Fobia di sentirmi male

Salve!
Vi riassumo la mia storia.

Nel 2018, durante una cerimonia, ho avuto una brutta sensazione, come di essere sul punto di sentirmi male e nel contempo avevo voglia di fuggire via da dove mi trovavo.


Da quel momento ho iniziato a sviluppare una forte ansia e paura a fare cose che prima facevo tranquillamente, come fare sport, uscire con gli amici, ecc.


Mi sentivo sempre in ansia, avevo continuamente sensazione di sbandare o di svenire, anche andare in un centro commerciale era un problema.
Avrei voluto evitare di fare tantissime cose, ma seppur con fatica ho cercato di farle più che potevo, ma ahimé a volte non ce l'ho fatta a non evitare.


Il medico mi ha fatto fare una sfilza di visite ed esami medici per escludere malattie organiche.
Tutti gli esami hanno dato esito negativo.
In particolare alla visita neurologica mi è stato detto che era semplicemente un problema di ansia e somatizzazioni.
Mi è stato detto che non necessitavo di farmaci, ma di un supporto psicologico si.


Sono andato da due psicologhe, e con la seconda mi sono trovato abbastanza bene.


Ad ogni modo io ora sto abbastanza bene.
Esco tranquillamente sia da solo che con gli amici, ho ricominciato a donare il sangue (fino a 6 mesi fa non avevo il coraggio per paura di svenire), quando vado in giro con la mia ragazza sono tranquillo (prima anche andare a mangiare una pizza mi faceva stare in ansia).
Insomma, nell'insieme sto bene.


Però ci sono ancora cose che non riesco a fare in tranquillità.
Io ad esempio amavo moltissimo fare escursioni in montagna, ora non riesco più, ho troppa paura di svenire o sentirmi male.

Da anni facevo tiro a segno con carabina ad aria compressa a livello agonistico, ho sempre conseguito buonissimi risultati che ora non riesco più a conseguire in quanto stare per un'ora fermo in piedi vestito con una tuta rigida mi mette ansia, sempre per paura di svenire, e in uno sport come questo la calma è fondamentale.

Se dovessi fare un lungo viaggio avrei paura.


Io in pratica non ho più quelle frequenti sensazioni di svenimento, quell'ansia continua, quella paura di uscire di casa... però ci sono ancora delle cose che non riesco a fare e che vorrei con tutto me stesso fare, ma è più forte di me, ho paura di svenire o di sentirmi male.
Ho ormai la fobia di potermi sentire male o di svenire.


Passerà? O una persona che ha avuto un problema come il mio (in pratica mi hanno detto che ho avuto dei lievissimi attacchi di panico che mi hanno portato a sviluppare paure e ansia anticipatoria) si potrà per sempre dietro dei "segni" e delle paure per ciò che ha passato?

Preciso che anche le cose che mi fanno tutt'ora paura, mi fanno comunque meno paura di 7 mesi fa.


Grazie!
Cordiali saluti
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Il suo numero di consulti è il più elevato mai visto già prima del 2018 e dopo il 2018 la frequenza non si è ridotta.


Non si capisce in cosa starebbe meglio visto che non fa nulla se non mangiare la pizza.

Forse è arrivato il momento di farsi visitare da uno psichiatra?



Dr. F. S. Ruggiero


http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore!
Mi scusi, ma io non ho detto che l'unica cosa che faccio è andare a mangiare la pizza, ho detto che prima anche andare a mangiare una pizza era una sofferenza e ora non lo è più.

Per non farle perdere tempo e per motivi di spazio non sono stato lì ad elencarle tutti i progressi fatti, ad ogni modo ora le farò alcuni esempi di cosa fino ad 8 mesi fa non riuscivo a fare o facevo con molta ansia addosso e che invece adesso faccio tranquillamente.

Sono da anni segretario di una associazione. E' un impegno a cui tengo molto. Fino a poco tempo fa evitavo di andare a tutti gli appuntamenti "pubblici", ora ci vado in serenità e senza essere accompagnato e ho ricevuto ieri l'incarico di organizzare un evento abbastanza "grosso" per il prossimo anno. Già ora dovrò mettermi in moto per organizzarlo. Fino a poco tempo fa non mi sarei mai preso un impegno del genere.

Durante il lockdown ho fatto volontariato, assieme anche alla mia ragazza, andando nei supermercati a ritirare le spese per le persone anziane senza rete familiare e andando a fare le consegne. Anche questo impegno non me lo sarei mai preso.

La mia attività con l'AVIS è ripresa, fino a poco tempo fa la cosa mi terrorizzava.

Per quanto riguarda i viaggi lunghi, come le ho detto, mi spaventano ancora, tuttavia avevamo organizzato un viaggio a 700 km da casa nostra, che purtroppo è saltato causa coronavirus... anche questo viaggio non avrei nemmeno pensato di organizzarlo.

