Terapia di coppia e diagnosi alla prima seduta (?)

Gentili Dottori,
con mio marito abbiamo deciso di rivolgerci ad uno psicoterapeuta per farci aiutare a capire perchè dopo 25 anni di unione i rapporti hanno iniziato a sgretolarsi ed eventualmente intraprendere una separazione "dolce" o se sia possibile risanare il rapporto.
Mio marito è uscito molto demoralizzato dalla prima seduta perchè il dottore ha insistito più volte sul fatto che lui era un depresso. Ha continuato a chiedersi per tutto il giorno come ha fatto a non capire di essere "un depresso".
La mia opinione è che non è "un depresso" ma solo infelice della situazione.
Vi chiedo cortesemente di chiarirmi se indipendentemente dalla diagnosi è normale che si dia una diagnosi così precisa alla prima seduta, ed eventualmente di indicarmi come possiamo orientarci per la scelta di un altro medico. Ringrazio in anticipo per la Vs risposta.
P.S. Quando ho chiesto la ricevuta di pagamento, mi ha detto be' se vuole la ricevuta allora anzichè 100 me ne deve 150!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
gentile utente,

giá in prima visita e' possibile avere una indicazione diagnostica.
Quindi suo marito può essere depresso per davvero ma il collega può sbagliare.
Provi a sentire un parere diverso, eventualmente facendo andate suo marito da solo.

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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
La ringrazio per la sua risposta immediata.
Ieri sera credo di essere stata frettolosa e dispersiva nella mia richiesta, schematizzo qui di seguito.
Ho riportato 3 / 4 volte nel mio precedente messaggio la parola “depressione” ma sono stata parca rispetto allo psicologo, era molto/troppo insistente.

Premetto che io ho intrapreso con beneficio e volontariamente 3 terapie psichiatriche, l’ultima 10 anni fa a causa di una forte depressione (fra tutto ricordo con tristezza che mi rifugiavo nel letto pur desiderando di nascondermi sotto; ma era troppo basso perciò mi chiudevo a riccio sotto le coperte e solo lì stavo “bene”; la sera mi addormentavo sperando che la mattina successiva sarebbe accaduto il miracolo, ma la mattina successiva era peggio della precedente).
Ricordo perfettamente le prime sedute di ogni terapia (la prima a 17 anni), entravo con la morte nell’anima e ne uscivo con un lume di speranza. All’ultima terapia mi fu associato il sereupin che sospesi per qualche anno, poi ripreso tre anni fa sotto il controllo del medico di famiglia.

Mio marito è entrato triste e ne è uscito abbattuto; stamattina era ancora più cupo di ieri e ne sono preoccupata. Anche lui assume da tre anni 1 cp di sereupin, con prescrizione del medico di famiglia.

Lo psicologo (mi sono accorta a fine seduta che non si trattava di uno psichiatra) era irritato sia dall’assunzione della cp che dal fatto che era stata prescritta dal ns. medico di famiglia, adducendo che essi sono autorizzati a farlo ma che non dovrebbero. Il ns medico conosce la ns. storia clinica da 25 anni.

Qs psicologo ha escluso momentaneamente me dalla terapia e ha dato appuntamento a mio marito tra due settimane. A lui gli sembra un tempo troppo lungo specialmente adesso che si sente così.
E se non tornassimo dallo stesso, che facciamo? Ne scegliamo un altro, facciamo una seduta di un’ora, paghiamo altre 150 euro e se poi non va bene nemmeno quello?
Non posso, rivolgermi al mio ultimo psichiatra, perché nel frattempo ha intrapreso la carriera politica.
Cosa posso dire a mio marito per rasserenarlo oltre a consigliargli di chiedere qui un consiglio?
Grazie per la Vs attenzione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
gentile utente

forse il vostro medico di famiglia può indirizzarvi meglio spiegandogli cosa vi e' accaduto
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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Grazie per la risposta
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

