Rapporto medico-paziente

Salve a tutti,
vorrei un consiglio da parte di voi professionisti riguardo a una situazione singolare che sto vivendo: da un mese che ho iniziato una terapia farmacologica con una psichiatra a causa di sintomatologia depressiva, ansiosa che mi porto dietro da svariati anni (da alcuni mesi ho iniziato anche psicoterapia ma con un'altra persona).
La conoscenza è avvenuta per il momento soltanto in videochiamata per via della quarantena ma a breve spero possa realizzarsi anche nella realtà'.
Con i farmaci ho notato quasi subito un miglioramento; prima provavo fortissima angoscia e ansia, ora riesco a gestire meglio la quotidianità anche se permane un po' di noia e apatia.
Quindi i poco tempo ho ottenuto dei risultati e di questo sono felice.
Fin da subito ho sentito empatia con questa persona, e una forte complicità.
In questi ultimi giorni, in particolare, sento il bisogno di sentire ogni giorno questa persona anche se non faccio nulla di concreto per poterla contattare , forse per timidezza o paura del giudizio.
Dunque ho il desiderio, quando sara' possibile, di chiederle se si può' iniziare un'amicizia al di fuori del contesto formale e al di la' della terapia farmacologica in corso.
Negli ultimi anni della mia vita ho incontrato soltanto persone molto chiuse di mentalità, perbeniste e puritane e ora che ho trovato finalmente una persona che mi capisce non voglio perderla, e anzi vorrei confidarmi il piu' possibile con lei, poter aprirmi parlandole dei lati più oscuri della mia personalità e dei miei momenti bui e di estrema angoscia.
Sec voi tutto questo è possibile?
Io non vedo nulla di male a iniziare un'amicizia profonda al di fuori' del contesto sopra spiegato.
Cosa ne pensate?

Grazie per l'attenzione
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
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Utente
Utente
Scusi ma mi farebbe piacere che mi motivasse la sua risposta . Sinceramente non c’è nulla di scabroso o strano o di incosciente in un’amicizia . Mi faccia capire meglio
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Non si deve motivare ciò che non si può fare.

Gli psichiatri non entrano in relazione con i pazienti.
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Utente
Utente
Innanzitutto non ho parlato di relazione sentimentale, ma di amicizia. Non si può fare e’ un’espressione che non accetto perché a prescindere si dovrebbe dare motivazioni in una risposta ; sembra ci sia del moralismo .... e poi questo non si può fare sarebbe anche valido se non mi facessi più seguire da lei?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Quando lo dirà alla psichiatra se lo farà spiegare da lei, visto che fa finta di non capire.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Mi scusi, ma per quale motivo rendere impraticabile una cura che va bene al fine di iniziare una presunta amicizia, nata a partire da un rapporto professionale. Sì, invece, è strano e soprattutto verosimilmente tendente ad altro. Inoltre, la persona in questione sa che cova queste intenzioni ?
A livello tecnico, ovvero in termini di funzionamento di un rapporto medico-paziente, è un'idea pessima.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Vorrei capire perché deve essere verosimilmente tendente ad altro...ho parlato di amicizia , condivisione di pensieri e problematiche interiori . Oltretutto lei mi ha detto che non c’è nulla di male nel fare terapia all’aperto o in altri luoghi .
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Utente
Utente
Comunque no ancora non sa delle mie intenzioni, comunque vorrei sottolineare di nuovo che lei mi segue soltanto per i farmaci però durante le nostre sedute online abbiamo parlato un po’ di noi , cose semplici non particolarmente private ; però da parte di entrambi c’era una comunicazione cordiale e serena e soprattutto io ho avuto la possibilità di farle delle domande riguardo la sua vita e lei mi ha risposto senza problemi e scherzando anche .
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
La cosa è semplicemente inadeguata. Non perché uno non possa avere rapporti di amicizia, ma sicuramente non è che uno appena conosciuto un medico di questo tipo trova normale fare una proposta ufficiale di questo tipo. Non avrebbe più senso che fosse il suo medico in ogni caso. E potrebbe essere disturbato dalla proposta, anche se per cortesia le dicesse che non lo è.
Lei ha fato domande e lui le ha risposto senza problemi, questo non significa niente. Lei evidentemente sta reagendo a questo in una maniera infervorata, e, ripeto, è inverosimile che non si renda conto della discutibilità della cosa.
Lei si sta immaginando probabilmente altre cose, con un coinvolgimento che non è bene alimentare nel senso in cui lo sta alimentando. A meno che improvvisamente il suo interesse per la cura sia svanito.
Non la segue "solo per i farmaci", questo è il modo in cui Lei sminuisce la cosa. Il medico visita, valuta e prescrive. Un colloquio serve anche a valutare, e se è cordiale non è anomalo. Quello che è anomalo è che lo voglia far valere in altro senso come sua prima preoccupazione.
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Utente
Utente
Grazie per la risposta innanzitutto . Non ho capito perché dovrebbe essere disturbata per la proposta . Posso capire il moralismo che può’ esserci o la questione etica ....però nn ho detto che vorrei avere rapporti intimi con questa persona . Questa persona mi segue per la terapia farmacologica e non per sedute di psicoterapia , non ho sminuito ma sottolineato questa cosa . Tutto qui
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Innanzitutto non è la segue "per la terapia farmacologica", il professionista la segue clinicamente, per capire cosa ha, come sta, il tutto chiaramente finalizzato a scegliere lo strumento della terapia, ma non c'è sostanziale differenza in termini di rapporto medico-paziente. Se mai se fosse uno psicologo lo psicoterapeuta ci sono differenze che potrebbero implicare limiti o caratteristiche diverse di un rapporto.

