Coronavirus e paura ad affrontare le cose

Buonasera, chiedo aiuto perchè non so come affrontare quello che sta succedendo.


Soffro da tanto di ansia, legata soprattutto alla paura della morte in generale.
Circa 2 anni fa ho iniziato a curarmi con Prazene e Sertralina.
Dalla scorsa estate avevo iniziato a diminuire la cura e da fine Novembre la avevo completamente interrotta perchè erano più le volte che la dimenticavo che quelle che la assumevo.
Da Novenbre ho anche cambiato molto la mia vita, seguita da una nutrizionista ho cambiato completamente la mia alimentazione e sono riuscita ad oggi a perdere 22 kg, ho iniziato a fare attività fisica ed insomma era un periodo davvero in cui mi sentivo felice, riuscivo ad affrontare bene le cose e finalmente riuscivo a non avere più pensieri negativi...insomma stavo bene.


Purtroppo quello che sta succedendo con il coronavirus ha spazzato via tutto.
Vivo in Lombardia e praticamente da 1 mese vivo chiusa in casa con le mie bambine, per fortuna anche mio marito è a casa dal lavoro, quindi non mi sento troppo sola.
Il problema è che è tornata l'ansia e la paura della morte.
Sono allergica ai pollini e purtroppo ho iniziato con rinite e broncospasmo, questo ha peggiorato tutto perchè mi sono ormai convinta che questo mi rende una persona fragile e che mi porterebbe sicuramente a morte in caso di contagio da coronavirus a tal punto da aver paura di curare l'allergia perchè penso che i medicinali abbasserebbero le mie difese immunitarie rendondomi ancora più fragile.

Stare a casa non aiuta perchè passo il tempo in cerca di notizie e non riesco a dedicarmi ad altro.
Ho ricominciato a pensare alle mie figlie e come potrebbero vivere senza di me, a quanto soffrirebbero, continuo a pensare che questo potrebbe essere l'ultimo periodo che passiamo assieme...
Inoltre, so che non è importante però inizia davvero a pesarmi, per tenerle impegnate facciamo dei dolci e non poterli mangiare, per via della mia dieta, sta diventando davvero difficile.

Mi crea anche ansia il fatto di non poter reperire tutti gli alimenti che mi servono per continuare la mia dieta.
Premetto che l'ho presa molto molto seriamente, e non riesco a sgarrare per nessun motivo, ma prima ovviamente non mi pesava perchè riuscivo a distrarmi, ora è difficile.

Mi manca l'ossigeno, sento continuamente un peso sullo stomaco e un nodo in gola mi sembra di non vedere la luce.
E il fatto di non sapere quando e se potremo tornare alla normalità mi sta facendo impazzire.
Non riesco a essere razionale e mi arrabbio perchè non sono una persona ignorante e non capisco perchè non riesco a stare serena.
Per non parlare del fatto che ho sentito dire che l'ansia e la paura abbassano le difese immunitarie.
Insomma mi chiedo come posso tornare a stare bene?
Ho pensato di ricominciare la mia terapia per l'ansia ma anche solo l'idea di andare in farmacia o di mandare mio marito mi sembra utopia...
Vi sarò grata se avrete voglia e tempo di aiutarmi...
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non ho capito perché non può andare in farmacia.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
In primis perchè ieri il Sindaco ci ha comunicato che nel nostro paese ci sono 3 persone infette e questo mi ha fatto ancora di più cedere al terrore, non so ha reso la cosa ancora più reale (non che prima non lo fosse).
In secondo luogo non vorrei ricadere nei farmaci, speravo di farcela sola proprio per come mi sentivo bene prima.

Anche per mandare mio marito a fare la spesa ho paura, però mi rendo conto che è necessario e anche li ho tribulato tanto finchè non ho trovato un super che facesse prenotare online e andare li solo a ritirare per non fare file infinite.
Ma cmq io non riesco assolutamente ad andare.

Spero si sia capita qual'è la mia difficoltà.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Parla della assunzione della terapia come di una ricaduta in una malattia.

La terapia la aiuterebbe a risolvere la questione ansiosa per cui potrebbe poi gestire il resto delle cose.


Penso sarebbe peggio se per una crisi d’ansia avesse la necessità di doversi recare al pronto soccorso.

Contatti il suo medico di famiglia e faccia reimpostare la terapia.


