Pensieri di suicidio

Buongiorno,
come si fa a distinguere un pensiero di suicidio dovuto ad uno stato depressivo, in cui però la però tenta di scacciare il pensiero perché sa che si tratta di cosa orribile, da non mettere in pratica anche per via di figli genitori ecc.
, da un pensiero ossessivo egodistonico?

A volte quando sono un po' giù sembra che siano pensieri "reali".

Io penso che molti depressi abbiano idee suicidarie, ma sono trattenuti da metterle in pratica, magari da considerazioni familiari...
Voi psichiatri riusciti a distinguere nettamente le due tipologie di pensieri?

Grazie per le risposte
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Innanzitutto i pensieri egodistonici sono motivo del contatto col medico, mentre invece un paziente depresso che mediti di suicidarsi, può riferirlo se interrogato, ma può benissimo negarlo se è risoluto a farlo, proprio per evitare che qualcuno si frapponga.
La critica all'atto denota una certa distanza tra idea e intenzione, l'idea è generica e astratta, l'intenzione è concreta e attualizzata.
Non è chiaro se il ragionamento che uno fa su pensieri di suicidio che non si traducono in atto sia poi l'insieme di motivi per cui la persona non lo fa.
Del resto, la logica maggiore rispetto al suicidio non è depressiva, ma impulsiva, e lle intenzioni sono fluttuanti, cosicché in certi casi l'intento non è né chiaramente suicidario, né alla persona importa molto di rimanere in vita.

Comunque, i pensieri egodistonici tipicamente associano alla massima intensità l'assenza di azioni, il che in un atto impulsivo, sintonico, non avrebbe senso. L'atteggiamento stesso del paziente, preoccupato oppure no, è abbastanza indicativo della distonia.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
È proprio il discorso dell impulso che mi fa paura.
Senta che strano loop che mi capita : magari il mattino mi sveglio e penso "che palle mi tocca andare a lavorare.
Per risolvere il problema, basta che apro la finestra e mi butto giù"
A quel punto, ho paura di farlo, PRIMA DI RENDERMI CONTO CHE CONTRO IL SUICIDIO CI SONO CURE e penso "ma contro il suicidio ci sono cure, c è il litio, la depressione tutto sommato si cura e neanche con troppe difficoltà. Poi ho una figlia piccola, dei genitori anziani, come potrebbero sopportare il dolore?"
A quel punto, altro pensieri " certo che devi proprio essere depresso, per dover pensare a tua figlia per tenerti attaccato alla vita " e quest ultimo pensiero mi spaventa, perché temo di essere davvero depresso.
Se devo essere sincero, mentre le scrivo vorrei tanto che mi rispondesse che sono pensieri ossessivi e non indice di depressione.
Mi rendo conto della stupidità di tutto questo.
Mi scusi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non stupidità, è un preoccuparsi di ciò che non si desidera, addirittura sentendosi rassicurati dal fatto che esistono delle cure. Che poi ovviamente è un aggiustamento che uno fa come se dovesse sapere che eventualmente ha il controllo.
Comunque, questi sono pensieri riguardanti la morte, che poi chiaramente possono anche insistere sul tema di "ma potrei farlo se volessi," "e se lo facessi senza potermi fermare ?" etc. Nel doc ci finisce tutto, anche la depressione stessa, ci sono persone ossessionate dall'idea di poter andare in depressione, evidentemente intendendo niente altro che la perdita di controllo.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Beh, ma il fatto che ci siano cure è tranquillizzante.
Inoltre, mi sembra di capire che questi loop sono tipici del doc, e il doc lo conosco, ne ho sofferto per anni, come vede ne soffro tuttora, ma tutto sommato mi basta non dare retta a questi insulsi pensieri.
È come se li confinassi in una parte del cervello a cui non do troppa importanza
. Anche se a volte mi piacerebbe avere il cervello come tutti gli altri, che penso pensino durante la giornata al sesso, al calcio, alla carriera.
Ma tant è, ognuno ha le sue croci.
Grazie dottore, e stato gentilissimo non lo rubo altro tempo