Ma se Lei stesso si pone il problema, intuisce che c'è qualcosa di potenzialmente inopportuno. Nessun "moralismo", semplicemente un conto è se certi rapporti nascono e si sviluppano nel tempo e per consuetudine. Così come un medico può divenire medico per una persona amica, si possono sviluppare rapporti amichevoli con un medico. Ma farlo apposta in questa chiave, dicendo alla persona "possiamo diventare amici", o "possiamo vederci al di fuori dall'ambito professionale" è una modalità intrusiva e di "trasporto" che non è adeguata. Può disturbare la persona, rovinare un rapporto professionale che andava bene, o comunque introdurre un disagio.

Lei sembra preoccupato solo di questo, come se dovesse trovare questo tipo di rapporto nel medico, che è lì per fare il medico.

Sarebbe un ragionamento analogo con il proprio professore.
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Utente
Utente
Ma non esiste il cosiddetto transfert e controtransfert ? E poi non può nascere un qualcosa che va oltre l’ambito professionale , ovviamente non subito e ovviamente che deve essere voluto da entrambe le parti? Ho letto tante discussioni online su questo argomento .... e di solito ho letto risposte in cui il professionista invitava il paziente a parlarne senza vergogna e senza sentirsi in colpa con il proprio medico . Lei parla di intrusione , di disagio e di disturbo . Sembra quasi che il rapporto medico-paziente debba essere necessariamente un rapporto gelido , freddo, senza nessun tipo di coinvolgimento , stando attenti anche alle parole e ai gesti . Sembra tutto censurabile , anche i pensieri sembrano censurabili, anche un’eventuale amicizia ...tutto. Deve essere tutto relegato alla cura , confinato alla clinica e ai farmaci (come sottolinea lei) e non può esserci altro , altrimenti sono io quello sbagliato e fuori di testa o forse addirittura pazzo o delirante (magari è questo che starete pensando) . Faccio una domanda che sicuramente per voi ( intendo voi che avete risposto al mio consulto) è più seria di quella iniziale : devo parlarne con la mia psicoterapeuta di questa situazione? ( il fatto è che loro si conoscono ) quindi non saprei cosa fare
Grazie ancora .
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
No guardi Lei sta volutamente equivocando il tutto. Parliamoci chiaro. Lei ha in mente di sabotare un rapporto professionale per fini suoi privati, e questo farà anche parte del quadro magari, ma un rapporto professionale che non sfocia nell'amicizia non ha niente di gelido, è Lei che sembra voglia glorificare la sua posizione. Invece di criticarla almeno timidamente. Ecco, sì, magari ne parli con la sua terapeuta, speriamo che la metta su una strada sensata.
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Utente
Utente
Quindi sarei anche un premeditatore che equivoca il tutto e sarei anche sfacciato perché non critico la mia posizione . Ok . Sarà singolare la mia proposta (che poi sembra che sia una proposta indecente ) però credo che sia possibile anche parlarne in modo sereno e non puntare il dito , perlomeno io ho sempre incontrato professionisti che non mi hanno mai etichettato ne’ giudicato anche per cose peggiori , se vogliamo, di questa proposta indecente e fuori luogo (a parere vostro) .
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Le premesse si confermano, sta facendo polemica a vuoto su una cosa che Lei stesso sa non essere opportuna.
Vuole che le si dica che non c'è niente di strano ? Che è una buona idea ? Perché altrimenti secondo lei si punta il dito ?
La cosa personalmente non mi importa. Le ho detto quello che penso.
Il punto è che in questo momento non si sa perché si sta disinteressando del professionista come tale. Non credo sia così ingenuo da non capire che la cosa non è molto chiara, può esser motivo di fastidio o di imbarazzo come richiesta. Io metterei in prima posizione la sua salute, non altro.
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Utente
Utente
No non mi sto disinteressando , però non vedo il motivo di essere giudicato così in questi termini che, per quanto educati, nascondono un certo pregiudizio . A parte ciò , sicuramente per me è importante la cura ; io vedo questa persona ogni settimana come la mia terapeuta e , anzi, riesco ad aprirmi più con lei che con la terapeuta . Non so perché ne’ cosa devo fare . Sicuramente ancora devo risolvere molte dinamiche mie interiori , però faccio anche molta fatica a parlare con la terapeuta di questa mia volontà di fare amicizia con la collega , e oltretutto non riesco ancora ad aprirmi anche riguardo ad altre mie problematiche con la mia terapeuta . Non so cosa fare . Forse la mia volontà di fare amicizia con la dottoressa sia legata al fatto che sento una forte empatia e anche molta complicità, come avevo già detto precedentemente . Non mi crederà ma non avevo mai trovato questa qualità in una persona e per me conta e anche molto . Non vorrei perderla come persona , anche perché se ne trovano sicuramente poche in giro .
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Un giudizio, non un pregiudizio. Lei parla di transfert etc e poi dice cosa ci sia di strano.
L'empatia non è che debba per forza essere sempre produttiva, esistono anche gli eccessi di coinvolgimento.
In teoria dovrebbe interessarle di averci un proficuo rapporto professionale, di "perderla come persona" già è un pensiero abbastanza gratuito,urgente e fuori fuoco, perché come persona non la conosce in generale, la conosce come terapeuta. Proprio perché ci sono delle dinamiche, non è che vanno spese come fossero crediti, spesso e volentieri significa che generano conflitti, fraintendimenti e difficoltà nel gestire i rapporti per quello che devono dare.
Non so per esempio perché stia vedendo tutte le settimane, magari già questo deriva da una sua esigenza o richiesta.
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Utente
Utente
Assolutamente non deriva da una mia richiesta , è lei che me lo chiede di vederci di settimana in settimana .
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Si ma mica lo chiede perchè è interessata alla sua amicizia, ha una motivazione clinica.

