Sono guarito da un evento psicogeno paranoide?

Buongiorno dottori,
poco fa ho cominciato un nuovo lavoro molto impegnativo intellettualmente dove non stavo a genio al datore di lavoro oppure ho fatto a lui un torto, senza volerlo.
Al posto che richiamarmi e dirmi il problema i miei superiori hanno iniziato a trattarmi male e io non capivo dove avevo sbagliato o dove stavo sbagliando ed ho iniziato a farmi delle idee mie, a non dormire la notte, ad andare nel panico e a fare scelte sbagliate (come chiamare disperato i colleghi).

Questo vortice di eventi mi ha portato ad avere un evento psicogeno paranoide dove credevo di essermi avvelenato con le sostanze con cui avevo a che fare (lavoro con sostanze molto pericolose), sono andato in ospedale e dopo le analisi del sangue hanno capito subito il problema, non ero in me ed ero molto spaventato.

Lo psichiatra di fiducia mi ha prescritto 0, 5mg di risperidone, aumentati a 1mg dopo una settimana e ora, dopo un mese, ho razionalizzato tutti le paranoie avute e ho diminuito il risperidone a 0.5mg.
Dopo l'evento psicotico acuto ho avuto ancora momenti di panico dove credevo che le mie paranoie fossero reali, questo è andato a diminuire progressivamente fino a qualche giorno fa, dove sono finalmente riuscito a distinguere la realtà dalle idee paranoidi.
Non ho avuto paranoie al di fuori dell'ambiente di lavoro e ho avuto l'occasione di avere diverse interazioni sociali.

Per i primi giorni di cura ho preso pure 5+5+10 gocce di delorazepam.


La mia domanda è: dovrei fare della terapia da uno psicologo?
Sono guarito?
Avrò delle conseguenze?
Mi ricapiterà?
Diciamo che ora le mie paranoie sono incentrate sulla malattia che ho avuto, anche a causa di internet.


Non ho molti amici, un padre assente e depresso, una madre che mi ama troppo, ho subito bullismo da piccolo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Questo vortice di eventi mi ha portato ad avere un evento psicogeno paranoide "

Verosimilmente questo era già la fase iniziale del disturbo, non è che una cosa causa l'altra, se mai la precede come fase in cui i deliri possono essere teoricamente più verosimili (aver fatto qualcosa, essere sgradito per motivi che non si capiscono, anziché essere avvelenato che è un delirio più strano e particolare). Già nelle prime fasi ci possono essere deliri in cui si ritiene di ricevere manifestazioni di antipatia, avversione, che gli altri sparlino o abbiano atteggiamenti ambigui, e a volte a ciò contribuiscono allucinazioni (voci) che si sentono intorno a noi, alle spalle, di là dal muro etc.

Detto questo, la diagnosi dopo la fase acuta va meglio definita, così da capire quale sia il decorso atteso.

Perché diceva di una terapia dallo psicologo ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta, immagino quindi di dover parlare con lo psichiatra anche se è ultimamente molto impegnato.

Un collega mi ha riferito che il datore di lavoro non mi aveva preso in simpatia, probabilmente perchè mi sono presentato un po troppo spavaldo e mi sono perso alcune direttive. Infatti quando chiedevo consiglio su una cosa in cui ero poco sicuro mi rispondeva male, perchè già me la aveva spiegata, ma date le 200 cose che dovevo fare mi sembrava normale. Dopo i primi confronti avversi si, ammetto che mi sono fatto idee particolari e strane. Come dicevo ho iniziato a dormire male e a nutrirmi in modo errato (mangiavo poco), la paura di essermi avvelenato è arrivata dopo che mi sono accorto che non andavo di corpo da 2 settimane e che sentivo che il mio fisico non stava bene, certo era ovvio il motivo per cui non stavo bene fisicamente, ma l'avvelenamento era verosimile, dove lavoravo girano le peggio sostanze e ne siamo a contatto per 8 ore. Dopo aver chiamato l'ospedale è iniziata la fase veramente acuta dove pensavo non arrivassero più a soccorrermi, dove pensavo che il centro antiveleni mi avesse lasciato morire.

Lo psichiatra mi ha detto che dovrei continuare la terapia con il risperidone per 3 mesi e che se volevo potevo andare a fare terapia ma non mi ha chiesto di tornare almeno per un controllo, solo una telefonata dopo 15 giorni dove mi ha detto che stavo guarendo e che la mia capacità di razionalizzare è meglio della terapia.