Per quanto riguarda la mia attività sportiva di tiro a segno con carabina ad aria compressa, come le dicevo, sto facendo molta fatica a superare la paura di svenire, tuttavia tutte le altre discipline di tiro che amo fare riesco a farle in tranquillità, purtroppo l'unica che mi crea difficoltà è proprio quella che praticavo a livello agonistico perché, come le dicevo, si sta fermi in piedi con addosso una tura rigida che non mi permetterebbe di sedermi alle svelte se lo volessi. In pratica mi spaventa la costrizione, se così si può dire. Ad ogni modo mi sono proposto per frequentare un corso (credo che sia di 4 giorni) per diventare allenatore, e il nostro presidente ha accettato di farmelo fare. Anche questo mai avrei pensato di riuscire a farlo.

Uscire con gli amici prima era un supplizio, specialmente andare da quegli amici che abitano abbastanza distanti da noi. Ora non solo lo faccio in serenità e divertendomi, ma spesso sono proprio io quello che organizza il tutto.

Amo molto camminare nelle campagne del mio paese con il mio cane, e quando può viene anche la mia compagna. Facciamo camminate abbastanza lunghe. Fino a poco tempo fa non riuscivo, specialmente se ero da solo. Ora ho ricominciato a farlo tranquillamente.

Andare al cinema mi spaventava molto. Le ultime volte sono andato prima che li chiudessero e non ho avuto nessun problema.

Andare a fare un giro in un centro commerciale mi spaventava, ora sono tornato a farlo volentieri.

Andare in chiesa mi metteva molta ansia, ora non più, anche se magari cerco ancora di mettermi verso gli ultimi posti. La settimana scorsa è morto un socio della nostra associazione e nonostante la massiccia presenza di persone (naturalmente distanziate come previsto) sono andato al funerale e mi sono seduto tra le prime file (con un po' d'ansia, lo ammetto, ma fino a qualche mese fa mai lo avrei fatto).

Questa estate sono andato al mare e in piscina tranquillamente, l'anno scorso non era così.

Fare una passeggiata in centro era per me motivo di ansia, ora è tornato ad essere motivo di piacere.

Qua in paese c'è un signore che ha importanti problemi di salute, è sposato ma non hanno potuto avere figli quindi sono una coppia sola. Ultimamente questo signore deve andare spesso su e giù in ospedale, ma siccome un problema neurologico non gli consente di camminare bene la moglie ha difficoltà ad accompagnarlo da sola. Mi sono preso l'impegno di darle una mano, quando sono libero, ieri li ho accompagnati in ospedale e dovrò farlo anche domani. Non mi sarei mai preso un impegno del genere poco tempo fa.

Sono andato a fare due passeggiate in montagna questa estate. Siamo andati in giornata, erano circa 4 ore e mezza di viaggio in macchina tra andata e ritorno. Ho fatto due passeggiate brevi e avevo addosso la paura di sentirmi male, lo ammetto, ma l'estate scorsa non avrei nemmeno pensato di andare.

Amo andare a delle conferenze su vari temi, prima non riuscivo ad andare in mezzo a tante persone, ora ho avuto occasione di andarci senza avere alcun problema.

Come vede qualche progresso l'ho fatto. Come dicevo nella domanda il mio problema è superare le paure riguardanti lo sport che facevo a livello agonistico e la paura di fare escursioni in montagna, ma per il resto non sto male.
E di non andare dallo psichiatra non me lo sono inventato, ho parlato della mia situazione con il mio medico di base, con un'amica internista, con una neurologa che tratta anche problemi di ansia e con altri medici incontrati nelle visite che mi hanno fatto fare per questo problema, anche con un medico di pronto soccorso che fa servizio dove lavoro io (lavoro in un luogo con grande passaggio di persone) e con il suo autista soccorritore laureato in psicologia... tutti mi hanno detto che la mia situazione non necessita di farmaci, infatti tutti sono stati concordi nel dirmi che non esistono farmaci che fanno passare la paura di sentirsi male, è una cosa su cui devo lavorarci io per superarla, non esistono pillole magiche.
Tra l'altro l'amica internista che ho citato ha avuto un problema molto simile al mio in passato, quindi è competente sia come medico sia per il fatto di averlo vissuto personalmente.
Le psicologhe da cui sono andato inoltre hanno il dovere professionale di mandare un paziente dallo psichiatra qualora ne ravvedano la necessità. Io ho chiesto loro esplicitamente se per me era necessario andarci e mi hanno risposto di no.

Ciò che chiedevo nella richiesta di consulto è se è vero che, come spesso ho sentito dire, chi ha avuto attacchi panico o problemi simili si porterà dietro per sempre qualche paura o se invece, dalla vostra esperienza, ciò non è vero. Tutto qui.