Lei ragiona proprio in modo inappropriato, probabilmente la questione si pone come un sintomo e non come una semplice richiesta da parte sua.
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Utente
Utente
In che senso si pone come un sintomo ? Stavo rispondendo al suo collega e non ho detto che mi chiede di vederci ogni settimana per amicizia ; non ho detto questo . Non capisco perché questo pregiudizio nei miei confronti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Le questioni sono due: o fa finta di non capire o non vuole capire.

Secondo me pone una questione infinita perchè vuole ricevere risposte per acquietare un suo sintomo interiore da gestire.

Anche il suo nick è caratteristico.


Lei vuole ricevere attenzioni amicali da chi non può dargliele per deontologia.

Farebbe bene a confessare questa sua richiesta così cambia psichiatra direttamente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Concordo. La sua preoccupazione è di voler trovare un rapporto in un altro che ha impostazioni del tutto diverse, e condizioni pensate per farlo funzionare. Ergo, sta meditando di sabotarlo a fini di un altro rapporto di cui sente il bisogno, riferito ad una persona su cui ha riversato questo interesse. Ma Lei ha chiesto se la cosa quadra ed è opportuna, e la risposta l'ha avuta.
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Utente
Utente
Quello che proprio non riesco a capire e’ che cosa c’è di così scorretto nel fare amicizia con un medico che ti cura ... è come fare amicizia col proprio ortopedico , col proprio gastroenterologo.. nn sarebbe la stessa cosa? Quali dinamiche a vostro dire scorrette e totalmente fuori dal mondo potrebbero innescarsi se ci fosse un’amicizia tra una psichiatra e un paziente ? Cosa potrebbe intaccare e a chi farebbe del male dal momento che non è la mia psicoterapeuta quindi con lei nn faccio sedute di psicoterapia ? Voi sostenete che io non voglio capire , ma in realtà è che vorrei poterlo fare con l’aiuto di un professionista serio e che non giudica la situazione come scorretta a prescindere ma che mi fa ragionare o che perlomeno cerchi di capire i motivi che mi porterebbero eventualmente a voler stringere una semplice e innocente amicizia . Come ho detto non voglio perdere questa dottoressa perché innanzitutto mi trovo in empatia e la cura farmacologica sta andando a buon fine.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
".. nn sarebbe la stessa cosa?"

No. Perché il modo di relazionarsi è condizionato dalla malattia, e il modo di trattare con Lei dalla professione. Non è certamente un modo di diventare amici.

