Sensazione di respiro

Salve a tutti.
Vi scrivo per un sintomo altamente insolito che mi è sopraggiunto in tardo pomeriggio e che persiste tutt'ora.
Quest'oggi ho avuto una brusca discussione con una persona che è durata per diverse ore.
In generale io i litigi li tollero poco e mi provocano sempre un malessere psico-fisico, e più è brusca la discussione, più dura e più le ripercussioni si amplificano.
Verso il commiato del litigio, inizio ad avvertire una stranissima sensazione a livello di respirazione, ovvero sento delle pressioni sul petto ed in gola e mi accorgo che il respiro non è perfettamente fluido come al solito, lo sento appesantito e corto, ovvero non riesco a fare dei respiri profondi: se riempiendo totalmente i polmoni in condizioni normali arrivo al 100% della capienza, in questo caso avevo la sensazione di fermarmi al 70/80.
Ho pensato che fosse una reazione dovuta al forte scarico emotivo dovuto alla discussione avuta, ma ora la cosa inizia a darmi pensiero dato che sono passate più di quattro ore e continuo a sentirmi così.
Prima mi era sembrato di sentirmi leggermente meglio, però andando avanti con la serata mi è sembrato riaumentato.
Per coronare il tutto ho avuto anche due scariche di diarrea (ho pensato sempre all'ansia), ma il fatto è che io non avevo ansia, semplicemente angoscia, malinconia, turbamento e malessere emotivo.
Conosco l'ansia, in quanto soffro di attacchi di panico da più di tre anni, e MAI ho avuto una reazione sintomatologica simile.
Ed oggi non ho avuto ansia! Sia chiaro, non mi sento in una condizione da non riuscire a respirare, semplicemente sento il respiro un po' "ostacolato".
È normale che duri così tanto?
Può essere stato scaturito dalla discussione?
Come faccio nel caso a capire che è di altra natura?
Grazie!
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Probabilmente il trattamento della sua ansia non è sufficiente e scaturisce con questi nuovi sintomi somatici che sono da considerarsi un peggioramento clinico.



Dr. F. S. Ruggiero


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[#2]
dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Intanto la ringrazio! Mi perdoni, ma cosa intende per peggioramento clinico??
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Secondo lei, lessicalmente cosa si può intendere per peggioramento clinico?

Giusto per capire se parliamo e scriviamo la stessa lingua
[#4]
dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Evidentemente, se glie lo chiedo è perché è stato eccessivamente sintetico rispetto ad una domanda che richiamava ben più aspetti. Ho proposto più quesiti e dubbi, mentre lei mi ha vagamente risposto, forse, ad uno di questi pensando di risolvere tutte le mie perplessità. E comunque, umanamente e soprattutto professionalmente parlando, le pare adeguato fornire una risposta di tal genere?
Giusto per capire se abbiamo la stessa concezione di medico.
La ringrazio.
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Peggioramento clinico ha un significato intrinseco che non può dare adito a fraintendimenti.

Il discorso è chiaro e la risposta anche.

La mia risposta è adeguata per lei e la sua concezione di medico sinceramente non mi interessa, per alcuni motivi che le esplicito in modo inequivocabile: lei soffre di ansia con somatizzazioni da diverso tempo e fa spesso richieste relative ad esse, intraprende una sorta di percorso psicologico (senza però sapere il significato lessicale di peggioramento clinico) sottraendosi a terapie validate ed acclarate per curare i suoi disturbi (psichiatriche), litiga con una persona e pensa di fare la psicoterapia d’urgenza sul sito, così per placare le sue ansie intestine (in tutti i sensi) così da poter riprendere ad avere altri sintomi domani.
Poi controbatte pure, sia in modo maleducato che patologico.

Direi, come si dice dalle mie parti, che a 25 sta proprio inguaiato visto che non si cura in modo appropriato e pretende dagli altri le risposte che pensa nella sua testa da persona informata.

Faccia una visita psichiatrica fatta bene, si curi e ne riparliamo tra tre mesi.
[#6]
dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Si dovrebbe solo che vergognare e sinceramente mi rimane inconcepibile come lei possa stare in pace con la propria coscienza nel definirsi un medico. Ma mi permetta di concludere questo imbarazzante teatrino con una mia personalissima considerazione: dato che si è preso la libertà di sconfinare ben oltre i limiti dovuti tra la mia persona ed il suo ruolo, mi sento autorizzato a dirle che il "doversi fare aiutare" è una condizione che ci accomuna. Con la sola differenza che io ne son ben consapevole.
Cordiali saluti!
[#7]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Come vede ho dimostrato ampiamente quanto ho affermato precedentemente senza neanche troppa fatica.

A proposito io alla sua età attuale ero già medico.