare ?
In quanto se fosse quella la diagnosi, il motivo del non funzionamento degli antidepressivi sarebbe diverso dalla non-risposta.
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dopo
Utente
Utente
Mi fu dato off label anche se un medico era convinto fossi bipolare, l'unico che lo pensò. Paroxetina funzionò perfettamente tranne per gli effetti sessuali. Forse nulla sta più funzionando su di me perché non voglio più assumere qualcosa che mi blocchi sessualmente. È quello il motivo per cui volli interrompere la paroxetina. Da qui l'ultima idea della mirtazapina. Ma mi è stato subito detto che ingrasserò
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Beh allora tanto off label no.
In ogni caso, ripeto che di classi di antidepressivi ce ne sono diverse, non solo ssri che su questo piano (sessuale) sono in effetti spesso interferenti.
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dopo
Utente
Utente
Sì, mi sono espresso male. Il medico che me lo preferisse era convinto fossi bipolare. Gli altri che poi mi hanno seguito erano d'accordo su un uso off-label della stessa molecola ma il problema non si pose in quanto non sono riuscito a tollerarlo (rash cutaneo).
Ora sembra che l'idea sia di una associazione di mirtazapina a basso dosaggio e trazodone, ma devo ancora vedere i dottori in diretta. Li ho solo sentiti per telefono. I triciclici non credo siano considerati mentre il trazodone vuole essere mantenuto anche perché, seppur transitori, con il suo uso ho avuto benefici in ambito sessuale (Mi chiedo come mai tuttavia non duraturi ma ciclici-per carità, meglio che il niente che avevo con paroxetina- ma credo che ciò sia da imputarsi all'ansia che la condizione sessuale mi ha creato)
[#35]
dopo
Utente
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Wellbutrin o altri dopaminergici, che mi sembra di aver capito essere utilizzati per tentare di invertire i problemi sessuali indotti da ssri, sono esclusi perché ritenuti non praticabili nella mia depressione ansiosa (il primissimo disturbo di cui soffrivo furono attacchi di panico).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Ne rimangono altri comunque, per esempio i triciclici che ha citato in linea teorica.
[#37]
dopo
Utente
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Mi sembra di capire che lei non veda molto di buon occhio la mirtazapina.
I triciclici non so perché vengano scartati. So solo che i dottori storcevano un po' il naso parlando di poca tollerabilità o forse perché non possono essere associati al trittico (ma forse su questo aspetto ho capito male ).
Anche io ovviamente ho letto di varie molecole appartenenti a diverse classi e mi ero imbattuto nella tianeptina che, in linea di massima sembrava avesse un profilo adatto a me, salvo poi leggere che in Italia non è disponibile.
Il discorso verrà affrontato comunque dopo le feste perché non me la sento di iniziare l'ennesima cura in questo periodo.
Per ora stringo i denti con trittico e fluvoxamina
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Figuriamoci, non so da cosa possa averlo dedotto.
Non so neanche io perché vengano scartati, ricordo che esistono e che esistono ancora in quanto d'efficacia sicuramente paragonabile se non superiore in alcuni sottotipi.
[#39]
dopo
Utente
Utente
Ho riletto le nostre conversazioni e in effetti non so nemmeno io da cosa lo abbia dedotto. Mi scuso per il qui pro quo.
Non so perché i triciclici vengano scartati. Nonostante i medici mi parlino profusamente delle molecole e rispondano volentieri alle mie curiosità non ho affrontato il discorso. Mi sembra parlassero di difficile tollerabilità di quei composti. Personalmente sto così poco bene che proverei qualunque cosa che mi faccia uscire da questo gorgo, sempre che tra gli effetti collaterali non abbia la fatidica voce "disfunzioni sessuali".
Però l'incontro dal vivo per stabilire la nuova e credo ultima terapia sarà solo in gennaio perché vivo e lavoro all'estero. Per ora mi è stato comunicato di salire fino a 200mg di trittico e poi dimezzare fluvoxamina fino al nostro incontro, sperando che ciò mi dia una certa tregua durante la pausa natalizia.