Dr. F. S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
No, la difficoltà non si è proprio capita. Si è capito che "sperava di farcela da sola". Quindi siccome uno sperava di farcela da sola (e chi no ?) allora poi il problema diventa evitare di prendere i farmaci nonostante si stia male, e inventarsi l'espressione "ricadere nei farmaci ?".
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dopo
Utente
Utente
Gent.le Dott. Pacini, non è una difficoltà è PAURA.
Non riesco ad essere razionale in questo momento.
Riprendere i farmaci non è un problema, così come non lo è stato in passato, non ho mai avuto problemi nel comprendere che avevo bisogno di aiuto, e questo riesco a comprenderlo anche adesso, altrimenti non avrei chiesto aiuto qui.
Ricominciare a prendere le medicine lo vivo un po' come un piccolo fallimento perchè non sto avendo la forza di superare questo momento senza l'uso delle stesse, e quindi capisco benissimo che dovrei prendere le medicine.
Inoltre subentra la paura che ho sull'uso dei medicinali, come dicevo oltre l'ansia dovrei curare l'allergia ma non riesco perchè mi sono fissata che abbasserebbero le mie difese immunitarie rendendomi più suscettibile alle infezionei.

Insomma è un insieme di cose.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"non sto avendo la forza di superare questo momento senza l'uso delle stesse"

Ma in quale mondo si superano i disturbi d'ansia come per magia ? Non ho capito con cosa si confronta ? Con chi non ha il problema ?
Una cosa è chiara: se ha una malattia diversa in farmacia presumo che si vada o che incarichi qualcuno.
Per il resto non vedo nessun ragionamento reale, solo nessi che alla fine danno una giustificazione più o meno fantasiosa alla paura che già è in atto.
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dopo
Utente
Utente
Certo, ha ragione. Lunedi sentirò il medico per le prescrizioni e ricomincerò la terapia. Spero solo di ricominciare a stare meglio. Il fatto di non sapere quandò finirà questo periodo mi fa male, ma immagino faccia stare male chiunque.
Mi spiace solo che la mia richiesta di aiuto abbia interessato solo dal punto di vista farmacologico.

Grazie cmq per il tempo che mi avete dedicato.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Certo, perché interessarsi di una persona farmacologicamente è un insulto, una mancanza di rispetto, bisogna dire una buona parola, una pacca sulla spalla e agevolare così la tendenza delle persone a non curarsi.

Roba da non credere. Le si risponde guardando alla sua salute e approfitta anche per farci la morale.
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dopo
Utente
Utente
Intanto si può rispondere con calma, non mi pare di aver mancato di rispetto a nessuno. Non ho fatto nessuna morale, non ne avrei le competenze per farla a voi. Infine ho afferato il punto, questo sono ancora lucida abbastanza da riuscire a farlo, ho solo preso atto che oltre il discorso farmacilogico non è andato, detto questo non capisco per cosa si è offeso dal momento che ho solo riportato i fatti.

Sembra non continuare a capire, o forse sono io che non mi spiego, NON HO NESSUN PROBLEMA A CURARMI sono stata io a chiedere aiuto ora come anni fa quando ho iniziato a curarmi. Ho solo espresso una difficoltà che ho in questo momento, e perchè no un dispiacere dal momento che da qualche mese non assumevo più medicinali.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Non ho fatto nessuna morale, non ne avrei le competenze per farla a voi. "

Non ci vogliono competenze, non ha fatto osservazioni teniche. ha fatto la morale, e confermo che l'ha fatta

"Mi spiace solo che la mia richiesta di aiuto abbia interessato solo dal punto di vista farmacologico."

Quello che dice non corrisponde a quello che ha detto. Ha detto che non si sa per quale motivo, non si muove in direzione di una possibile ripresa di una cura già nota, se non perché vorrebbe evitare di reiniziarla. Da qui i soliti luoghi comuni sul farcela da solo, etc.
Anche non assumere i medicinali "per un dispiacere" non corrisponde ad un nesso con la terapia.

La verità è che queste cose le pensa solo perché non ha un'idea corretta del disturbo che ha curato.
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Utente
Utente
Bene, allora mi aiuti lei a farmi questa idea corretta. Per favore
Come le ho detto mi rendo benissimo conto di non essere razionale.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Ok. Lei ha avuto un disturbo. Non è chiaro perché sia stata sospesa la cura, ma per qualunque motivo sia, se una cura è sospesa, e il disturbo ha carattere di ricorrenza (o la cura è durata troppo poco, o il disturbo ancora non era risolto clinicamente), è probabile che si ripresenti.
Dopo di che gli elementi ci sono tutti: la diagnosi già fatta, la cura che comunque stava funzionando almeno in parte, e il fatto che i sintomi ritornano.
In qualsiasi malattia uno un po' d'accordo, tiene duro, ma poi ragiona. Se già sa qual'è la cura oltretutto, di solito la reinizia. In questi casi invece spesso le persone si mettono in mente di dover resistere come fosse una specie di prova morale. Chi non si cura è bravo. Ciò significa ragionare come se ci fosse un cervello malato, e un altro superiore che lo può far tornare normale se lo si usa, come dire che chi sta male mentalmente è "debole" di cervello e deve essere più forte.
E questa è follia. Sono malattie come le altre.
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