Rapporto devastante con mia madre

Buonasera,
scrivo per chiedere un aiuto, sto vivendo da mesi una situazione invivibile e non so come affrontarla.
Ho 31 anni vivo da sempre con i miei genitori, un rapporto pessimo dall'adolescenza con mia madre, da poco ho perso mio padre in pochi mesi per un cancro.
Io non so più come gestire mia madre che somma il fatto di essere fortemente scossa dalla perdita di mio padre ad una serie di problemi che ha sempre avuto e per i quali non si è mai curata e che hanno reso la nostra vita familiare, da sempre, un inferno.
I problemi riguardano prima di tutto la sfera emotiva, l'ansia che ha, che mi ha impedito di avere un dialogo con lei fin da giovanissima, che rendeva qualunque problema insormontabile. Io da sempre avevo come unico riferimento mio padre, che c'era per tutto, che mi sapeva consigliare, che mi guidava nelle scelte, mi incoraggiava. Lei non sa nulla di me, ignora quello che apprezzo, forse non le interessa, anche quando le parlo di qualcosa lo ricorda giusto il tempo di una conversazione. E' sempre stata con me, fin da bambina, fonte di timore e tensione, perché cambiava idea da un momento all'altro, una persona sulla cui parola non si poteva mai fare affidamento. Fin da piccola mi metteva in guardia dalle amichette, me le faceva guardare con sospetto, c'era sempre una meglio dell'altra a seconda dei SUOI umori. Così con i fidanzati, caso questo nel quale nessuno le aveva mai chiesto di metter becco.
Ho sempre cercato di tenerla lontana dalle cose a cui tengo, per imbarazzo, e questo mi ha fatto vivere in una bolla di solitudine, in cui da piccola non invitavo a giocare se non di rado le amichette, per evitare sentissero i litigi con mio padre (di natura economica) e da grande idem, con in più il problema che da decenni vorrei vivere sola e non ci sono ancora riuscita. Non sono mai stata incoraggiata neanche a farlo, ma quello poco importa. Non ci sono riuscita io, anche se ora lavoro e potrei (ma per ragioni che spiegherò non faccio).
Il secondo problema, più grave, è di tipo economico. Mia madre spende tutto quello che ha. Lavora, ha uno stipendio, come arriva dopo 10 giorni non c'è più nulla. Fa debiti in continuazione. Negozi, vestiti, prende tutto e paga a rate. Da piccola non ci si poteva fidare di lei perché faceva sparire i soldi del mutuo per fare shopping (motivo per cui non abbiamo oggi una casa di proprietà). Ora, senza mio padre che ha fatto una vita rassegnata a tutto ciò e ne ha sofferto tanto senza poter cambiare nulla, io mi sento persa. L'affitto lo paga se le rimane qualcosa. Il mese scorso l'ho pagato io. Le bollette del telefono non le paga perché lei non lo usa. Ha fatto un prestito di 30mila euro per dare un anticipo e comprare casa, prima che mancasse mio padre, e lo ha speso in pochi mesi. Non ha nulla. Io non so come fare, mi distrugge tutto questo, mi sento senza scampo. Non voglio fare questa vita. Ogni volta che esce di casa ho paura che compri, spenda, sperperi. Con lei non riesco a parlare, perché la rabbia prevale e litighiamo, ma è inutile tutto. Per me ha solo parole brutte, non importa che in questi mesi mi sia caricata tutto sulla schiena per vederla stare meglio. Mi ero messa a disposizione, odia la casa in cui viviamo, per fare un mutuo con lei per un posto PER LEI, per aiutarla, e per vivere io da sola legittimamente. Ora ho paura, paura che poi mi tocchi pagare tutto perché di lei non ci si può fidare, paura di finire sepolta dai suoi debiti. E di sentirla ancora parlar male di me coi parenti, con cui si lamenta di me, ma che non sanno chi è davvero lei. Va da 1 mese da una psichiatra. Non mi sembra ci siano stati miglioramenti. Non prende farmaci, non li vuole.
In più ora dice che è impossibile vivere con me. Lei, lo dice. Ma a me tutto questo spaventa molto. Non so come affrontarlo.
Mia madre per intenderci è inesistente, come madre. Mi sento io, nel ruolo sbagliato, come se avessi una figlia adolescente. E mi manca molto mio padre, davvero tanto. Perché in tutti questi anni so che lui non se n'è mai andato per non lasciarmi sola con lei. Lei che non c'è mai, che però ti rinfaccia tutto. Lei che è capace di non parlarti a natale, e però vive per fare la vittima appena ha pubblico. Io non sono una figlia ideale, di sicuro non l'ho resa felice, ho avuto un'adolescenza difficile, a scuola grossi disastri, ma rispetto a tante coetanee mi sembra di esser riuscita - unico caso- a realizzarmi un po', a fare il lavoro che ho sempre sognato, a riuscire a cavarmela anche da sola. Non conta niente tutto questo per lei. Non conta cercare di essere d'aiuto, è sempre tutto troppo poco. E' stata da sempre ed è ancora una madre di un'invadenza sconfinata, capace solo di giudicare come mi vesto senza mai nemmeno pensare un secondo ai sacrifici che faccio e all'impegno che metto nelle mie cose, nel mio lavoro. Giudica tutti, me compresa, litiga con tutti, parenti e colleghi di lavoro, e non le ho mai sentito dire 'scusami, mi sono comportata male'. Mai. Lei non sbaglia mai.
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Fondamentalmente non ha un quesito specifico per una questione sintomatologica ma ha una condizione di vita che le crea disagio.


Dovrebbe prendere decisioni di indipendenza per se stessa.


Dr. F. S. Ruggiero

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