Percezione strana della realtà dopo uso estremo di cannabis

Salve,

Sono un ragazzo di 29 anni, ho fatto uso di cannabis con molta frequenza e un' uso molto massiccio fino a 1 mese fà, in passato ho fatto uso di sostanze tipo amfetamine ed Lsd ma sporadicamentee, circa 2 anni fà avevo smesso di fumare cannabis dopo un po di visite al Sert sotto cura di un Medico che mi aveva prescritto un farmaco antidepressivo chiamato Elontril (che tutt'ora prendo) per aiutarmi a smettere ma dopo circa 5 mesi ho ripreso a fumare fino ad un 1 mese fà.


Dall' età di 24 anni praticamente non esco più di casa se non per andare in posti ritenuti ''sicuri'' da me, per esempio al supermercato vicino a casa che conosco molto bene oppure anche al Mac con un' amico ma solo al Drive per evitare di entrare e soprattutto con l'ansia di guidare e non faccio nulla perchè niente mi da interesse a parte comporre musica anche se è una fonte di tristezza la maggior parte delle volte a tal punto di smettere anche con quella ma non riesco, come se fossi legato a lei.


Un giorno in quei 5 mesi che avevo smesso di fumare tutto di colpo mi è salita una vampata di caldo e ho iniziato a vedere tutto più ''acceso'' se posso definire così l'accaduto, sudorazione, palpitazioni e un'intensa paura di svenire.

Da quel momento il 90 % delle giornate percepisco la realtà intorno a me diversa, come se stessi per impazzire ma senza la coscienza di stare per impazzire, cioè che quando succede io non avrò più coscienza di quello che accadrà, come se non sono più io a controllare ne a pensare, non sò se mi spiego, anche ora faccio un po fatica a scrivere a causa di questa cosa che mi da l'impressione che sia in ''agguato'' pronta ad uscire, fischiano le orecchie e noto che il sintomo è piu intenso quando sono fuori casa e dopo un caffè oppure una sigaretta e soprattutto di mattina a lavoro.


Faccio una gran fatica a scrivere bene per il controllo ossessivo di aver scritto bene tutto, parlo a dire poco tantissimo da solo a tal punto di sfociare anche in discussioni complesse che comprende aggressività a livello fisico tipo pugni in faccia, ma come dire, tutto simulato.

Ho spesso pensieri suicidari ma si fermano lì anche perchè la paura di morire cè.
Quando vedo qualcosa che mi da fastidio mi rimane impresso nella mente e non smetto più di pensarci e parlo di foto, messaggi, volti di ragazze belle perfino situazioni di altre persone mi scatenano una forte angoscia e mi fanno sentire come se io non merito più nulla, come se fossi lasciato solo al mio destino.


Purtroppo non bastano 3000 caratteri per descrivere tutto ciò che provo, ma comunque voi credete che quella percezione della realtà è una somatizzazione dovuta all'ansia che sfocia in attacchi di panico?
Oppure è possibile che sia altro?
Nel frattempo ho richiesto una visita psichiatrica dopo vari tentativi andati a vuoto perchè non trovavo la forza di andarci.


Attualmente prendo Erontrill e da 1 mesetto anche 10 gocce di Alprazolam per riuscire a dormire.


Grazie e scusate il poema
Saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
La sintomatologia è ascrivibile al pregresso uso di sostanze ed alle conseguenze che permangono nel tempo.


Assume una terapia che potrebbe non avere completa indicazione oltre alla introduzione della benzodiazepina che nel suo caso ha una controindicazione.


La terapia andrebbe rivista in funzione dei sintomi che permangono.


Dr. F. S. Ruggiero

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