Attacchi di panico

Salve, sono una studentessa di Medicina e mi sento di sottolinearlo in quanto credo che questa facoltà sia in parte responsabile dei miei problemi.

Quando entrai a medicina, cominciai ad avere attacchi di panico ma a quei tempi non ero capace di etichettarli in questo modo.
A volte, mi mancava l'aria, provavo un grande disagio tra la gente, deglutivo in continuazione e mi sembrava di impazzire.
La paura che attanagliava il mio animo era quella di fallire all'esame di Chimica che avevo già sostenuto in un'altra facoltà.
Ero terrorizzata di non riuscire a confermare quel 30 e che diventassi una delusione per me stessa e per i miei genitori.
Superai l'esame confermando il voto e da li andò meglio.
Al terzo anno sono entrata per la prima volta in sala operatoria ed una volta entrata non volevo più uscire.
Avevo ansia, ma quell'ansia che si ha nel fare una cosa mai fatta.
Negli anni ho continuato sempre ad andare in Sala operatoria, sceglievo sempre i tirocini di chirurgia e al 4 anno mi son anche lavata.
Ero entusiasta! Nei mie anni di studi ho anche assistito a 3 autopsie e non mi sono mai impressionata, non sono mai stata male.
Poi, però, è iniziato il sesto anno e ho cominciato a soffrire di attacchi di panico frequenti.
Non potevo andare al supermercato, mi mancava l'aria e mi sentivo osservata così finivo per voler scappare via.
Ho fatto un tirocinio a Neurochirurgia e non sono mai voluta andare in sala perchè ho cominciato a sviluppare questo pensiero: "se mi sento male in sala, penseranno che sia perchè mi son impressionata e mi giudicheranno debole".
Questo pensiero ha portato a limitare la mia carriera poichè anche alla sola vista di semplici medicazioni comincio ad avvertire quel fastidioso senso di agitazione, comincio a deglutire, sentire la testa leggera, sbadigliare e avere la nausea e il pensiero va sempre li, all'essere definita debole.
Per la tesi mi son internata a ch.
vascolare e mi sembra un incubo.
In generale comunque credo che sia il giudizio altrui a mettermi oppressione.
Non succede solo in ospedale ma anche al bar, al cinema, al centro commerciale, se una persona mi parla guardandomi in continuazione negli occhi.
Ho pensato di prendere delle compresse di Calmansia (integratore) sperando che mi aiutino a rilassare in attesa di poter accedere allo sportello psicologico della mia università.
Cosa potrei fare altrimenti?
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Deve farsi visitare da uno specialista in psichiatria per una valutazione specifica dei sintomi.


Dr. F. S. Ruggiero


http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Perché non si fa diagnosticare da qualcuno, ancor prima di dare un nome da sola a questi fenomeni ?
Del panico non hanno tutte le caratteristiche tipiche, nelle varie situazioni la matrice comune è la preoccupazione che si noti il suo disagio come elemento da evitare, dentro o fuori luoghi chiusi, su cose che sa fare o meno.
Dato che da tempo vanno avanti, direi di chiedere un consulto psichiatrico

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Utente
Utente
Volevo però aggiungere una cosa! Ho sempre pensato che si trattasse di panico proprio per il sentimento di oppressione e la paura di svenire che arriva all'improvviso e da li la nausea, il respiro e la Fc che accelerano in un modo che pur provando a respirare con regolarità, non riesco a normalizzare. Anzi! Mi sembra che più cerco di controllarMI più mi agito.
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Può darsi, dico solo di non auto-diagnosticare.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto