Salvesto scalando paroxetina 1gc al di, ho paura sia troppo veloce

Salve
Ho iniziato ad assumere paroxetina da 20mg al di da più di tre anni, il mio psichiatria ha deciso di iniziare a scalarla, sostituendo il daparox con lo stiliden in gc, scalando 1gc al di, dopo che ho espresso la mia paura che nonostante le sue rassicurazioni fosse una diminuzione troppo veloce mi ha fatta fermare x 10g a metà dose per poi riprendere a scalare in questo arco di tempo ho avuto una mattina al risveglio un po' di agitazione con la sensazione di elettricità sotto cute, come se mi fosse passata dell'acqua gelata sottopelle, xo e durata poco e finita lì, per il resto tutto bene,
Questa mattina invece (la notte prima ho riniziato a scalare da 20gc a 19) mi sono svegliata all'improvviso con agitazione e il senso di elettricità sottopelle e movimento intestinale, insomma il preludio di un attacco di panico, sono riuscita a gestirlo senza agitarmi troppo per due ore, però con un senso comunque di disagio, appena è stato possibile reperirlo ho chiamato il mio dottore e mi ha detto di bloccare lo scalo delle gocce e di aggiungere mezza pastiglia di lorazepam da 2, 5 mg prima di andare a dormire...
La mia paura è di ricadere come il principio, possibile dopo tre anni di cura non essersi liberati da questa ansia e attacchi di panico?
Può essere dipeso da un veloce scalo di medicine o devo rassegnarmi a prendere a vita la paroxetina magari a metà dose?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Non capisco una cosa. Perché questo scalaggio così graduale. Di solito si fa usando le compresse stesse, proprio perché potendo essere lento e graduale, renderlo ancora più graduale può magari mitigare qualche eventuale sintomo, ma stiamo parlando di un fenomeno passeggero.
Lei sembra che sia a priori preoccupata non solo di come si troverà senza cura, cioè se ricadrà o meno, ma dello scalaggio, che niente ha a che vedere con la ricaduta.
Se mai, il fatto che non si riesca a fare la riduzione per sintomi intensi e uno stato d'allarme indica che la persona non si trova comunque in uno stato di compenso pieno.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
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Gent dottore
Anche a me e sembrato strano abbia sostituito le compresse di daparox con le gocce di stiliden, secondo lui essendo un medicinale più diluito sarebbe stato ancora più semplice eliminarlo dal corpo quindi avrei avuto meno problemi, il mio dubbio è sul fatto che a mio parere, avendo letto anche molti pareri, mi sembra troppo breve il tempo di scalo definitivo, praticamente un mese e mezzo e avrei terminato, premetto che stavo benissimo quando ho iniziato a scalare poi anche in seguito fino a stamattina, quindi secondo lei la reazione che ho avuto è normale? Fa parte del l'astinenza?
Si la paura c'è xke son stata molto male e ho paura di una ricaduta, ma è una mia fissa, e come se mi dovessi convincere a stare nuovamente male xke mi sono affidata troppo al farmaco ma non xke non sono pronta perché sto male, secondo lei devo proseguire e tenere duro o sono uno di quei casi che senza Nn sa vivere?
È la mezza compressa di lorazepam da 2,5 e opportino prenderla x aiutarmi con i sintomi?
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Le cure fatte a lungo sono più protettive, quelle brevi e frettolose sono meno incisive poi per il futuro.
Ci sono forme di panico che recidivano e quindi sono controllabili ma almeno per i primi anni solo mantenendo la cura, altrimenti riprendono con varia intensità, magari anche "azzoppate".
Quindi affidarsi al farmaco significa semplicemente curarsi, è un modo di dire che non si sa perché nel caso della psichiatria dovrebbe essere qualcosa di negativo, secondo la visione "mistica" che la mente guarisce il cervello.
Detto questo, certo che è un problema di gradualità, però già con la compressa la gradualità c'è, mi chiedevo perché questa estrema gradualità, che se mai si usa a volte per introdurre il farmaco. Per sospenderlo più che la gradualità sospendendo da un giorno designato, si può scegliere di fare periodi a dosi decrescenti, in maniera da verificare nel lungo termine se abbia o meno senso puntare alla sospensione totale.
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Utente
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Perfetto quindi il mio primo pensiero che ho espresso al dottore di bloccarmi a metà della. Dose iniziale per qualche mese non è sbagliata, ci ho preso più di lui insomma, io vorrei tornare alla. Pastiglia, prendendo la metà a questo punto , visto che ormai sono arrivata a metà dose con le gocce, e proseguire così per qualche mese in modo da assestare l'organismo poi riprendere a scalare con un quarto per un'altro paio di settimane, lei cosa ne pensa, perché ho intenzione di parlarne con il mio dottore, se lei mi da un consiglio professionale mi farebbe un grande favore.
Un ultima cosa, e necessario accompagnare lo scalo con il lorazepam, per evitare qualche sintomi da sospensione? Ho letto che alcuni dottori fanno anche così,
La ringrazio per la disponibilità
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Utente
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Buongiorno, non mi risponde più, devo chiudere il consulto, mi faccia almeno sapere se devo continuare a controllare la pagina, grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Come diceva Lei. Un conto è scalare, un conto è fare periodi a dosi progressivamente minori, che non è scalaggio e non contempla problemi di sintomi da sospensione.
Ogni medico si regola come crede, anche rispetto alle esigenze che il paziente pone.
Questa estrema gradualità quindi deriverà da una sua esigenza che ha fatto presente quindi.
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Utente
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La ringrazio dottore per il suo tempo, continuerò così poi tra qualche tempo riprenderò a scalare .
Cordiali saluti