Non so cosa dovrei fare?

Buona sera.
Vi scrivo per chiedervi un parere poiché sono in difficoltà da diversi giorni.
Sono una studentessa di Medicina che, purtroppo, per vari motivi è rimasta indietro con gli esami.

Alla fine del III anno mi sono rivolta al counseling dell'università poiché ero giunta ad una fase di totale blocco universitario e a casa i problemi erano aumentati (non mi riconoscevo più per certi comportamenti).

Il percorso con la specializzanda per gli esami è stato utile, un po' meno quello con la psichiatra (non mi trovavo bene: riconosco che in parte il problema era dovuto a me poiché non riuscivo a fidarmi).

In seguito ad una telefonata (per me terribile) con la dottoressa ho deciso di non rivolgermi più al servizio di counseling, ma mediante impegnativa del curante mi sono rivolta all'ambulatorio in ospedale (proposta consigliata dal counseling insieme alla proposta di terapia con zoloft).
Circa due mesi dopo iniziai la terapia con zoloft 100mg 1cpr/die.

A luglio scorso in seguito ad un litigio con i miei genitori decisi di interrompere il farmaco, ma prima di farlo mi rivolsi alla dottoressa (inizia di nuovo la terapia a fine agosto).
Vedevo la dottoressa 1 volta al mese e successivamente ogni 2-3 mesi.

A novembre abbiamo avuto l'ultimo incontro: in quell'incontro mi propose di incominciare psicoterapia presso il CSM.
Purtroppo non presi bene la proposta: devo dire la verità... non mi aspettavo tale proposta e sono entrata in crisi.
Ho iniziato a farmi mille domande (Magari ho una visione distorta di quello che succede a casa?
Magari il problema sono io?
Magari dovrei interrompere il tutto?).

Pochi giorni prima dell'appuntamento di dicembre decisi di annullarlo poiché non me la sentivo di andare: la dottoressa mi disse di richiamarla in settimana, ma non lo feci perché non sapevo cosa volevo fare.
A fine febbraio volevo prendere un appuntamento per chiedere di interrompere il farmaco, ma causa Coronavirus le visite furono sospese.
Così decisi di aspettare, ma a marzo, in seguito ad un litigio con mia madre, interruppi il farmaco senza scalarlo (so di aver fatto una cavolata purtroppo sono molto istintiva).

La quarantena in casa non è stata semplice ma ormai è passata; avevo deciso che, nonostante tutto, non avrei continuato perché secondo me le cose non potranno cambiare.

Ma da una 10 di giorni non so più cosa fare: la sessione esami è andata a rotoli, ho due ancora due settimane e mezza per poter dare istologia, ma non riesco a combinare nulla poiché la testa continua a frullare.

Non so più cosa voglio (non vorrei mollare perché so che me ne pentirei, ma sono molto stanca): vorrei portare a casa almeno un esame.

La questione è la seguente: le visite (se non di classe B e U) sono sospese; con la dottoressa non ho avuto più nessun rapporto da novembre e non sa dell'interruzione del farmaco.
Vorrei chiamare ma ho ansia (so di aver fatto una cavolata): vorrei un consiglio da parte vostra.

Scusate il papiro, ma oggi è stata una giornata difficile.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

A parte questa tendenza alla discontinuità che evidentemente fa capo alla matrice di un disturbo, ma non mi è chiaro un passaggio: lei faceva una cura con zoloft, e con quali risultati ? Funzionava ? Ad un certo punto la sospende (per un litigio coi genitori dice, ma non c'è nesso), e però la sospende dopo averne informato il medico. Il medico fu d'accordo ? Ed è lo stesso che poi le disse di iniziare una psicoterapia ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buona sera! La ringrazio per la risposta.
Ho seguito la terapia con zoloft dal 14 di dicembre al 24 di luglio: qualche miglioramento c'è stato.
Sono riuscita a riprendere in mano i libri (cosa che non riuscivo più a fare), si sono ridotti gli episodi di cardiopalmo, tachicardia, sensazione di fame d'aria e si è ridotto il tremore alle mani.

So che non c'è nessun nesso logico tra litigio e sospensione del farmaco: penso che sul momento faccia inconsciamente un ragionamento del tutto illogico.
Ragionandoci su penso che il ragionamento che faccio in tale sede sia: beh.. la situazione non è cambiata e non cambierà.. tanto vale interrompere il farmaco.
A posteriori capisco che sia irrazionale, ma sul momento faccio quello che mi passa per la testa senza freni inibitori e senza pensare alle conseguenze.

Il medico mi consigliò di non interrompere ma io insistetti; a metà agosto, però, dopo 48 ore insonni decisi di andare dal medico curante (erano ricomparse le palpitazioni). A settembre avvisai la psichiatra.

La psicoterapia è stata consigliata dalla stessa dottoressa.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Quindi il medico le ha consigliato una determinata cura sapendo che Lei rifiutava di riprendere l'altra. Io rivedrei questo atteggiamento, e sentirei la dottoressa su quale cura ritiene sia migliore, e riprenderei da lì.
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