Follia. si può guarire?

Salve, sono un untente di circa trent'anni. Non ho avuto un'infanzia o una giovinezza particolarmente problematiche ma circa sei anni fa quasi all'improvviso, in un periodo di stress non eccessivo sono letteralmente impazzito. In breve(non mi funzionano i due punti)(due punti) completo distacco dalla realtà, paura di tutto e tutti, patologiche paranoie su qualsiasi cosa, ira; non riuscivo a fare più niente, dal guardare la televisione al leggere un libro o un giornale o andare a fare la spesa; anche uscire di casa per fare il giro del palazzo era un'avventura. Tutto questo per circa quattro anni e mezzo con la malattia che di tanto in tanto mi ha lasciato in pace per periodi più o meno lunghi. Sono stato curato con massicce dosi di Haldol e sonniferi, più Artane poi solo Haldol e Artane. E' circa un anno e mezzo che non sto più male (non mi era mai successo per tutto questo tempo) anche se sto ancora facendo una cura diciamo di contenimento(due punti) mezza fiala da 1 ml di Haldol decanoas ogni 21 giorni, Artane, e, da poco, una compressa da 50 mg di Topamax che, essendo un antiepilettico, non ho ben capito a cosa mi serva ma il mio medico dice che è uno stabilizzante. Allora...
Ho letto (su internet e quindi non so quanto fidarmi) che in soldoni l'Haldol abbassa il livello di dopamina nel cervello e quindi calma. La mia domanda è(due punti) una volta che smetto definitivamente di prendere questo farmaco la dopamina si riforma? Nella sostanza, quel che mi preme chiedervi è(due punti) secondo quelli che sono i vostri studi e anche (soprattutto) la vostra esperienza, è possibile guarire definitivamente dalla mia malattia(follia?)? Sono anni, come vi ho detto, che ci combatto e sono molto stanco.
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

lei non specifica la sua diagnosi.

Per alcune diagnosi e' possibile considerare una remissione completa e quindi una guarigione, per altre non si considera mai una guarigione.

Deve teoricamente chiedere al suo medico se mai fosse possibile ridurre il suo trattamento e valutare se questi sintomi ritornano oppure no.

La malattia come la chiama lei (follia) in realta' non esiste perche' ci si rifa a delle diagnosi secondo l'intendere comune degli specialisti in psichiatria.

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dopo
Utente
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Gentile Dottore,
ho scritto una mail al mio medico, un neurologo, primario in un grande ospedale, chiedendo lumi circa la mia diagnosi, spiegando anche perchè mi occorreva saperlo. Questa è stata la sua risposta(due punti)"Caro [x],
per fortuna la tua non è follìa.
si tratta di una "sindrome bipolare" che resta ben controllata con
piccole dosi di farmaci."
C'è da dire che nel corso degli anni è capitato che la malattia mi lasciasse in pace per un po' di tempo(anche qualche mese) e abbiamo provato a sospendere del tutto i farmaci ma la "sindrome bipolare" è sempre tornata a bussare alla mia porta. Tanto per cercare brevemente di spiegarmi, era accaduta la morte, quasi contemporanea, di due miei conoscenti e ero convinto di essere stato io, a causa dei miei fantomatici poteri, il responsabile di queste morti e ero terrorizzato dal fatto che gli amici e i familiari di questi 2 poverini volessero a loro volta vendicarsi e uccidermi usando i loro poteri, comportandomi di conseguenza. Ero ossessionato dai colori(due punti)per varie associazioni mentali il nero=morte, marrone=follia, verde=tumore ecc. e se vedevo qualcuno, in strada, con una maglia per esempio nera procedere nella mia direzione cambiavo marciapiede, svoltavo e quasi sempre mi ritrovavo a camminare in mezzo alla strada ma anche li c'erano problemi a causa delle mie paranoie sui vari modelli e colori delle automobili. Inoltre, poichè S.Agostino diceva che la verità è nei pazzi e nei bambini, se vedevo un bambino vestito con un colore che "non mi piaceva" era una tragedia. Per non parlare di autombulanze, forze dell'ordine, sirene varie ecc. Ho smesso a un certo punto di poter guardare la televisione, leggere libri o giornali, usare il computer(perchè i miei innumerevoli nemici mi controllavano). Non accenno neanche al mio rapporto col sesso e la sessualità perchè, parlando solipsisticamente e senza modestia, credo ci vorrebbe un trattato medico approfondito.
E niente... questa è solo una piccolissima parte dell'enorme mole di paranoie e pensieri malati che la mia mente era in grado di produrre ogni giorno, tutti i giorni della mia malattia (che a tratti ha dato luogo anche ad atteggiamenti e pensieri minacciosi ma mai effettivamente violenti). Come ho detto nel mio precedente post, è circa un anno e mezzo che sto bene,anche se con una terapia a basso dosaggio.
Il fatto è che sono impegnato nel difficile compito di ricostruirmi una vita degna di questo nome da un punto di vista sociale, lavorativo ecc (non affettivo perchè sono diventato praticamente asessuato) ma mi sento spesso inadeguato nel rapporto con gli altri, ho un'autostima sotto la suola delle scarpe(prima della malattia era quasi alle stelle) e tutto questo dipende dal fatto che sono un ex malto psichico, peraltro ancora in cura, che ogni 21 giorni si deve fare una puntura di Haldol che gli ricorda che non è "normale".
Dunque ora che abbiamo circoscritto la mia follia col nome di "sindrome bipolare" e dopo aver provato a spiegare un po' meglio ciò che mi accadeva, provo a riformulare la domanda(due punti)secondo quelli che sono i vostri studi e anche (soprattutto) la vostra esperienza, è possibile guarire definitivamente dalla mia malattia?
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

