Andare avanti con terapia di sertralina 200mg e risperidone 1mg al giorno rivelatasi inefficace?

Buongiorno gentili Dottori, volevo chiederVi un consulto indicativo, per quanto possibile in questa sede, su una decisione importante che devo prendere.

Sono un ragazzo di 20 anni, e da circa 4 sono in psicoterapia per problemi di ansia.
1 anno fa circa ho cambiato terapeuta per trasferimento in un'altra città e ho iniziato una terapia psicodinamica, cambiando anche psichiatra e con una rimodulazione dei farmaci.
Inizialmente col "vecchio" psichiatra prendevo 50 mg di Sertralina al giorno, con il nuovo psichiatra sono passato a 100 mg.
Ho visto subito netti miglioramenti nell'umore, e in seguito, a gennaio di quest'anno, siamo passati a 150mg, e poi a 200, senza però che io vedessi altri cambiamenti.

Da circa gennaio-febbraio, ho iniziato a sviluppare pensieri intrusivi e ossessivi, e anche qualche pratica compulsiva, che mi hanno debilitato fortemente e che sono andati sempre peggiorando.
Complice anche la quarantena, in questo momento sto soffrendo di pensieri ossessivi e obblighi, rituali che mi sento obbligato a fare, senza darmi scelta, ma sono comparsi ben prima del lockdown quindi non sono dovuti del tutto a quello.
Per questo ho deciso di terminare la terapia psicodinamica e riaprire la terapia con la psicologa cognitivo comportamentale che vedevo all'inizio.
Il problema si focalizza tutto su una macchia rossa, sulla mia guancia, che mi sembra di vedere 1000 volte più grande di quello che è, che mi fa sentire mostruoso, e questa percezione che so essere errata mi ossessiona e mi sovrasta sempre e comunque, impedendomi qualsiasi relazione sociale.
Pensavo che una terapia mirata direttamente a questo potesse essermi utile, e sono abbastanza fiducioso in questo.

Il problema è: andare avanti con la terapia farmacologica tenuta da gennaio, a cui però non è corrisposto un miglioramento (anzi, nel frattempo come ho detto i sintomi sono peggiorati), oppure, come mi ha consigliato adesso lo psichiatra che vedevo precedentemente (prima del cambio terapia), cominciare a diminuire le dosi (da 200 a 150 con la Sertralina e poi a 100, diminuire anche col Risperidone, etc.
)?
Il problema è che ora ho due opinioni diverse, una che mi dice di continuare una terapia (abbastanza pesante) che però si è rivelata inefficace, e una che mi dice di abbassare la terapia farmacologica in quanto potrebbe avermi eccessivamente "attivato" e acutizzato i sintomi, che effettivamente in questi mesi si sono fatti sentire più prepotentemente che mai.
Il "nuovo" psichiatra, invece, mi ha detto che per lui è meglio seguire la terapia indicata in questo caso, che è quella "piena".
So che devo fare una scelta io, e che devo affidarmi a uno psichiatra solo, ma qua sono abbastanza combattuto e avrei bisogno di un parere anche minimamente indicativo da parte Vostra.

Vi ringrazio per la disponibilità e Vi auguro una buona giornata.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Allora a quanto ho capito uno consiglia di ridurre perché c'è stata attivazione, quando si usa questa parola si intende fase di agitazione, in senso bipolare, e se il risperidone è stato aggiunto in questa funzione, di contenere l'attivazione, contestualmente al calo della sertralina, torna.
Però complessivamente, tenere fissa una cura che da mesi non ha funzionato e si è associata al peggioramento sia complessivo che delle ossessioni non ha molto senso.

Se si trattasse di una diagnosi che è cambiata nel frattempo, allora andrebbe anche rivista la cura con qualcosa di specifico per la parte bipolare. Anche il risperidone lo è, ma di solito nelle forme piene e psicotiche, cosa che non è presumo la sua.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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