Ho accennato la terapia dallo psicologo perchè non so bene a quale specialista dovrei rivolgermi. Immagino al mio psichiatra.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Quindi le è stato detto che "se voleva" poteva andare a far terapia, come fosse una specie di cosa aggiuntiva ma non essenziale ?
Comunque, in generale in una psicosi la cura è farmacologica. Di quale tipo sia poi la malattia si vede a volte da subito o in base alla storia passata, altre volte è evidente solo nel decorso.
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dopo
Utente
Utente
Esatto, mi ha detto "se vuoi qui possiamo fare anche terapia" io ho risposto che non avevo tempo. Ora che ho lasciato il lavoro perché tornare mi faceva star male il tempo lo avrei, magari il dottore ha capito che la terapia non è strettamente necessaria o che devo decidere io di entrare in terapia, non lo so. So solo che ho bisogno di essere tranquillizzato e che qualcuno mi faccia una diagnosi o che mi dica che non ho nulla.
Il fatto che mi abbia detto che devo assumere risperidone per 3 mesi può voler dire che è stato un evento singolo? O che comunque non crede che soffrirò di psicosi?
In questi casi forse è necessario un secondo parere?
Intanto farò una chiamata al mio psichiatra e gli espongo i quesiti. Intanto la ringrazio davvero per dedicarmi del tempo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Un evento singolo significa che in tutta a vita se ne è avuto uno. Altrimenti come si fa a dire "singolo", specie a breve distanza.
Il punto è che dopo la psicosi acuta è bene capire se si profila un disturbo di un tipo o di un altro, anche per la scelta delle medicine.
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dopo
Utente
Utente
Ho iniziato un percorso da una psicologa, che ha iniziato a scavare nel mio passato. Tutto bene per ora. Il problema è che ho un pensiero ossessivo perché ho cercato troppo su internet, cioè di essere schizofrenico. Non ho avuto altri sintomi se non questo pensiero ossessivo, che mi fa star male. C'è questa possibilità?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Appunto, ha questo sintomo, che consiste infatti nel porre la domanda. Non ha un pensiero perchè ha cercato troppo, ha cercato troppo perché ha il pensiero. Poi certo, cercando peggiora. E anche se avesse risposte qui. Risposte inesistenti, essendo un'ossessione.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno, sono ormai passati 3 mesi dall'evento acuto, che ha avuto una remissione completa con una quantità di farmaci minima (0,5mg risperidone). Non ho avuto allucinazioni consapevoli durante l'episodio, nel senso che se le ho avute, non me ne sono accorto. Dalla psicologa è emerso che il lavoro mi aveva causato molto stress, le cui fonti sono tutte legate alla mia infanzia e ad una famiglia problematica. Sono ancora molto stressato perché sento molta preoccupazione da parte dei miei genitori e questo mi impedisce di stare tranquillo al 100%, ho diversi sbalzi d'umore durante la giornata che dipendono dal momento, dai miei pensieri di preoccupazione riguardo alla mia salute.

Dopo una settimana dall'inizio del lavoro ero già molto in ansia e preoccupato e ho fatto uso di droga, le cose da li sono peggiorate.
Il mio medico vorrebbe togliermi lo psicofarmaco a breve.

La mia domanda è: devo per forza essere bipolare o schizofrenico per aver avuto un episodio del genere o può essere dovuto anche ad un disturbo di personalità come il disturbo borderline, che sento rifletta molto la mia personalità e quella di mio padre?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Quindi Lei vuole decidere da solo che diagnosi ha, non si sa con quale vantaggio.
"Dalla psicologa è emerso che il lavoro mi aveva causato molto stress, le cui fonti sono tutte legate alla mia infanzia e ad una famiglia problematica. "

E questo non c'entra con la psicosi.

"ho diversi sbalzi d'umore durante la giornata che dipendono dal momento, dai miei pensieri di preoccupazione riguardo alla mia salute"

E potrebbe essere l'inverso, che siano sintomi degli sbalzi d'umore che sta avendo.

Comunque, in tutto questo, dopo la ripetizione di un fattore di rischio come l'esposizione alle sostanze, in condizioni di riattivazione di alcuni dei sintomi preliminari di una psicosi, il progetto sarebbe...di sospendere la cura ..
Decisamente paradossale.

Ma il medico sa che Lei sta male e che ha riusato sostanze ?
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dopo
Utente
Utente
Non ho riassunto sostanze. E non ho detto che sto male. Sono preoccupato, a volte molto triste per quello che è successo, magari agitato. La sostanza la avevo assunta prima dell'episodio acuto, dopo la prima settimana di lavoro.
Ovvio che dopo un episodio del genere una persona si preoccupi e stia in ansia, no?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Sono ancora molto stressato perché sento molta preoccupazione da parte dei miei genitori e questo mi impedisce di stare tranquillo al 100%, ho diversi sbalzi d'umore durante la giornata che dipendono dal momento, dai miei pensieri di preoccupazione riguardo alla mia salute.

Dopo una settimana dall'inizio del lavoro ero già molto in ansia e preoccupato e ho fatto uso di droga, le cose da li sono peggiorate."

Allora se sta bene e non ha assunto niente, quanto scritto da Lei sopra è esattamente l'opposto.

"Ovvio che dopo un episodio del genere una persona si preoccupi e stia in ansia, no?"

E che c'entra questo con tutto quello che ha scritto e con quello che ha avuto o la cura che sta seguendo ? Lei sta in ansia, per cui toglie la cura appena dopo aver usato sostanze e con già degli sbalzi d'umore a monte, così da aumentare il rischio di ricaduta proprio in presenza di indicatori di rischio.
Quindi questo per Lei è rassicurante per uno che ha l'ansia di quello che gli è successo...
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