Impossibilità di cure

Buongiorno, sono la sorella di una persona fortemente disturbata; siamo disperati, abbiamo chiesto aiuto a CPS di zona, psichiatri, psicoterapeuti ma siamo al punto di partenza. Mia madre è andata via di casa, mio padre è completamente disinteressato e nonostante abbiamo preso una casa per C. lei non vuole andare via. C. è fortemente introversa, fissata con il cibo e la pulizia al punto di avere sfoghi sull pelle. Soffre dal 2006 , dopo la morte di nostro nonno, di idee fisse, ossessioni, dorme chiusa in camera sua con allarmi perchè dice che di notte viene narcotizzata e continuamente stuprata, dice che ci sono persone che le dicono come stanno le cose, sente le voci , parla da sola, alterna momenti di crisi acute in cui non dorme la notte, fuma in continuazione e ha dei deliri del tipo che vede lettere e labbra per terra a momenti di apatia totale o di movimento esagerato in cui, può anche sembrare normale e estremamente carina ma può cambiare umore per niente. Ultimamente quando si avvicina la crisi acuta, circa ogni mese, mese e mezzo, dice cose senza senso ed è incapace di fare un discorso, passa da una parte all'altra. Non sappiamo più cosa fare, tra l'altro abbiamo avuto riscontri negativi dall'assistenza pubblica.
Nel luglio del 2007 abbiamo fatto presente al nostro medico di base della situazione, il cps di zona è intervenuto invitando chiara a presentarsi per le "cure forzate", lei non è andata, dopo 2 giorni lo psichiatra è andato in pensione e tutto è finito lì. Abbiamo richiesto l'intervento del cps anche quest'anno, scoprendo, tra l'altro che lo psichiatra di allora ha scritto sulla cartella di C. che si era presentata per dei colloqui, cosa mai avvenuta perchè dopo 2 giorni mia madre ha portato C. in vacanza.Nel 2006 Chiara era in cura da una psicoterapeuta per disturbi alimentari, anoressia, nonostante i ripetuti avvisi alla psicoterapeuta e alla direttrice del centro dove C. si recava, solo dopo 1 anno hanno capito il problema perchè C. ha avuto comportamenti anomali con loro, ma anche loro se ne sono subito disinteressate dicendo che doveva andare da uno psichiatra (C. non ci vuole andare, non riconosce neanche di avere un problema!!). Quest'anno C. ha chiamato una conoscente di mia madre, al corrente della situazione, psicoterapeuta del cps di zona la quale ha così testualmente definito i 4 messaggi che C. ha lasciato nella sua segreteria:" messaggi deliranti ma chiedeva di parlare con avvocati quindi non era una richiesta di aiuto e poi non voglio interferire con il lavoro dei colleghi". Cari Dottori, C. è estremamente aggressiva, mia madre veniva presa a sberle, l'ultima volta che ha avuto una crisi a SPACCATO un davanzale di MARMO. Come mai non sembra esserci via di uscita se non quella di un atto violento da parte di C.? Sembra una rulette russa, a chi toccherà? Potete darmi qualche consiglio?Mia madre è sull'orlo dell'esurimento.....
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
gentile utente,

se ci sono le condizioni siete in diritto di denunciare la vostra congiunta.

Per il resto l'unico trattamento possibile sembra essere quello obbligatorio che potete attivare tramite i canali previsti, anche in questo caso se ne ricorrono le condizioni.
Provi ad iniziare a parlarne con il medico di base di sua sorella.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 326 11
Gentile utente l'l’art.282 bis c.p.p. (“Allontanamento dalla casa familiare”) introdotta dalla legge n. 154/2001 in tema di violenza domestica, sancisce il diritto dei familiari ad allontanare un congiunto che sia sia reso colpevole di atti di violenza. Nel suo caso poi trattandosi di una persona con problemi psichiatrici in caso di Vostra segnalazione il Centro di Salute Mentale sarà obbligato ad interessarsi della cosa.
A tale proposito esistono sia gli strumenti dell'Accertamento Sanitario Obbligatorio, sia del Trattamento Sanitario Obbligatorio per intervenire (laddove ve ne siano fondati motivi in base alla norma di legge) nell'intento della tutela della salute del soggetto ammalato.
A tale proposito anche il Medico di Base, se in possesso di dati fondanti una tale necessità, potrebbe richiedere un ASO presso le competenti strutture del CSM.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

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