Effetto rebound lexil

Buonasera, scrivo per conto di mio marito, intollerante al lattosio.
A seguito di una dieta ricca di prodotti contenenti lattosio durante il lock down, ha manifestato problemi gastro intestinali.
Il gastroenterologo gli ha prescritto una dieta di disintossicazione per l'intestino, più svariati farmaci per il controllo dei sintomi.
Dato che ai problemi gastroenterica vi era un'ansia associata, il medico gli ha prescritto anche il lexil una cp la sera.
Dopo circa due mesi tutti i sintomi erano rientrato, sospendendo mano tutti i farmaci.
L'unico rimasto era il lexil che doveva sospendere gradualmente.
Solo che lui si sentiva bene da ogni punto di vista che dopo pochi gg, un paio, in cui faceva una cp si è una no, ha sospeso di colpo.
Dopo pochi gg ha iniziato a manifestare i sintomi riguardati l'ansia.
Lui non riusciva a spiegarsi come mai all'improvviso, senza un apparente motivo, si sentisse in quel modo.
Leggendo su internet abbiamo capito che probabilmente l'errore sta nella sospensione, avvenuta di colpo.
Oggi a distanza di circa 10 gg, ha dei momenti in cui sta bene psicologicamente, altri in cui si sente agitato, diciamo che vanno e vengono, ma stanno creando una sorta di "depressione", paura di non uscirne fuori.
Avevamo anche pensato di riprendere il lexil e poi scalarlo come si deve.
Oppure di aspettare che finisca questo periodo di rimbalzo.
Qui sta un po' il problema, quanto durerà?
Ossia il gioco vale l'impresa?
Nel senso se il periodo di rimbalzo fosse un periodo relativamente breve, andremmo avanti, considerato che sono passati già 10 gg.
Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Salve.

Una sospensione c'è, ma al di là di questo potrebbe anche significare che il disturbo d'ansia c'è e non è spento. Quindi non tanto sospensione, quanto presenza del disturbo.
Consiglierei anche di verificare che si tratti appunto di quello e non solo di una "componente ansiosa".
Su come reimpostare il trattamento, deve sentire il medico.

L'intolleranza è stata diagnosticata o è un'ipotesi ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2019 al 2022
Ex utente
L'intolleranza è stata diagnosticata 4 anni fa, ma purtroppo all'epoca nonostante tutti i disturbi che aveva il gastroenterologo non aveva sospettato l'intolleranza, anzi riconduce a tutto all'ansia. Che effettivamente manifestava ma era correlata allo stato gastrointestinale. Però come sa i sintomi dell'ansia possono essere anche di questo tipo, quindi alla luce dei referti negativi, si è concluso il tutto in ansia. Alla fine con il fai da te, abbiamo fatto il test che risulto' positivo. Ancora non capiamo il perché il gastroenterologo non ce lo fece fare. Cmq dopo il periodo di disintossicazione andò tutto via. Il problema è che dopo 4 anni e soprattutto dopo nessun sintomo con assunzione di prodotti contenente latte, ne ha assunti a dismisura. Dimenticando che questo tipo di intolleranza va per accumulo. Quindi un bel gg si è ripresentato tutto come 4 anni fa. Solo che questa volta sapevamo il motivo, e il nuovo gastroenterologo ha associato diversi farmaci, fra cui questo lexil. Per carità non dico che non sia ansioso, ma ha avuto coliche renali, problemi di prostata, e tutta questa ansia non ce l'ha avuta. Mentre si presenta costantemente associata all'intolleranza. Ora fino a 10 gg andavamo al mare, al ristorante, ecc...ora di punto in bianco, così! E in concomitanza alla sospensione irruenta avvenuta con il farmaco.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Sì, se questo è il quadro di partenza effettivamente parrebbe che sia in ballo solo la sospensione come vero problema.
Chiedevo perché ci sono molti casi con diagnosi confuse in cui l'ansia c'è sempre ma come "componente" insieme ad altre senza diagnosi definite, poi invece appare chiaro che è un quadro somatoforme, di tipo ansioso, e che le diagnosi restano erano più che altro ipotesi mai definitivamente confermate.
Quindi non è intestino irritabile ma intolleranza diagnosticata come tale, con test specifico etc ?
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dopo
Attivo dal 2019 al 2022
Ex utente
Sì, esatto! Siamo arrivati al test, dopo un breve percorso di psicoterapia, fatto perché appunto ci era stato detto essere un disturbo d'ansia. Poi durante le spiegazioni dello psicologo sull'incoscio, avevo notato che mio marito mentre dormiva, il suo intestino era cmq presente e si faceva sentire. Quindi tramite il vostro sito, un gastroenterologo mi aveva consigliato il breath test, che appunto risulto' positivo. La sintomatologia ansiosa si ridusse un bel po', grazie anche all'effetto di aver capito il perché di tutto quello che stava accadendo. Cmq dopo qualche mese di dieta drastica andò tutto a sparire. La sindrome da sospensione da lexotan, dato che appunto il lexil ne contiene. Quanto ci vuole all'incirca? Cosa possiamo fare ora per "alleviare" la sintomatologia?grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Non è però molto chiaro il discorso, perché andò tutto a sparire ma contemporaneamente prendeva anche qualcosa che è indicato per i disturbi somatoformi, per cui le due cose sono di fatto state date in parallelo.

