Dipendenze "benigne", che fare?

Gentili Dottori,
sono una persona ormai matura con un passato di quasi 25 anni di bulimia, ho iniziato nell'adolescenza con le abbuffate, poi ho cominciato a compensare con il vomito e l'attività fisica.
Ho iniziato a fumare quasi due pacchetti di sigarette al giorno, a prendere cannabis, caffeina, guarana e occasionalmente cocaina; poi ho smesso quasi tutto tranne l' attività fisica compulsiva, così da essere costretta a vivere sola dal momento che col lavoro c'è spazio per fare poco altro.
In questi mesi ho ripreso a curarmi ma mi è stato detto che l'attività fisica è ottima per me, mi fa da antidepressivo.
Ora questo io l'ho capito bene e proprio perché l'ho capito non riesco a smettere e nemmeno a ridurre.
Mi domando se questa dipendenza viene considerata "benigna" da non curare a meno che non si sia sottopeso e come si fa quando si diventa anziani e non si può più fare così tanto sport.
Grazie!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Le dipendenze se sono tali sono da considerarsi patologiche per cui tutti questi aspetti sono legati ai suoi disturbi iniziali probabilmente poco curati nel tempo.


Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Utente
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Grazie per la risposta Dr. Ruggiero,
È qualche anno che ho ripreso le cure, ho avuto grandi miglioramenti dai farmaci, ma la bulimia è rimasta difficile da gestire. Qualche giorno fa la psicologa mi ha comunicato la possibilità di inserirmi in un programma in day hospital per i disturbi alimentari, ma sono dubbiosa perché sarebbe il quarto percorso specialistico per la bulimia, di cui due intensivi con ricovero. Hanno sempre accertato il problema dell'attività fisica ma non l'hanno mai preso di petto, anzi mi hanno dato farmaci che hanno persino peggiorato il problema. Ci voleva un intervento psichiatrico specialistico e infatti ora sto meglio senza aver peggiorato il problema.
In questi programmi l'attività fisica è trattata come un problema collaterale che dovrebbe ridursi da solo, ma con me non è successo. Ho bisogno di aiuto perché le conseguenze fisiche si fanno sentire e non so a chi rivolgermi, forse ad un Sert?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Sta facendo un percorso che sembra opportuno per cui non ha senso cambiare ora
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta Dottore, non l'avevo vista. L'attività fisica è un grosso problema per me, mi ruba ore di vita e se non la faccio ho fortissime crisi di pianto... Non posso fare altro che isolarmi e tentare in qualche modo di calmarmi, di solito con atti autolesivi non gravi, ma mi rimangono le idee di suicidio per giorni, perché non sento di avere una vita su cui posso agire liberamente. Alla luce di questo mi consigliano di continuare a fare attività fisica, anche se sanno che la faccio a tutte le ore, con tutti i climi, anche con la febbre alta. Speravo che almeno la terapia farmacologica lenisse queste crisi, eppure non fa niente per queste, è come se fossero resistenti ai farmaci. Per questo pensavo che ci fosse dietro un meccanismo di astinenza che spiegherebbe questa agitazione.

I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.

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