Terapia con antidepressivi dopo tentato suicidio

È vero che dopo un tentativo di suicidio non si può più prescrivere una terapia con antidepressivi? Io mi sono trovato in questo caso, e pur non essendomi stato diagnosticato alcun disturbo bipolare, alcuna psicosi, i medici del servizio ospedaliero e territoriale vogliono a tutti i costi curarmi con antipsicotici atipici, in particolare con la quietiapina. Capisco che ciò può essere dovuto alla necessità di arginare una forte componente ansiosa, ma tale terapia produce sull'ansia effetti meno soddisfacenti delle benzodiazepine e mi causa moltissimi effetti collaterali, tra i quali una forte inibizione che credo mi impedirà di ritornare ad una normale vita sociale e lavorativa. Io vorrei tornare, una volta superata questa forte ansia propria della fase acuta, alla terapia che seguivo prima del tentativo, con un antidepressivo SSRI (paroxetina), che per più di dieci anni mi ha permesso di funzionare bene in ambito sociale e di studio e mi ha tenuto su l'umore senza provocarmi alcun pensiero suicidario o distruttivo. Mi chiedo se tutti gli psichiatri sono così contrari alla terapia con SSRI dopo un tentativo di suicidio, tanto più che la diagnosi con cui sono stato dimesso è di depressione atipica e che il tentativo non è dovuto al farmaco che prendevo, ma è stata una reazione ragionata anche se anormale (che non ho mai più intenzione di ripetere) a un forte e nuovo stress ambientale. Anche per il controllo dell'ansia non sarebbe preferibile una benzodiazepina (come lo Xanax) piuttosto che il gabapentin che seda troppo e ha effetti collaterali di lungo periodo molto più gravi e frequenti? Io so che dovrò seguire una terapia farmacologica per tutta la vita, perché fin dai venti anni non ho mai potuto stare senza farmaci e la psicoterapia è un valido supporto, ma non può nulla sulla chimica cerebrale. Io mi chiedo se potrò nel corso del tempo passare ad una terapia più blanda, con un "vero" antidepressivo e non con antipsicotici per quanto atipici ed usati off label. Per quanto grave io vorrei veramente lasciarmi questo brutto episodio dietro le spalle per sempre, ma senza una vera terapia antidepressiva non posso ritrovare un clima mentale confortevole, anche perché la vita esterna mi ha riservato (anche per come è strutturato il mio carattere)poche fonti di gratificazione, non accadrà mai che qualcosa mi dia tanta soddisfazione o appagamento da poter modificare la mia chimica cerebrale in modo di poter sortire gli stessi effetti di un antidepressivo, l'unica cosa cui aspiro è la serenità e la pace dell'animo e ritornare non solo al lavoro, ma anche all'attività di studio e intellettuale, che tuttavia il farmaco che sto prendendo inibisce. È vero che anche le bzd sono psicolettiche, ma non hanno una durata d'azione lunga e profonda come quella del seroquel. Io sento che questo farmaco mi rende mentalmente invalido, inoltre mi causa grave stanchezza fisica, demotivazione, ottundimento emotivo.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
In presenza di tentativi suicidari la terapia prevista è quella che le è stata prescritta anche per evitare fenomeni di slatentizzazione anche se attualmente non presenti.


Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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Ma per quanto tempo si viene considerati a rischio? Dovrò seguire per sempre questa terapia? Anche perché gli effetti sulla salute generale sono notevoli e il malessere psicologico non è indifferente.
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