Cosa fare a livello pratico qui non si può indicare, deve dirvelo direttamente un medico.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2022
Ex utente
No, c'è un po' di confusione, quando tutto andò a sparire, 4 anni fa quindi, non prese nessun tipo di farmaco. E' questa volta che il gastroenterologo ci ha dato questo tipo di terapia, ma ci ha dato di tutto, creon, digerent, uno sciroppo che non ricordo il nome, di tutto di più, compreso il lexil. Solo che il lexil, perché mio marito non sapeva che il bromazepam fosse un ansiolitico, lo ha sospeso di punto in bianco, perché si era semplicemente stancato, stava bene, era l'ultimo farmaco da sospendere e lo ha tolto. Quando ha iniziato a star male, si è detto ma come mai, perché da quando ho sospeso quel farmaco, ecc...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Forse allora semplicemente stavolta la situazione è diversa (se vi è stato detto esplicitamente che serviva per l'ansia e non semplicemente come farmaco per la motilità gastrointestinale).
Che poi sospendendolo ci sia una sindrome da sospensione se preso per un mese sì.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2022
Ex utente
Quando gli è stato prescritto il lexil, il medico gli ha detto che questo farmaco serviva a rilassare la mucosa intestinale grazie ad un farmaco che agiva sul sistema nervoso, chiamando appunto l'intestino un secondo cervello. Se sapeva che si trattava di un psicofarmaci sarebbe stato più ostile nel prenderlo, e più meticoloso nel sospenderlo. Cmq in generale i sintomi da sospensione quanto durano in termini di gg? Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Forse c'è un po' di confusione. Non è che la sospensione sia un problema perché è uno psicofarmaco, che c'entra ?
Se un farmaco non è psichiatrico non dà sindrome da sospensione ? Questo è un discorso che non torna.
Se il farmaco è stato dato con quella spiegazione evidentemente aveva una funzione gastroenterica, ma allora l'ansia che c'entra ? Prima parlava di ansia come se il medico intendesse curare anche quella e specificamente col lexil.
I sintomi da sospensione possono durare anche un mesetto in forma sfumata, però per quelli val la pena di far valutar la cosa ad un medico e sapere se deve riprenderlo o meno, non si può indicare ovviamente qui.
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dopo
Attivo dal 2019 al 2022
Ex utente
Perfetto, credo di aver capito, cioè l'effetto rebound è un ritorno alla sintomatologia iniziale. Mio marito ha un carattere molto forte, il classico leader del gruppo. Diventa debole quando sta male fisicamente, reagisce sempre con ansia, però diciamo un'ansia funzionale, quella classica, normale, che dura quello che deve durare. Ma è diverso con l'intolleranza al lattosio, forse perché la sintomatologia è più invalidante, e dura più a lungo. All'inizio era un continuo andare in bagno, dolori addominali e persino sangue dal retto, tutto questo per mesi senza saperne la causa. E aveva sviluppato un'ansia disfunzionale, aveva paura ad uscire perché temeva di stare male per strada. Di avere qualcosa di brutto, ecc... Ciò purtroppo era stato innescato dal fatto che quando si presentava alle visite, traspariva il suo stato ansioso. Ma lui ripeteva sempre e costantemente "l'ansia mi è venuta perché sto male, se stavo bene non avevo l'ansia". Finché un bel gg grazie a voi di medicitalia abbiamo capito perché stava così male. In questa seconda volta, l'ansia è riuscita fuori, ma in vista di tutto il calvario che avrebbe dovuto passare. Abbiamo trovato il gastroenterologo che ha spento la sintomatologia abbastanza velocemente, prescrivendo questo farmaco. Probabilmente il lexil oltre ad agire sulla mucosa, ha spento quell'ansia che era uscita fuori. 4 anni fa, devo ammettere che anche io credevo che la maggior parte della sintomatologia era legata all'ansia, forse perché non vivere certe situazioni non fa capire, finché non mi sono iscritta ad un gruppo fb di intolleranti al lattosio, e con mio grande stupore mi sono resa conto che la maggior parte descrive sintomi del genere. Ci rendiamo conto che l'intolleranza è cronica, e che a distanza di anni potrebbe ritornare. Si figuri che 4 anni fa non assumeva neanche le tracce di latte, mentre quest'anno mangiava di tutto, come se fosse guarito, finché non gli di è presentato il conto. Quindi l'intenzione è andare da uno psicoterapeuta che gli dia gli strumenti per affrontare in futuro situazioni analoghe o la stessa, che non lo spaventi un percorso lungo, come quello da intossicazione da lattosio. Ripeto finché si tratta di problematiche di salute brevi, reagisce come tutte le persone, ma difronte all'intolleranza non è così.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
L'effetto rebound è l'astinenza. L'astinenza coincide anche in parte con i sintomi iniziali. Risolto l'effetto rebound, possono rimanere comunque gli effetti iniziali che ritornano fuori, non più coperti dalla cura.
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