Strano nei tempi, nell'urgenza, nell'insistenza.
Lei sta semplicemente cercando un "invischiamento" con il terapeuta.
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Utente
Utente
Sarà strano ma non è certo un invischiamento come lei sostiene . Non sono una persona perversa e che vuole creare disagi ... davvero credo che abbiate travisato . La mia era una semplice richiesta , volevo confrontarmi non passare per quello che non sono.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Avrebbe una psicoterapeuta per confrontarsi invece utilizza altri mezzi.


Cerca invischiamenti relazionali per poter decretare la fine di questi rapporti.

Secondo me la sua psicoterapia non funziona tanto bene.
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Utente
Utente
Spero che lei non giudichi i suoi pazienti come sta facendo con me , insinuando addirittura un invischiamento . È assurdo leggere determinate cose da medici che dovrebbero far sentire a proprio agio le persone senza nessun tipo di etichetta o giudizio . Non ho mai detto di voler una relazione di nessun genere con la dottoressa , mai ....soltanto una semplice amicizia . Non so se si rende conto di quello che sta insinuando .... io non mi sento una persona losca o pericolosa solo perché ho espresso il desiderio di voler un’amicizia con un medico . Assurdo ....
Spero comunque di poter leggere altre risposte da persone un po’ meno bacchettone.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Senta, Lei ha scritto qui per uno scopo preciso: essere incoraggiato.
Se non vuole giudizi, non chieda pareri.

Per il resto inutile che cerchi di convincere noi di qualcosa. Bacchettona è Lei, che bacchetta chi le risponde forzando risposte contrarie. Ben sapendo in realtà la direzione in cui vuole spingere le cose: non avere un'amicizia, ma essere amico del suo psichiatra, ancor prima di preoccuparsi dell'esito della sua cura, così tanto per dire.

Più ne parla, e più la sua insistenza appare particolare.
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Utente
Utente
Mi dispiace non essermi fatto capire , non cerco di essere incoraggiato . Cerco pareri , anche contrari ma non offensivi o al limite dell’offesa .....
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Il parere l'ha avuto, più di così. Non le sta bene, ne vuole un altro. Perché poi ? Se non vedesse niente di strano, che pareri sarebbero necessari ? Lo vede, e non vuole che le si dica che effettivamente c'è. Perché cerca un qualcosa che la attira in quest'idea di divenire amico etc etc.
Non è come divenire amico di una persona qualsiasi, se lo fosse si porrebbe i problemi del caso con cautela e capendo che cordialità in un rapporto professionale non significa niente di particolare.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Nessuno ha espresso pareri offensivi, sono sempre pareri tecnici ma lei vuole per forza che si risponda altro.

Il punto è proprio che tali argomenti dovrebbero essere riportati in psicoterapia poiché si costituiscono come attinenti alla personalità, invece lei evita anche questo tipo di confronto.
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Utente
Utente
Ma io non scambio la cordialità con la possibilità di ricevere amicizia , ci mancherebbe . Ho parlato di cordialità per spiegare la situazione all’inizio. Dico solo che in futuro perlomeno potrebbe anche nascere. E che non è una cosa strana , che può accadere come sarà accaduto o sta accadendo a tanti suoi colleghi . Non si va all’inferno per un’amicizia col proprio medico , questo penso . Se deve accadere accade , sempre che da entrambe le parti ci sia la stessa volontà .
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Utente
Utente
Faccio fatica a parlarne durante la psicoterapia . Temo molto il giudizio , lo stesso che ho ricevuto qui da voi.... temo che la terapeuta possa fraintendere come avete frainteso voi, ...per amicizia intendo amicizia e basta senza pensieri strani ....però ho paura è ancora faccio fatica ad aprirmi ma anche su altre tematiche che invece dovrei esporre .
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Come volevasi dimostrare, lei insiste per avere un parere positivo. Non abbiamo frainteso, è lei che ritiene (facendo finta di nulla) come normalissima (tanto che è qui a chieder pareri e a insisterci sopra animosamente) qualcosa che invece per lei è evidentemente un tasto controverso, su cui però avrebbe già deciso di "si".
Non c'è la minima logica amicale in quello che lei dice, come confermato da quest'ultimo post. Lei vuole solo che il suo psichiatra sia prima di tutto suo amico (o altro, non fa differenza questo, a nessuno importa quale sia il fine ultimo o autentico, è comunque inopportuno). Questo riflette un suo aspetto di personalità che è teso al prendere una posizione in cui è al centro di un'attenzione, che però è Lei stesso ad avere determinato e indotto. Per poi arrivare, verosimilmente, ad un conflitto con la stessa persona che ha coinvolto.
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Utente
Utente
Perché un conflitto? Cosa intende ?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Un conflitto, una contrapposizione, un'ostilità.
Comunque guardi, Lei ha uno psicoterapeuta. Saprà darle anche un giudizio, senza bisogno dei nostri da rigettare.