Anedonia abulia ritiro sociale derealizzazione depersonalizzazione

Salve a tutti,
Mi chiamo A. e ho 22 anni, nel 2013 a seguito di traumi familiari pesanti, e concomitante uso di cannabis, ho sviluppato sintomi dissociativi (derealizzazione e depersonalizzazione). Nel 2015, dopo aver assunto cannabis tramite un inalatore (e in concomitanza con altri eventi traumatici) ho sviluppato una psicosi che, prontamente è rientrata lasciandomi segni quali ritiro sociale, anedonia, apatia, abulia e così via.
Ho avuto altre ricadute nel 2016 e nel 2017 che si sono risolte poi nel 2018 lasciandomi parzialmente libero da sintomi (trovai un lavoro, degli amici e così via).
Nel dicembre 2018, a seguito di ripetute bevute il sabato sera, sono andato nuovamente fuori di testa, con sintomi schizofreniformi.
Nel corso degli anni ricevuto diverse diagnosi: disturbo di personalità NAS, Psicosi SAI, schizofrenia paranoide cronica e, per finire, schizofrenia, psicopatia, isteria e depressione dall'MMPI sottopostomi dalla psicologa, diagnosi che ritiene non veritiere: la mia psicologa ritiene veritiera la diagnosi di depressione e disturbo della personalità ma non quella di schizofrenia. Ho subito vari ricoveri in reparti dove i diritti umani erano praticamente assenti e la norma era bombardare di farmaci i pazienti (sono stato in un reparto in cui ho visto infermieri picchiare un ragazzo). Mi hanno bombardato di farmaci nonostante fossi un metabolizzatore lento del CYP2D6.
Adesso sono in terapia con aloperidolo 2mg 7 gocce al mattino e 7 la sera, in attesa di uno switch all'Abilify a 2. 5 mg, la mia psichiatra si è stupita del fatto che mi avessero somministrato l'aloperidolo, e mi ha detto che sarà "capace di ridarmi indietro le mie emozioni". Io attualmente non provo emozioni, ho crisi, sto tutto il giorno a casa, non riesco più a giocare alla PlayStation o ad uscire con gli amici, rispetto ai mesi precedenti, in cui prendevo dosi più alti di farmaci e avevo EPS e la mia cognitivitá era andata a quel paese sto meglio, ma questi segni, questi sintomi come derealizzazione, depersonalizzazione, anedonia, abulia, apatia, agitazione non vanno via.
Non so più cosa fare, ho intenzione di provare anche la psichiatria ortomolecolare perché, ormai, non può andare peggio di così. Desidero tanto una cura, aprioristicamente dal fatto che essa sia approvata da studi scientifici o meno. Con la psichiatria classica non ho risolto nulla quindi cerco di vedere una soluzione nell'ottica di 360 gradi.
Gentili dottori, la mia domanda è questa: potrò mai uscire da questo stato, o sono condannato a vita su un letto? Ho la possibilità di avere una prognosi positiva? Dove potrei andare per svolgere analisi più approfondite? Palermo, la città in cui risiedo, non è certo rinominata per i servizi di salute mentale. In questo stato è impossibile vivere, mangio male, faccio brutti sogni, sto tutto il giorno nel letto.. .
Scusate per il papello, ma avevo veramente tanto da dire.
In attesa di una risposta vi mando cordiali saluti,
A.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"e, per finire, schizofrenia, psicopatia, isteria e depressione dall'MMPI sottopostomi dalla psicologa, diagnosi che ritiene non veritiere:"

L'MMPI non produce diagnosi, solo profili che possono aiutare a orientarsi sulla diagnosi.

Il metabolismo citocromiale è un esame genetico, non è che si può sapere a priori, si può sospettare in base alla risposta a dosi minime, o all'intolleranza ad alcuni medicinali che utilizzano quella via.

"Desidero tanto una cura, aprioristicamente dal fatto che essa sia approvata da studi scientifici o meno. " Gli studi scientifici non approvano, dimostrano. La psichiatria "classica" non esiste, non è che ci sia un grande accordo mondiale o neanche nazionale sull'approccio psichiatrico. Le pratiche psichiatriche scientificamente non dimostrate, mai dimostrate o puramente "fantastiche" sono diffuse.

In più, nella psichiatria classica per esempio si definisce una diagnosi. E da qui ripartirei. La questione che pone non è strana, è un eventualità ricorrente in soggetti che si curano con terapie antipsicotiche, specie per alcuni tipi di psicosi (il che torna con l'associazione con la cannabis, la ricorrenza intervallata da episodi liberi, e la centralità del deficit di motivazione e gratificazione nel suo disagio personale attuale).

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta, dottor Pacini. Io avevo ipotizzato di soffrire dei sintomi negativi della schizofrenia, ma la mia psicologa non crede sia quella. Ora ho una nuova psichiatra, ma più che soffermarsi sulla diagnosi, si è soffermata sul cambio di terapia, garantendomi che con le sue cure potrò tornare ad essere io. È auspicabile una simile prospettiva?
P.S. Non faccio più uso di cannabis e alcolici da tanto tempo
P.S.S. Ho fatto l'esame citocromiale e sono risultato come poor metabolizer
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Il cambiamento di cura mi pare ragionevole e logico rispetto al problema. Non è l'unica alternativa.
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Utente
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Grazie per la risposta dottor Pacini. Volevo chiederle un altro quesito: anni fa, mentre stavo male, guardai dei video e lessi a su temi riguardanti serial killer, pedofili, torturatori vari, stragi, incidenti aerei e chi più ne ha più ne metta. Adesso questi ricordi mi vengono in mente, ho crisi di panico, vomito, ho delle crisi isteriformi... C'è possibilità che con la psicoterapia e la psicofarmacologia questi ricordi vadano via e io possa tornare a vivere una vita serena stando coi miei amici, riprendendo gli studi ecc.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Sono temi comunemente trattai in tv e pubblicazioni Ora in che senso le vengono in mente in maniera sgradevole ? La ossessionano per il contenuto spiacevole ?
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