lei descrive dei sintomi che pero' non corrispondono poi ai sintomi della sindrome bipolare.
Insomma, sembrano esserci delle sintomatologie di tipo ossessivo che si frammistano ad interpretazioni di tipo "psicotico".

Mi sembra una situazione un po' complessa.

Il dato da rilevare pero' e' che lei con l'attuale trattamento sta piuttosto bene, e dovrebbe riuscire a recuperare cio' che ha perduto in questo periodo e che definisce "autostima".

Anche il diabetico tutti i giorni ricorda di essere un malato perche' deve fare una terapia che gli consenta di vivere senza entrare in coma, eppure alcuni la fanno con rassegnazione, altri con speranza, altri ancora con preoccupazione ma la fanno.

E' vero che il trattamento decanoato le ricorda il suo "essere malato", ma e' anche vero che lo stesso trattamento le permette di fare dei ragionamenti "normali" e di criticare quelli che erano i suoi ragionamenti "malati".

Segua i consigli del suo medico, e provi a valutare con lui la possibilita' di variazioni del trattamento, ed anche la possibilita' di una eventuale guarigione.

Attualmente parlerei per lei solo di una remissione che potrebbe anche essere definitiva.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
se pone il problema in questi termini non ne esce. Il disturbo bipolare è una malattia seria, la terapia è tutt'altro che standardizzata e richiede attenzione e aggiustamenti periodici. Quando si è abbastanza fortunati come nel suo caso si trova una terapia che dà pochi effetti collaterali e permette di avere un umore stabile, di studiare, di lavorare ecc.
Altre malattie necessitano di cure continue (ipertensione, ipotiroidismo, diabete): non guariscono, ma si curano.
Il disturbo bipolare non compromette l'intelligenza o l'affettività, tante persone conosciute e di successo ne sono affette.
La cosa più difficile è ricostruire un'immagine di sé accettabile, perché se non ricomincia a volersi un po' di bene non riuscirà ad aprirsi agli altri.
Nella mia esperienza ho visto persone curate che hanno ritrovato la serenità, hanno un lavoro, una famiglia, degli affetti, e ricordano i momenti di crisi come "brutti sogni, come se fossero successi a un'altra persona". Però la terapia la continuano.
Le consiglierei un libro: "E liberaci dal male oscuro" scritto dallo psichiatra Cassano insieme alla giornalista (e paziente)Serena Zoli: è molto chiaro e si rivolge alle persone che soffrono di disturbi dell'umore e ai loro familiari.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

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