Differenza rivotril pastiglie/gocce?

Sono sempre alle prese con il mio scalaggio di 3 mg di Rivotril al giorno: l'ho tentato più volte, ma mi sono dovuto fermare tutte le volte perché togliere anche una sola goccia mi fa star male dopo 2-3 giorni.
La quantità che dovrei scalare la assumo la sera sotto forma di pastiglia, ma capite bene che per scalare son dovuto passare alle gocce, so bene che il principio attivo è lo stesso, ma non posso fare a meno di domandarmi se in parte il malessere che ho provato sin dall'inizio sia dovuto al passaggio da pastiglie a gocce, cosa mi consigliate?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Di seguire le indicazioni del suo medico, che dubito che le dica di insistere con queste prove o di interromperle per i motivi che lei dice.

Dr.Matteo Pacini
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Grazie per la risposta dott.Pacini.
Il mio psichiatra mi ha consigliato di restare fermo, a 3 mg, che questo per me non è il momento giusto per scalarlo: è tornato però all'idea di una goccia al giorno o alla settimana "se proprio vuole scalare". Oggi ho poi scoperto che per come prendo i miei farmaci ora come ora non potrei nemmeno viaggiare in aereo e ho tutti i parenti più stretti all'estero.
Il mio medico di famiglia mi ha consigliato in un primo tempo di prendere il rivotril a vita, ma a mesi di distanza mi dice che anche lui l'ha assunto per qualche anno e lo ha interrotto così, casialmente, perché se l'era dimenticato una volta alla partenza per un viaggio.
Mi ha persino detto che, prendendo io anche Haldol e Olanzapina, potrei fare a meno del rivotril bruscamente.
Lungi da me ascoltare questo consiglio.
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Volevo aggiungere che il ritmo dello scalaggio che ho ripetuto più volte ultimamente senza riuscirci (quello del mio primo messaggio, fallito tutte le volte al 2o 3o giorno, anzi una volta la crisi è arrivata 7 giorni dopo) era di una goccia in meno alla settimana....scusate se non sono stato chiaro più su.
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Mi hanno detto che se reagisco così male a scalaggi così lenti vuol dire che ho bisogno di rivotril, a mio parere, invece, è solo questione di dipendenza
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
A parte che è più sensata la prima ipotesi, ma non è verosimilmente neanche quello, è Lei che ha una ossessione come già si sa dai precedenti consulti per questa storia della dipendenza.
Non capisco perché scriva di nuovo su questo tema come se niente fosse. Ogni volta dobbiamo rifare il discorso da capo come se non si sapesse, oppure fa conto che non ci si ricordi degli altri consulti allo scopo di insistere a senso unico nel suo tema, cioè voler dire (senza alcun interesse pratico a soluzioni) che è dipendente dal rivotril e quindi legato a pericolose astinenze.
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Grazie Dott. Pacini! La prima ipotesi è che ho ancora bisogno del rivotril?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
L'ha scritto Lei.
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La ringrazio Dott. Pacini, anche se faccio fatica ad accettare questo punto di vista. Forse sono così scettico perché il rivotril mi è stato prescritto dal medico di famiglia in un periodo per me difficilissimo. E io non ho mai sentito l'effetto di rivotril nè psichicamente nè fisicamente. Mi viene la rabbia adesso perché il medico di famiglia mi dice che essendo già coperto da haldol e olanzapina posso fare a meno anche bruscamente del rivotril, quando era stato lui stesso a prescrivermi con il rivotril haldol e olanzapina, mi ricordo anche la sua esortazione al momento della prescrizione: "però ti devi fidare di me".
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Bruscamente, in ogni caso, no. E' una banale questione tecnica.
Per il resto, che possa avere un'utilità è tutt'altro che strano.
Che Lei abbia una fobia della sua riduzione è una cosa già appurata.
Basta questa ultima cosa per rendere difficilissima "in teoria" una cosa che invece non lo sarebbe.
In ogni caso, se deve seguire delle indicazioni segua quelle dello psichiatra che gestisce questa terapia.
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Grazie, Dott. Pacini! Mi stavo proprio riorentando verso una goccia in meno a settimana, ma temo che il tentativo fallisca come i precedenti. Sto maturando l'idea di un ricovero, purtroppo però non posso lasciare mia madre da sola neppure un giorno....mi sento in trappola. Non riesco a capire come il mio fisico senta una variazione del 2% circa della sostanza fino al punto di farmi star male. Sto male anche adesso al solo pensiero...e se poi m'immagino scendere di settimana in settimana m'immagino anche il panico e la nausea che comportrebbe....
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Dott. Pacini, mi è rimasto un dubbio su una sua affermazione nella sua ultima risposta:"Per il resto, che possa avere un'utilità è tutt'altro che strano." Che cosa intendeva e a cosa si riferiva? Grazie!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
A quello di cui stavamo parlando il rivotril.
Il problema è che più ci ripensa, meno capisce le cose che legge.
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ho capito ora: mi sta dicendo che se me l'hanno prescritto vuol dire che a qualcosa serve. In Italia è indicato solo come antiepilettico, ma molti lo usano per combattere l'ansia e gli attacchi di panico, ma, credo, la maggior parte non a dosaggi alti come il mio 3 mg.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non solo, anche altre indicazioni è utie. Non un dosaggio alto il suo.
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La ringrazio Dott. Pacini, mi ha di molto rassicurato! In effetti mi dovrei preoccupare per gli altri psicofarmaci che assumo: aloperidolo 4 mg, olanzapina 20 mg e flurazepam 30 mg.....comunque, a mio parere, è meglio concentrarsi su quelli più "appiccicosi".
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una curiosità: assumo il rivotril gocce in un cucchiaino e dopo averlo inghiottito riempo il cucchiaino con una o due gocce d'acqua prendendo anche quelle,ripeto una o due volte quest'ultima manovra dopo di che bevo un bicchiere d'acqua: è un modo corretto per assumerlo? Grazie!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Abbia pazienza, o Lei si rende conto che è dominato da una spinta a far domande a qualunque costo, oppure continua a fare come sta facendo ora, ovverosia porne mille su una questione inesistente.