Disturbi psicologici in ambito sentimentale e mancata integrazione sociale

Buongiorno, sono una ragazza di 21 anni, vi scrivo per un consulto online per confronto in aggiunta a delle sedute da una psicologa che seguo più o meno una volta ogni 2 settimane.
Da sempre sono stata lontana da convenzioni sociali, grazie ai miei genitori che mi hanno sempre spinta ad essere me stessa; questo mi ha portato a delle piccole incomprensioni nell'ambito sociale siccome non mi sono mai amalgamata alla "massa".

Sono cresciuta, ho avuto le mie esperienze relazionali ma sono sempre finite in modo drastico per ragioni diverse.
Il primo compagno che ho avuto (a 18 anni, lui ne aveva 23) di cui mi sono molto innamorata (è stata la prima relazione in cui ho avuto un rapporto sessuale) era aggressivo e intollerante, in più era uscito da una relazione importante perciò non riusciva ad accettarmi; questo sviluppò in me una gelosia insopportabile.
Lo lasciai perché sentivo di non essere accettata e di essere maltrattata, e lui fu quasi sollevato di questa mia scelta.
Questo mi uccise emotivamente per circa 1 anno e mezzo, mi ero umiliata durante la relazione, perchè non sapevo distinguere il bene dal male; dopo 1 anno e mezzo sono uscita con un ragazzo che mi piaceva perché mi ispirava dolcezza, sembrava tutto lineare, a parte l'uso di antipsicotici e antidepressivi; non abbiamo mai avuto rapporti di alcun tipo.
Dopo 3 settimane mi ha lasciato per messaggio dicendo di non essere pronto per una relazione ed è tornato con la sua ex senza dirmi nulla.
A distanza di ancora più tempo ho conosciuto un altro ragazzo con cui ho avuto una relazione (con rapporti regolari) e con cui sono stata 4 mesi, ma anche lui come il primo era aggressivo e intollerante, prendeva psicofarmaci anche lui (zoloft) e seguiva sedute da uno psichiatra collega di suo padre, per attenuare la sua ossessività.
A seguito di un litigio ha avuto una reazione molto inquietante quindi l'ho lasciato.
Quest'ultima relazione come la prima, mi ha segnato parecchio e ha sviluppato in me il desiderio di non volere una relazione.
Sono dall'idea che le relazioni siano fallimentari perchè disturbanti o ipocrite.
Non sopporto l'idea di essere tradita e non sopporto l'idea di tradire, non sopporto l'idea che una persona stia con me perché sono una bella ragazza o perchè sono paziente e buona.
Non capisco se tutte le persone siano così come i miei partner o no, ma sta di fatto che non trovo più un senso nelle relazioni se tanto poi ci si fa del male di nascosto o non.
Ad oggi credo alle relazioni aperte, non perchè così posso andare a letto con tanti uomini, ma semplicemente perchè sono minimaliste, libere ed oneste.
Questo mi deprime perché ho solo 21 anni e dovrei essere scema e credulona, o quanto meno speranzosa che esista qualcosa di più o credere di essere speciale e unica, insostituibile, desiderata e altre cazzate simili per sfuggire all'incolmabile senso di vuoto di cui l'essere umano è vittima.
Non so come fare, oltre che a studiare non faccio altro che pensare a questo.
Grazie per le future risposte.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Attualmente sarebbe in trattamento da una psicologa e non può integrare questo tipo di trattamento con altre richieste esterne.

Se ha dei dubbi irrisolti o delle necessità deve riportarli in seduta.



Dr. F. S. Ruggiero


http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta, tuttavia chiedendo un consulto su Medicitalia speravo di ritrovare un confronto riguardo la questione descritta nel precedente messaggio (siccome di natura psicologica).

Saluti