"un depresso" sembra un po' una definizione emarginante. Se è stata fatta diagnosi di disturbo depressivo, ok. Se sono solo parole generiche, direi di archiviare e rivolgersi ad uno specialista psichiatra, se intendete chiarire un dubbio del genere.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
concordo con i colleghi nel ritenere utile il parere di uno specialista in psichiatria. Per suo marito, lo inviti a riflettere sul fatto che si sente male semplicemente perchè qualcuno (di cui a questo punto non conosciamo le esatte competenze visto che credevate fosse uno psichiatra e d è uno psicologo, e visto che non essendo medico critica delle terapie farmacologiche che non può prescrivere) lo ha "etichettato" in un certo modo. E' possibile che una persona possa avere tutta questa influenza su un altra? Può darsi che riflettere su questo punto lo aiuti a risollevarsi dall'abbattimento provocato. Resta ferma la necessità di rivolgervi ad uno specialista in psichiatria per le opportune valutazioni.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signora: un terapeuta di coppia dovrebbe lavorare con la coppia, solitamente, per aiutarla a trovare e affrontare gli ostacoli del loro rapporto, e non tanto concentarsi su uno dei due e diagnosticarlo. Se questi gli sembra particolarmente in difficoltà dovrebbe chiarirlo ed indicare eventualmente un diverso approccio. Il tutto però esplicitamente.
Quanto al pagamento, purtroppo in Italia sembra vigere la regola del doppio mercato, con la ricevuta o senza: non solo per i medici, ma per gli avvocati, i notai, i meccanici, i carrozzieri, ecc. Ma questo è un altro problema.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#8]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Ringrazio indistintamente per i consigli e il tempo che mi/ci avete dedicato.
Ho fatto leggere anche a mio marito quanto scritto ed è servito come spunto per un ulteriore dialogo e approfondimento di quanto accaduto.
Purtroppo io e lui concordiamo sui temi importanti ma per quanto riguarda la vita spicciola di tutti i giorni non ci capiamo più (sembra che parliamo 2 lingue diverse).
Abbiamo scelto quello specialista tramite internet ma forse è stato un errore, dovremmo cercarlo tramite amici o parenti.
Probabilmente lo psicologo ha escluso me perchè ha creduto che mio marito sarebbe stato più propenso ad aprirsi senza la mia presenza. Però così l'ha spaventato e mortificato.
Cordiali saluti e buon lavoro.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile signora,

vede, dire a una persona che è depresso vuol dire che tecnicamente la soluzione del suo problema può passare attraverso la cura della depressione. La depressione è una sindrome con connotati chiari, ma ovviamente non può essere diagnosticata una depressione solo domestica, in rapporto specifico con un rapporto e non con il resto della vita. Ho avuto modo di vedere casi di coppie che venivano a visita chiedendo: qualcuno di noi ha qualcosa che non va mentalmente, perché non andiamo d'accordo ? Ma di solito chi dei due avesse problemi era già segnalato da loro, oppure ognuno dava colpa all'altro.

Ma torniamo al dunque: siccome suo marito è in cura, non vorrei che il concetto fosse stato "siccome lei soffre di depressione, anche se magari adesso sta bene, lei è un depresso in linea generale, al di là dei sintomi attuali lo è di mentalità, e quindi il problema deriva da lei".
Se così fosse mi sembra un messaggio poco corretto. Se mai chiami l'ex-psichiatra e si faccia consigliare un collega che faccia anche psicoterapia.
[#10]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Non voglio approfittare della vs disponibilità ma continuo a leggervi e scrivervi per cercare, e magari, trovare il bandolo della matassa.
x mio marito il problema sono io. Riconosco di essere una persona "problematica" con molte turbe e paure, questo il motivo per cui mi sono rivolta più di una volta ai vs colleghi.
Sono orfana di padre, è deceduto quando avevo 3 anni, ho vissuto in una famiglia con maschi violenti e una madre (adesso 80enne) succube della figura maschile. Mia madre, quando i miei fratelli mi picchiavano non mi ha mai difeso tranne che a parole.Si metteva da un lato e chiedeva al maschio di turno di smetterla. Una mia sorella ha perso alcuni denti per le botte. Io mi ritengo fortunata perchè le mie due sorelle più grandi hanno fatto da cuscinetto (io sono la + piccola). Odio mia madre specialmente adesso che lo sono anche io, perchè se mai qualcuno alzasse un dito su mio figlio lo prenderei a bastonate,non mi limiterei a chiedergli di smetterla.
Io vorrei separarmi da mio marito che reputo, adesso, inadeguato alla mia persona/carattere, ma ho paura di rimanere sola.
Sono grata a mio marito perchè col suo amore mi ha fatto dimenticare l'infanzia/adolescenza difficile e per questo mai lo lascerò finchè non sarà pronto anche lui a questo. Ma mi fa "sorridere" e incazzare quando con tristezza dice che non ha conosciuto i suoi nonni...e io che devo dire che non solo non ho conosciuto mio padre, ma che il padre di mio padre, finchè è vissuto, ha ignorato i suoi nipoti al punto di ignorarci quando le ns strade si incrociavano?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Io vorrei separarmi da mio marito che reputo, adesso, inadeguato alla mia persona/carattere, ma ho paura di rimanere sola."

Gentile signora,
queste però non sono questioni di pertinenza medica. Sono sue considerazioni, peraltro oziose. Non credo che nessuno, né psicologo né psicoterapeuta con un minimo di professionalità le indicherà mai quale decisione deve prendere.
Gli interventi psicoterapici non servono a capire cosa è giusto fare per sé, ma a evitare di essere condizionati in maniera non corrispondente alle nostre intenzioni e convinzioni, che è cosa ben diversa.
[#12]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Cercherò di fare tesoro dei vs consigli. Grazie del tempo dedicato e cordiali saluti.