La ringrazio ancora e le auguro in anticipo buone feste.
[#40]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Se usa il foglietto per trovare un prodotto che non abbia uno o l'altro effetto "scritto" non è molto utile, ce lo avranno tutti presumo, ma non è tutto qui e non è solo questo che conta.
[#41]
dopo
Utente
Utente
Immagino lei abbia ragione. Ogni farmaco ha effetti collaterali. Io sto però cercando un farmaco che non abbia quello, di effetto collaterale. Sono ancora abbastanza giovane e non riesco più ad arrendermi a una semi-impotenza. Avessi 65 anni o più magari lo accetterei. Ma l'ho già accettato per 9 lunghi anni, nel pieno della mia gioventù. È in un certo senso crudele dover rinunciare all'affettività così giovani.
[#42]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
D'accordo, ma non è che siccome c'è scritto è garantito.
[#43]
dopo
Utente
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Sì, certo, però penso comprenderà la frustrazione di dover testare tutta una serie di farmaci che eventualmente possono dare quel problema e capire, una volta arrivati a regime, se lo danno o meno. E a quel punto sarei di nuovo punto e a capo, rifiutarsi la cura provando un altro farmaco e così via. Di certo oramai in me esiste un grosso effetto nocebo ma non ci si può aspettare un miglioramento della depressione se si deve sopportare tutta una serie di disfunzioni sessuali. Come le ho detto se avessi 70 anni o giù di lì assumerei paroxetina senza esitazione ma ora no. E difatti sono in quel limbo in cui i medici oramai mi fanno provare una dose minima di ssri per testare se ne traggo beneficio senza danni. Dopo 3 ssri, 1 snri e un triciclico (mi ero scordato che provai l'anafranil) e avendo sempre quel problema non vorrei esplorare tutta la classe . Non è dunque meglio provare direttamente qualcosa che non dia quel problema? Non credo di essere l'unico in queste condizioni: a un iniziale innegabile beneficio ottenuto con paroxetina è scattata la ribellione alla stessa molecola. Ho letto che l'incidenza di effetti collaterali sessuali é il primo motivo di discontinuazione della cura con conseguente insuccesso della terapia. Dunque mi chiedo: perché non proporre ai pazienti molecole che non diano quel problema in prima battuta? Avevo 33 anni quando assunsi paroxetina che ha una elevatissima percentuale di quel tipo di problematiche, puntualmente verificatesi e mai del tutto rientrate. Non potevano darmi subito la mirtazapina, visto che ero anche sottopeso?
Dimenticavo, ho una domanda: salire di dosaggio con trittico espone a effetti collaterali sessuali oppure come molecola è sicura da quel punto di vista? In fondo mi fu prescritta proprio per avere un beneficio sessuale.
Però come mai questo beneficio è così altalenante? Può essere che la mia depressione , che non è affatto debellata, impedisca al trittico di darmi pienamente beneficio? Oppure, e spero di no, l'effetto benefico in termini di libido è solo transitorio?
Quindi, dato che non è il caso, nelle mie condizioni, ossessionarmi nella documentazione indipendente le chiedo se mirtazapina sia relativamente sicura da quel punto di vista. Purtroppo devo anche gestire una malattia in famiglia e ho dunque bisogno di un sostegno ma non più a quel prezzo. Credo che a quel punto mi arrenderei alla depressione, se non ci fossero soluzioni ragionevoli
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Guardi, la invito a considerare una cosa. Consideri la lunghezza della sua risposta su qualcosa che, all'atto pratico, si risolve semplicemente in una prova. Quindi, le rigiro il discorso: al netto di tutta la sua storia, se la questione è trovare qualcosa di meno penalizzante in quel senso, l'effetto lo vede così come uno che per la prima volta prende qualcosa. Cioè dopo.
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dopo
Utente
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D'accordo. Il discorso è chiaro... si deve tentare. Proverò la mirtazapina in associazione al trittico. Ma credo sarà il mio ultimo tentativo.
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