Disturbo ossessivo compulsivo

Salve, sono un ragazzo di 29 anni che in passato ha sofferto di pensieri ossessivi diagnosticato pertanto come affetto da disturbo ossessivo compulsivo.
Da quasi tre anni assumo abilify e brintellix attualmente 10 mg di abilify e 10 mg di brintellix.
Io sto bene, da più di un anno e mezzo non ho più sintomi, pensieri ossessivi e robe varie.
Da più di una settimana non prendo i farmaci poiché sono dovuto stare in isolamento perché venuto a contatto con un mio amico risultato positivo al covid.
Non potendo uscire per segnare le ricette poiché i farmaci mi erano finiti e non potendo recarmi in farmacia non prendo appunto queste medicine da più di una settimana.
Eppure io mi sento bene forse dirò una cosa assurda ma anche meglio di prima.
Non ho avuto effetti indesiderati in seguito alla sospensione di abilify e brintellix.
Volevo pertanto sapere se può rappresentare un pericolo sospendere all'improvviso la terapia con aripiprazolo e vortioxetina...stavo leggendo che l'interruzione di antipsicotici può comportare la sindrome neurolettica maligna e mi sono un po' spaventato mentre da un'altra parte ho letto che la sospensione della vortioxetina se assunta a bassi dosaggi può avvenire anche da un giorno all'altro.
Ecco adesso che ho esposto la mia situazione vorrei un parere grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Pericolo no però a breve potrà avere una ricaduta sintomatologica.



Dr. F. S. Ruggiero


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dopo
Utente
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Eppure da quando ho interrotto la terapia farmacologica mi sento molto meglio psicologicamente. Per esempio prima avevo difficoltà a concentrarmi nello studio, non riuscivo a farlo e non avevo più stimoli. Adesso invece da quando ho sospeso la terapia ho ripreso a studiare e riesco a farlo anche per cinque ore al giorno mentre prima se riuscivo a studiare un'ora e mezza al giorno già era tanto con i vari intervalli di mezzo dovuti alla difficoltà a concentrarmi. Dovendo sostenere un esame a breve ho recuperato un po' di autostima e mi sento anche più sicuro. Ho ritrovato piu motivazioni mentre prima non credevo nemmeno più negli obiettivi che mi ero prefissato. Ora come ora ho riacquistato la consapevolezza che se riesco a mantenere quest'impegno nello studio posso superare anche quest'esame mentre prima non ero nemmeno nelle condizioni di poterlo affrontare. Pertanto sotto terapia farmacologica avevo spesso e volentieri sonnolenza invece adesso no. Ho anche la sensazione che con quella cura fossi più impacciato nei rapporti con gli altri con gli amici e che non fossi in grado nemmeno di sostenere un discorso o che comunque non riuscissi ad esprimere al meglio le mie emozioni non concedendomi la possibilità di farmi conoscere per quello che realmente sono.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Il doc si manifesta con comportamenti di controllo ed anche il solo fatto che monitora tutti gli aspetti legati all’uso o meno della terapia può essere un sintomo.
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dopo
Utente
Utente
Ma se io le sto dicendo che non manifesto più ossessioni da più di un anno e mezzo e di questo ne è a conoscenza anche la mia psichiatra la quale sta procedendo a mio avviso con uno scalaggio troppo lento dei farmaci mi chiedo come si possano definire strategie di controllo del doc difficoltà che io in prima persona ho riscontrato effettivamente nella vita quotidiana. Detto questo secondo lei è meglio che io continuassi ad assumere farmaci ed avere difficoltà di concentrazione nello studio, scarsi stimoli, poca motivazione, bassa autostima, scarsa libido e sonnolenza? Sinceramente preferisco sospendere la terapia e non manifestare più queste difficoltà che hanno contribuito a crearmi un grave blocco psicologico e ci tengo a ripetere che guarda caso proprio da quando ho interrotto il trattamento oltre a sentirmi meglio ho recuperato fiducia in me stesso e non riscontro più le difficoltà che ho descritto. Io penso che l'essere umano spesso è dotato di risorse interiori che superano di gran lunga il potere chimico che una pastiglia può esercitare sul cervello e la psiche di una persona. Ad ogni modo io non voglio assolutamente dire che gli psicofarmaci non servono a niente ma che essi siano utili nelle fasi critiche in cui si manifesta un disturbo psichico ma che una volta superato questo essi vadano scalati fino alla sospensione definitiva, cosa che probabilmente andava fatta nel mio caso ma che non è stata fatta forse perché ad alcuni medici fa più comodo prescrivere farmaci per salvaguardare gli introiti provenienti dalle case farmaceutiche piuttosto che mettere a conoscenza i pazienti anche degli eventuali effetti indesiderati che queste sostanze possono arrecare alla persona. Concludo dicendo dottore che questa non è una mia critica nei suoi confronti o di altri suoi colleghi ma che io ho realmente riscontrato quelle difficoltà sotto terapia farmacologica e non so se esse fossero dovute all'assunzione dei farmaci o meno ma fatto sta che da quando non li prendo più io ho percepito dei miglioramenti significativi sotto tanti aspetti della vita e penso anche di essermi ritrovato.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Va bene quindi il senso di chiedere un parere on Line quale sarebbe?

Vuole convincermi per forza delle sue idee, liberissimo di averle ma non può convincermi su questioni scientifiche.
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