Mi auguro vivamente per i suoi pazienti "reali" che lei non "smonti" i progressi fatti da chi ha questo genere di problemi come ha fatto nel mio caso con la sua risposta, devo dire, un po' maleducata e non supportata da una sufficiente conoscenza della mia situazione.

Ha ragione, ho un elevato numero di consulti al mio attivo, ed è vero, ho una tendenza all'ipocondria, ma voglio specificare che una buona parte dei miei consulti riguardano mio padre, che per qualche anno ha avuto problemi di salute molto importanti e di varia natura, fortunatamente in buona parte risolti. E per quanto riguarda me ho avuto qualche problema di poco conto su cui avevo piacere avere delle opinioni. Però riconosco di preoccuparmi eccessivamente, anche se devo dire che anche queste eccessive preoccupazioni si stanno pian piano attenuando.

Cordiali saluti e grazie per il consulto.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Tutti sono concordi nel dire una sciocchezza che a lei sta bene per cui lei pensa che la soluzione sia appropriata sebbene abbia questo comportamento ipocondriaco.


Sulla sua strada ha incontrato solo persone che hanno un pregiudizio verso la psichiatria, probabilmente li ha cercati immaginando che fosse così, per confermare il fatto che lei non debba farsi visitare da uno psichiatra.

E' un circolo vizioso che limita la sua vita ed i suoi pensieri e che si rafforzano con questi comportamenti disfunzionali.

Con una terapia farmacologica adeguata ci avrebbe messo molto meno tempo ad avere questi piccoli miglioramenti ed avrebbe avuto un miglioramento generale di tutta la situazione clinica.

La scelta resta sua ma non deve essere pregiudizievole.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Salve!
No guardi, io non ho cercato proprio nessuno per farmi dire ciò che avevo piacere di sentirmi dire.
Non avevo e non ho la minima idea di quale opinione abbiano sulla psichiatria le persone che ho incontrato, sta di fatto che, considerato che ho incontrato molti medici (credo 6 o 7) e psicologi (da due sono stato in terapia, mentre con uno ho avuto occasione di parlare del mio problema durante un pomeriggio), statisticamente è molto improbabile che io abbia incontrato tutte persone che hanno pregiudizi verso gli psichiatri, oltretutto tenendo conto del fatto che sono stato proprio io a chiedere esplicitamente se era il caso di andarci.
In particolare la mia amica internista di cui le parlavo è amica del primario di psichiatria del nostro più grosso ospedale e ha mandato diverse persone a farsi curare da lui qualora ne abbia ravvisato necessità. Quando le ho chiesto aiuto mi ha fatto anche delle domande specifiche proprio per vedere se per me fosse stato necessario una cura psichiatrica.
Evidentemente gli elementi che hanno raccolto (ovviamente molti di più di quelli che ho riassunto a lei qui) li hanno portati a queste conclusioni.

Non credo nemmeno di aver raggiunto "piccoli risultati", credo al contrario di aver raggiunto "grandi risultati", permane qualche problema come le ho descritto, ma in tutta sincerità non vedo come possa una pastiglia aiutarmi a vincere una paura irrazionale. Sicuramente sono molto di aiuto in chi ha attacchi di panico o crisi di ansia frequenti, ma io non ne ho, ho solo paura a fare alcune cose.
Mi era stata consigliata la terapia cognitivo-comportamentale come terapia psicologica, ma con me non ha avuto risultati. Poi sono andato da un'altra psicologa che adotta un metodo diverso (credo si chiami "rogersiano", ma non vorrei sbagliarmi) e mi sono sentito aiutato, più che altro mi ha fatto bene parlare con una professionista che questi problemi li ha studiati e li ha curati in diverse persone.

Per quanto riguarda i farmaci mi hanno spiegato che in ogni caso non si possono utilizzare a vita, e vengono usati nei casi più gravi di attacchi di panico per riuscire a fare in modo che una persona riesca ad iniziare e portare avanti un percorso psicologico che prevede (come è stato per me) l'esposizione graduale e costante a ciò che fa paura. Chiaramente se uno non esce nemmeno di casa per paura degli attacchi di panico ha assoluto bisogno di farmaci, io invece sono riuscito ad espormi senza bisogno di alcuna medicina. E io ho visto come l'esposizione graduale e costante sia fondamentale per superare queste paure. Il problema del tiro a segno è che tra una cosa e l'altra (lavoro, coronavirus, ecc.) non sono riuscito fino a questo momento ad avere un'esposizione costante. Stessa cosa per quanto riguarda le escursioni in montagna: non posso avere un'esposizione costante se ci vado una volta all'anno.

La ringrazio nuovamente per il tempo che ha speso per me!
Buona giornata!
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto