Un po'di timidezza non guasta,ma questa fobia sociale non solo blocca la mia felicità, ma potrebbe

Salve scrivo per chiedere un aiuto per affrontare questo problema.Sono una persona felice nella norma,ho affrontato molti problemi tra cui lutti molto pesanti,disturbo ossessivo compulsivo(avevo l'ossessione di buttarmi giù dalla finestra),attacchi di panico,orientamento sessuale confuso.Sono tutte cose che sono riuscito ad affrontare,certo da questi problemi non si guarisce mai totalmente, ma ho imparato a dare il giusto peso.Ora sono molto più tranquillo,prendo molti problemi con ironia.Per esempio ho affrontato la mia paura di essere preso per omosessuale ironizzando di ciò con gli altri.L'unico "disturbo"che non riesco a controllare è la mia fobia sociale.Non so se definirla timidezza perché tale non la sento.Agli esami universitari sono andato sempre benissimo proprio per la mia sicurezza,ho fatto anche un corso di recitazione e alla prima mentre tutti gli altri erano spaventati,io sono riuscito a salire sul palco con calma nonostante non sapessi bene la parte.Non sono neanche una persona sola,ho degli amici ma non mi sento a mio agio con loro:non riesco ad esser me stesso,è come se parlassi attraverso un velo.Il mio rapporto con loro è giusto l’uscita il sabato ed è così solo perché sono amici di famiglia.E lo stesso problema è all'università:quando incontro persone mi sento imbarazzato,comincio a muovermi,balbetto,non riesco a dire frasi in sequenza logica e proprio per questo evito molte situazioni sociali.Inoltre con le persone nuove non riesco andare oltre il "ciao come stai" e tutto ciò mi sta portando ad esser solo.Una volta ho provato a fare il cameriere con il risultato di essere stato deriso da tutti...e tutto ciò ha rafforzato la mia idea di sembrare strano agli occhi degli altri. E’ un circolo vizioso:non è che sembro strano in quanto tale,ma più mi intimorisco con gli altri più sembro strano.Una volta sono andato in vacanza con il mio ex migliore amico(l'unica persona a cui davvero abbia tenuto)insieme a due suoi amici con il risultato di essere stato completamente escluso.Il mio ex migliore amico man mano si è allontanato da me, non ne so la ragione!forse non sono una persona abbastanza divertente!ho provato anche ad esserlo,ma non essendo me stesso mi sono ridicolizzato fin troppo.Per affontare questo problema ho letto alcuni libri,ma non mi sono serviti a molto.Voglio tornare ad essere spontaneo come un bambino,voglio parlare con gli altri con la stessa sicurezza che ho con mia madre!certo un po'di timidezza non guasta,ma questa fobia sociale non solo blocca la mia felicità, ma potrebbe crearmi numerosi problemi nel mondo del lavoro ed in altri ambiti.Non so più come agire,dopo anni di timidezza ho deciso di andare da un medico!l’unico fatto è che non lavorando non posso permettermelo e all’asl non posso recarmi perché mia madre vi lavora.Non me la sento di parlare di questo mio problema con lei,visto che mi imbarazza molto.Che consiglio posso avere?potrei farcela anche da solo con l’aiuto di farmaci? Grazie per tutto. Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

L'ansia sociale che lei descrive causa interferenza nella sua vita, e soprattutto le condiziona il suo modo di percepire se stesso. Infatti nelle altre persone un soggetto con fobia sociale dà un'impressione totalmente rovesciata, cioè risulta distaccato, misterioso ma in senso antipatico, oppure non interessante, perché non vuole unirsi, non vuole avere a che fare con gli altri etc. In alcuni casi gli altri pensano che chi è fobico sia "altezzoso". Ironia della malattia.
Le cure si basano sia su farmacoterapie che psicoterapie. Farcela da solo significherebbe che non avrebbe il problema. Un "buon consiglio" che sblocca la situazione già non è farcela da solo. Ma in questo caso il disturbo va inquadrato un po' meglio, perché non è l'unico tipo di ansia di cui lei ha sofferto, e soprattutto c'è da valutare se non sia semplicemente una nuova espressione dell'ossessività, o se si sia innescato proprio un disturbo d'ansia sociale "da manuale".
Non deve concepire le terapie come qualcosa in cui si entra e non si esce. Non vi è ragione alcuna per trovarsi nelle condizioni di non poter più sospendere una cura per la fobia sociale. Invece, facendo le cure ci si può accorgere nel tempo che certe cose che avevamo escluso dalle nostre prospettive sono invece facilmente raggiungibili, mentre la fobia ce le aveva "tagliate fuori" o rese difficili.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
visto che riesce a parlare con sua madre molto più facilmente che con estranei, potrebbe almeno provare a introdurre l'argomento. Probabilmente teme una valutazione engativa da parte di sua madre. Una volta introdotto l'argomento e accortosi che tale valutazione negativa può essere solo una sua percezione, allora potrebbe essere più "sciolto" nel parlarne liberamente. Del resto i genitori esistono per preoccuparsi dei problemi dei figli. non esiti troppo a intavolare questa discussione con sua madre. Potrebbe fornirle dei consigli su come trovare la persona giusta a cui rivolgersi. E' indubbio che il suo problema necessita d una attenta valutazione e del successivo indirizzamento terapeutico che solo uno specialista potrà darle.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
ma il problema è un altro! io sono davvero un tipo "misterioso", riservato che sta un po' sulle sue. Non è questo che voglio cambiare perché io sono così e così mi piaccio. Non mi interessa di come sembro agli occhi degli altri; quello che mi fa male è il fatto di innervosirmi in presenza di altri.. che cominciano a venirmi in mente pensieri ossessivi che tutti mi ritengano uno scemo etc etc!il fatto è che più mi innervosisco davanti agli altri, più davvero sembro strano!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"misterioso" in senso negativom intendevo, non uno che sta un po' sulle sue.
Mi scusi: non le interessa come sembra agli occhi degli altri ma la turba il pensiero di poter essere considerato uno scemo. Direi che le interessa questo pensiero, non lo vuole. Quando è esposto al contatto con gli altri le viene perché scatta un meccanismo di paura degli altri.
Questo è quello di cui stiamo parlando, ma gli altri la percepiscono diversamente, questo intendevo. Se la percepissero misterioso e intrigante ne sarebbero sedotti. Gli altri probabilmente la vedono sulle sue in un senso asettico o antipatico. Così succede di solito ai fobici sociali.
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