Alternanza di stati ansiosi e periodi di "benessere": cosa fare?

Gentili medici,

torno a riscrivere sul mio problema di ansia che dura ormai da 4 anni.
Faccio degli incontri mensili con uno psicologo da circa due anni; la cadenza prima era settimanale, oggi che è diventata mensile.
Ormai l'andamento è il seguente: alternanza di periodi di benessere, anche due mesi (Luglio e Agosto) e ripresentazione di sintomi che durano qualche giorno per poi lasciare lo spazio a periodi più lunghi di benessere e così via.
Anche se non si manifestano sintomi in questa fase di relativo benessere è sempre presente il pensiero di un possibile ritorno.
L'ipocondria che mi provoca la mia ansia riguarda la possibilità di avere all'improvviso un evento acuto mortale, nella fattispecie infarto ed ictus perciò sono ipersensibile a segnali provenienti da petto e testa.
Un mal di gola, una diarrea, un dolore ad un piede invece non mi creano paura.
Leggo molte cose belle su Internet che riguardano l'ansia, quasi come se fosse una marcia in più, uno spunto per ripartire; a me l'ansia immobilizza, sia il corpo che la mente, non vedo come ci possa essere ripartenza se le gambe non reggono e se hai la nausea al contempo.
Non mi manca l'iniziativa nel fare le cose però poi quando decido di farle mi prende quella paura che si presentino i sintomi e nel 90% dei casi effettivamente si presentano.
Sicuramente negli anni sono diventato molto più bravo nel disinnescare le mie cattive sensazioni ma ogni tanto mi prende sconforto al pensiero che tutta la mia vita sarà un'altalena tra questi stati ansiosi e stati più tranquilli ma con quel pensiero fisso.
Tante volte ho pensato di fare una visita psichiatrica per farmi dare dei farmaci ma poi ho pensato: se questi farmaci sono sintomatici poi che facciamo li sospendiamo e ricominciamo da capo?
Potrei anche pensare di fare dei piccoli cicli di ansiolitico proprio in quei giorni di malessere che ormai sono diventato bravo ad intercettare per poi sospendere in quei mesi dove mi sento meglio e così via.
Che ne pensa di questa situazione?
Grazie
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Leggo molte cose belle su Internet che riguardano l'ansia, quasi come se fosse una marcia in più, uno spunto per ripartire;"

Non a caso si specifica "disturbo d'ansia" per indicare che è disturbante quando si definiscono le situazioni che inducono alla cura.

"Tante volte ho pensato di fare una visita psichiatrica per farmi dare dei farmaci ma poi ho pensato: se questi farmaci sono sintomatici poi che facciamo li sospendiamo e ricominciamo da capo?"

Molta confusione. Innanzitutto, se va a farsi visitare è per farsi indicare le cure disponibili. Mettiamo che si tratti di un farmaco. Perché mai dovrebbe essere sintomatico ? Al di là di questo, se sospendendo una cura ritornano i sintomi, non è perché i farmaci siano sintomatici, ma è perché non eradicano il disturbo magari. Può essere. Non mi pare un problema in sé, la situazione sarebbe analoga a quella in cui ha iniziato a curarsi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
E' evidente che non ha raggiunto un livello di benessere tale per cui può ancora continuare a sottrarsi a terapie farmacologiche.

La scelta di trattamento è dello specialista psichiatra e non può ricadere sull'utilizzo di benzodiazepine come immagina, errando.

Dr. F. S. Ruggiero


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