Di crisi d'astinenza da benzodiazepine si può morire?

Ho trovato scritto su internet che a causa di convulsioni e coma, la crisi d'astinenza da benzodiazepine può essere mortale.
La notizia mi ha terrorizzato anche perché io assumo la bzd più potente: il clonazepam. E' già difficile scalarlo, ma poi sentirsi crescere dentro un mostro che può uccidermi è insopportabile. A dosi altissime peraltro 8 mg al giorno!
Traquillizzatemi per favore. Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

A parte le considerazioni tecniche generiche, per quale motivo dovrebbe andare in astinenza ?

Dr.Matteo Pacini
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Ex utente
Per dimenticanza o per effetti collaterali, o ancora perché non si riesce a reggere di dipendere da una sostanza, o per un incidente....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Se per effetti collaterali, il medico le indicherebbe come sospenderlo, quindi il problema non si pone.
Se per dimenticanza, presumo che quando l'astinenza inizia uno se lo ricordi, dopo di che è bene che uno sappia che non deve sospenderle bruscamente.
Per un incidente capita, per esempio persone ricoverate che in ospedale non riferiscono di assumere un sonnifero o si scordano di dirlo perchè non ritengono sia importante, e sviluppano astinenze anche gravi.
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Ma l'astinenza di per sé da BDZ può essere mortale dunque?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Per il sopravvenire dello stato epilettico. Ma prima che questo avvenga l'astinenza "monta", per cui la persona si rende conto. Alcuni però, specie coloro che abusano, e quindi perdono la misura di quale è la loro soglia di astinenza, possono rapidamente sviluppare stati alterati prima di ansia e poi di coscienza, e in quel caso non essere più in grado di tamponare l'astinenza prendendo la benzodiazepina.
Altre volte appunto capita che se non lo si sa, in ospedale si vada in astinenza, ma non è frequente perché comunque in caso di agitazione spesso è inserita una benzodiazepina e la cosa si risolve da sé.
E' un'astinenza che si verifica con il meccanismo di quella alcolica.
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Storie terribili. E che dire del rivotril e di chi ne prescrive 4 compresse al giorno? E' la mia situazione e ne sono terrorizzato
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non ne ha motivo. Il rivotril è un farmaco noto, utile in diverse situazioni, tra cui la cura di chi ha una dipendenza da benzodiazepine. Le dosi di 4 compresse al giorno rientrano in quelle possibili. Lei lo assume per quale diagnosi ?

Credo che si stia ponendo un problema che non sussiste. Anche chi prende ormoni sostitutivi, farmaci antidiabetici etc incorre in astinenze potenzialmente mortali o semplicemente effetti gravi nel caso in cui venga meno improvvisamente l'azione del farmaco, ma il problema è più teorico che pratico.
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Grazie Dott. Pacini, la sua ultima risposta mi ha molto rassicurato.
Io prendo il Rivotril come ansiolitico, contro gli attacchi di panico e l'ansia sociale.
Come saprà bene un'eventuale crisi d'astinenza da Rivotril è una delle peggiori anche tra le benzodiazepine.
Mi è stato consigliato di toglierne una goccia al giorno fino a metà: 32 gocce sulle attuali 64.
Io temo che sia uno scalaggio troppo veloce, soprattutto a casa dove ci si deve destreggiare tra gocce e compresse e non è detto che se ne abbiano a sufficienza di entrambe....
poi con i miei pensieri....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non è una classica terapia per queste indicazioni, si usa in forme resistenti di solito, o particolari.
La crisi d'astinenza ce l'hanno tutte più o meno, le peggiori in teoria dipendono per esempio dalla potenza, ma in pratica invece sono più probabili quando si verificano casi di uso non controllato.
Togliere una goccia al giorno è secondo me troppo rapido in quanto si tende a cumulare l'effetto dopo le prime gocce, si tratta di un passaggio che raggiunge il picco in 4 giorni.
Non ho capito se qualcuno la sta seguendo è un consiglio estemporaneo ricevuto non da un medico.
L'altro aspetto è che, se toglie il rivotril, può però parallelamente ritrovarsi il disturbo d'ansia non più coperto, allora andrebbe sempre considerato che nel togliere una cura, che sta funzionando come cura, oltre all'astinenza il disagio può corrispondere al ritorno dei sintomi.
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dopo
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Ex utente
No, ilo consiglio mi è stato dato dalla mia psichiatra del CSM presso la quale sono in cura da qualche anno. Sapevo di non potermi fidare. Qual'è lo scalaggio ideale?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non c'è uno ideale, però in generale il problema non è solo lo scalino (1 goccia), ma anche il fatto che l'astinenza ha un suo decorso. Togliendo una goccia non accade praticamente niente, però se si continua a toglierne ogni giorno 1, magari al decimo giorno si comincia a sentire un'astinenza crescente, e andando avanti ancora di più. In genere niente di che, capita che uno ci provi e poi si debba fermare.

Ripeto: il modo migliore è
a) impostare una cura sostitutiva che sia già attiva quando si scala l'altra
b) farlo a intervalli più ampi

Questo in linea di principio, poi è inevitabile che per sapere come e quanto nel caso singolo sia bene che la segua qualcuno questa serie di operazioni.
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Ex utente
Può essere che una psichiatra di Torino, 60enne, del CSM, mi abbia consigliato quanto sopra senza nozione di causa? Se cado in una brutta astinenza, mi uccido, ne sono sicuro
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
A me sembra che stia facendo dei discorsi però assurdi, che c'entra questo discorso adesso ? "cada in un'astinenza....".
Le ho appena detto che di solito queste prove se non vanno bene automaticamente si interrompono perché la persona non se la sente di scalare oltre...
Lasciamo stare le polemiche con il medico, se la segue ed è stata bene non vedo il punto. Se adesso la terapia andrebbe scalata, questa è la mia esperienza che le ho commentato. Soprattutto il primo punto, cioè evitare poi di rimanere con una cura ridotta, e magari con un malessere che si equivoca per astinenza e invece è il ritorno dei sintomi.
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dopo
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Ma io non voglio provare nausea e vomito, non mi voglio trovare in un letto con l'incapacità di distendermi, non voglio avere convulsioni: sono terrorizzato
soprattutto i sintomi gastroenterici mi spaventano perché sono un emetofobico. E poi l'incapacità di fare qualunque cosa se non fare avanti e indietro dal letto per l'incapacità di stare in piedi o stare disteso....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non vedo per quale motivo dovrebbe arrivare senza controllo a queste situazioni.
La radice sta nel disturbo di fondo, altrimenti non avrebbe di queste paure, soprattutto espresse così.
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Cosa intende con "senza controllo" e in "queste situazioni", Dott. Pacini?
A me basterebbe anche solo la certezza che non vomiterò...
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Nessuno mi risponde? La mia ansia cresce....mi basterebbe sapere che i sintomi gastroenterici non sono tra i più frequenti nelle crisi d'astinenza da Rivotril....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
No, le servirebbe una cura per il suo disturbo d'ansia, non rassicurazioni sull'oggetto delle sue paure. Si sta occupando di una questione sostanzialmente inutile, in una chiave allarmistica.
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La questione del vomito, già mi farebbe sentire molto più tranquillo: è una mia fobia
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
No, se è una sua fobia non la farebbe star più tranquillo perché va a cercare rassicurazioni, così facendo non si ottiene mai qualcosa di utile, si complica solo la richiesta di rassicurazione successiva.
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Oggi, per la prima volta e per autosuggestione credo, ho vomitato: sarà contento
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Ascolti, lei non si deve permettere di scrivere con questi toni e con questo atteggiamento.
Si faccia visitare e eviti di concepire questo spazio come una bacheca per provocazioni e insulti.

Autosuggestione ? Faccia migliorare la cura del suo disturbo, perché se si suggestiona sul nulla, o sul fatto che si risponde che la paura è inverosimile e sostanzialmente un non-problema, e Lei insiste, evidentemente il meccanismo che le genera ansia non è completamente in equilibrio.